Un team di scienziati ha scoperto un pianeta molto simile al nostro che potrebbe essere adatto a ospitare la vita a 3000 anni luce di distanza
Sono considerati l’immagine speculare della Terra e del sole. Un team di scienziati ha scoperto un pianeta molto simile al nostro che potrebbe essere adatto a ospitare la vita.
I ricercatori del Max Planck Institute per la ricerca sul sistema solare stanno osservando con grande interesse una nuova coppia di corpi celesti. Si tratta della stella Kepler-160 e del pianeta KOI-456.04. Essi sono i più simili al nostro sistema Sole-Terra di qualsiasi altro conosciuto finora.
La stella Kepler-160 secondo gli scienziati tedeschi probabilmente viaggia nell’universo in compagnia del pianeta, le cui dimensioni sono circa il doppio di quelle della Terra. Ma è la distanza tra i due ad aver fatto balzare dalla sedia i ricercatori: essa è tale da consentire temperature superficiali favorevoli alla vita. Ciò significa che l’esopianeta appena scoperto è molto più di un altro mondo potenzialmente abitabile.
Una delle proprietà chiave è la somiglianza della sua stella col Sole. La maggior parte degli esopianeti simili alla Terra finora scoperti orbita attorno a una debole stella nana rossa che emette energia principalmente come radiazione infrarossa piuttosto che come luce visibile. La luce diffusa su KOI-456.04 dalla sua stella, tuttavia, è molto simile alla luce del giorno vista sul nostro pianeta. Inoltre, il periodo orbitale di KOI-456.04 attorno alla stella simile al Sole, ossia il suo moto di rivoluzione, è quasi identico al nostro anno terrestre (378 giorni).
Negli ultimi 14 anni, i telescopi spaziali come CoRoT, Kepler e TESS hanno permesso agli scienziati di scoprire circa 4000 pianeti extrasolari ossia pianeti che orbitano attorno a stelle distanti. La maggior parte di questi pianeti ha le dimensioni di Nettuno e orbite relativamente vicine attorno alle stelle ospiti. Ma gli scienziati hanno anche scoperto alcuni esopianeti piccoli come la Terra che potrebbero essere potenzialmente rocciosi.
E una manciata di questi piccoli pianeti sono anche alla giusta distanza dalla loro stella ospite per avere temperature superficiali utili a garantire per la presenza di acqua di superficie liquida, l’ingrediente essenziale alla vita sulla Terra.
“Il quadro completo dell’abitabilità, tuttavia, implica anche uno sguardo alle qualità della stella”, spiega lo scienziato e autore principale del nuovo studio, il dott. René Heller.
A una distanza di poco più di 3000 anni luce dal sistema solare, la stella Kepler-160 si trovava nel campo visivo della missione primaria di Keplero ed è stata costantemente osservata dal 2009 al 2013. Circa 6 anni fa sono stati scoperti due esopianeti, chiamati Kepler-160b e Kepler-160c che orbitano attonro ad essa ma le loro temperature superficiali li rendono sicuramente caldi e tutt’altro che adatti ala vita come la conosciamo. Ma minuscole variazioni nel periodo orbitale del pianeta Kepler-160c hanno dato agli scienziati la conferma della presenza di un altro pianeta, finora rimasto conosciuto.
“KOI-456.01 è relativamente grande rispetto a molti altri pianeti considerati potenzialmente abitabili. Ma è la combinazione delle dimensioni circa il doppio di quelle della Terra e la distanza dalla sua stella ospite di tipo solare lo rendono così speciale e familiare “, spiegaHeller.
Al momento non si può escludere completamente che KOI-456.04 sia in realtà un colpo di fortuna statistico o un errore di misurazione ma il team di ricerca ha stimato che le probabilità che si tratti di un pianeta siano circa l’85%. Saranno necessari altri studi per confermarlo ma si tratta di una scoperta davvero eccezionale.
Fonti di riferimento: Max Planck Institute for Solar System Research, Astronomy&Astrophysics
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