Addio Cornelia Paselli, tra le ultime persone sopravvissute alla strage di Marzabotto

A pochi giorni dal 25 aprile se ne va Cornelia Paselli, una delle ultime testimoni degli eccidi nazifascisti di Monte Sole avvenuti tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944. La memoria è strumento costante di sconfitta del male, ma quanto fatica si fa ancora oggi

Quel parco di Monte Sole ancora ricorda la più grande strage di civili mai avvenuta all’epoca della Seconda guerra mondiale per mano nazifascista. Quella strage, nota ai più come “di Marzabotto”, dal maggiore dei Comuni colpiti, ma più correttamente detta “eccidio di Monte Sole”, che fu in realtà un insieme di più stermini compiuti dalle truppe nazifasciste in Italia tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944.

È qui, in quella soleggiata provincia di Bologna, che è vissuta per quasi 97 anni Cornelia Paselli, che all’epoca di quei terribili fatti aveva solo 18 anni.

Oggi – si legge sulla pagina Facebook della Scuola di Pace di Monte Sole – la tentazione di smettere di lavorare, smettere di fare quello che stiamo facendo, smettere di organizzare il nostro 25 aprile è fortissima. Lo sapevamo, non potevamo averti con noi per sempre, ma questo non rende meno atroce il passare dagli auguri telefonici di Buona Pasqua a questo.

https://www.facebook.com/scuoladipacemontesole/posts/5042516439148196

Nell’Europa occidentale durante la Seconda guerra mondiale, quello di Monte Sole fu un crimine contro l’umanità e uno dei più gravi crimini di guerra compiuti contro la popolazione civile, voluti da Albert Kesselring, massimo responsabile della conduzione della guerra antipartigiana in Italia ed eseguiti dalla Wehrmacht, dalle SS e da militari fascisti travestiti da truppa tedesca.

Le vittime furono quasi 2mila. E lei, Cornelia, quando i nazisti andarono a rastrellare quei luoghi, tra colpi di mitragliatrici e bombe, riuscì in qualche modo a fuggire, nascondendosi per tre lunghi giorni. Quando le truppe naziste se ne andarono, Cornelia tornò indietro e attorno a lei il vuoto. Da allora non ha mai smesso di tenere viva la sua memoria e di lasciare la sua testimonianza.

Ciao, Cornelia.

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