I rifiuti di plastica, in mare, durano anni, a volte anche secoli. La cosa che fa davvero paura è che all'ordine del giorno il mare ci restituisce bottiglie e flaconi risalenti a decenni fa. Dal Molise al Veneto, tanti sono i ritrovamenti di questo tipo. Scoperte che destano scalpore se si considera che i flaconi hanno più anni di chi li ha ritrovati. Tre di questi stanno facendo molto discutere
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Sembra quasi più facile credere che siano un fake, frutto di fotoritocco. Invece è tutto vero: in questi giorni il mare sta restituendo flaconi di detersivi vecchi anche di oltre 40 anni.
I rifiuti di plastica, in mare, durano anni, a volte anche secoli. Ultimamente abbiamo assistito a numerose morti di animali causate dall’ingestione della nostra spazzatura. La cosa che fa davvero paura è che all’ordine del giorno il mare ci restituisce bottiglie e flaconi risalenti a decenni fa.
Dal Molise al Veneto, i ritrovamenti di questo tipo si stanno susseguendo. Scoperte che dovrebbero destare scalpore, se si considera che i flaconi hanno più anni di chi li ha ritrovati.
Il flacone Ajax di Rovigo…
È accaduto nei giorni scorsi, dove a Rosolina Mare, in provincia di Rovigo, è stata trovata una bottiglia di detergente di oltre 40 anni, venduta a 150 lire invece che 200.
“Questa immagine dovrebbe far riflettere… Ho trovato su internet la locandina pubblicitaria del prodotto che risale al 1968!” racconta in un post Facebook l’autrice del ritrovamento.
Si chiama Alessandra e ha inviato la sua segnalazione a greenMe. La donna, 45 anni, di professione insegnante, dopo averla raccolta aveva buttato la bottiglia ma poi è tornata a prenderla:
“Volevo mostrarla ai miei alunni per far capire in concreto come il problema della plastica sia reale” ci racconta.
…a quello di Termoli
Un flacone simile era stato ritrovato a Termoli a novembre scorso. Anche noi avevamo postato le tristi foto su Facebook. In quel caso, il ritrovamento risaliva a circa 40 anni fa visto che il costo del prodotto era di 180 lire.
e Gaiola
“I Piatti-tti i piatti-tti con Nelsen Piatti li vuol lavare LUI…” Ve la ricordate la pubblicità di questo flacone di detersivo degli anni 80? ebbene eccolo riaffiorare quasi intonso dai nostri mari! E pensare che la ragazza trentenne che lo ha recuperato non era ancora nata quando lui spadroneggiava sugli scaffali dei nostri supermercati… non c’è dubbio, se non si corre ai ripari, la plastica sopravviverà alla razza umana!” racconta il Centro Studi Interdisciplinari Gaiola Onlus, che a Napoli si occupa di Ricerca e Divulgazione scientifica per la tutela e valorizzazione dell’ambiente marino-costiero.
Un altro inquietante flacone, simile ai precedenti, risalirebbe a circa 40 anni fa.
Sono fake? No!
Eppure c’è chi nega che possa trattarsi di immagini reali. Sembra quasi più facile credere che siano un fake, frutto di fotoritocco. Ma a che pro? È del tutto verosimile che i flaconi prodotti tanti anni fa siano ancora intatti.
Anche le loro etichette, seppur sbiadite, sono perfettamente leggibili. È questa una delle principali critiche che vengono mosse contro queste foto.
La spiegazione c’è: i colori dell’etichetta non si sono scoloriti perché la tecnica che veniva usata per realizzarli (tampografia), dava loro impermeabilità e resistenza, anche più della serigrafia.
Come spiegava già Leonardo Papagni, che aveva trovato il flacone Aiax a Termoli,
“gli invidiosi diranno Photoshop e invece no. La bottiglietta in questione l’ho trovata io sul lungomare Nord di Termoli (CB). Innanzitutto voglio chiarire che la stampa dell’etichetta ha quasi lo spessore che utilizzano oggigiorno per verniciare le auto, quindi presumo che gli standard aziendali degli anni ’70 miravano non poco allo sperpero. Aggiungerei anche che la composizione plastica (credo PET) di cui è composta la bottiglietta è davvero resistente, unica nota è che doveva essere celeste invece adesso è trasparente (si nota la sabbia all’interno.) Non so come ci sia finita sulla battigia, era insieme a residui fluviali composti dalle classiche cannucce,rami e alberi interi, ma voglio evidenziare che dietro la parola FAKE vi cullate un po’ troppo su quella che è la triste realtà”.
Mostrare queste immagini è importante e serve a sensibilizzare chi non si rende conto del danno che può fare un oggetto di uso comune se non appropriatamente smaltito. Serve per chi non si rende conto che la situazione è davvero grave.
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Francesca Mancuso