Emergenza rifiuti? I 10 consigli di Legambiente

Ieri, 8 aprile 2009, è stato presentato il rapporto di Legambiente ''Rifiuti made in Italy'' dove si è constatato che la crisi dell'immondizia, se così si può chiamare, è ancora in atto.

Dopo la recente situazione di degrado di Napoli dovuta alla questione rifiuti, in Italia c’è chi crede che sia tutto rose e fiori. Non è così. greenMe.it ieri si è recata presso la sala conferenze di Palazzo Marini dove è stato presentato il rapporto di LegambienteRifiuti made in Italy” ed ha potuto constatare che la “crisi dell’immondizia”, se così si può chiamare, è ancora in atto.

L’Italia, invidiata in tutto il mondo per un altro tipo di made in Italy, non può che vergognarsi rispetto agli altri paesi della comunità Europea. La conferenza, organizzata da Legambiente, è stata un’occasione di incontro tra istituzioni, aziende operanti nel settore per discutere e cercare di migliorare la gestione dei rifiuti, Governo e Parlamento permettendo. Infatti, prendendo in considerazione i buoni esempi da replicare e le necessarie modifiche normative da apportare per adeguarsi alle nuove direttive europee, Legambiente ha presentato 10 proposte per cercare di risolvere il problema “monnezza“.

Prima di tutto bisogna sconfiggere il “mostro”, il nemico pubblico numero uno a detta di Legambiente: la discarica. Secondo il rapporto al centro-sud del Bel Paese il 49% dei rifiuti urbani viene ancora smaltito in discarica. Le ultime della classe, Molise e Sicilia, hanno addirittura raggiunto rispettivamente le percentuali del 95 e 93%. L’unica soluzione possibile, o perlomeno auspicabile, potrebbe essere dunque l’aumento del costo dello smaltimento nelle discariche, che potrebbe “suggerire” ad aziende e cittadini di smaltire i rifiuti in un altro modo.

Le altre proposte, vanno a implementare e quasi conseguentemente a completare la prima.

Infatti, Legambiente suggerisce, oltre alla diffusione della raccolta differenziata porta a porta in tutti i comuni dello Stivale, e  al completamento della rete impiantistica per il recupero e il trattamento dei rifiuti, anche la revisione del sistema di premialità/penalità secondo una gerarchia dei rifiuti. Quest’ultima, in effetti, farebbe diventare la discarica l’opzione più costosa, permettendo al recupero energetico e al riciclaggio di essere le buone pratiche da seguire.

Le proposte, poi, cercano la “cura” nella prevenzione, così come nel vecchio proverbio.  Basandosi sulle Best Practices si potrebbe dunque diffondere un sistema di prevenzione, arrivando così ad avviare la redazione di un programma nazionale. Ma senza leggi o normative, tutto questo non è possibile. Ecco quindi a conclusione, ma non per questo meno importanti, i consigli fatti ai signori del Governo e del Parlamento: chiusura delle stagioni dei commissariamenti, che agli italiani sono costati circa 1,8 miliardi di euro (senza risultati), e introduzione dei delitti ambientali nel codice penale con l’ausilio delle intercettazioni telefoniche.

Resta da chiederci se e quando verranno prese in considerazione queste proposte.

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