Fotovoltaico del sindaco: l’energia solare pubblica, collettiva e partecipata

Si chiama "Fotovoltaico del Sindaco" ed è la nuova iniziativa del Comune di Montechiarugolo dedicata a chi non ha la possibilità di installare il fotovoltaico sul tetto della propria abitazione

Fotovoltaico e buone pratiche dei comuni virtuosi. Passa per un paesino del parmense, Montechiarugolo, una nuova iniziativa volta all’uso delle energie pulite. Si chiama il “Fotovoltaico del Sindaco” e mira alla creazione di un fotovoltaico pubblico e collettivo rivolto in particolare ai cittadini che non hanno a disposizione un tetto dove poter installare i pannelli solari.

Per loro il Comune ha deciso di mettere a disposizione quelli degli edifici pubblici in modo da offrire a tutti la possibilità di contribuire a produrre energia rinnovabile. Per diverse ragioni, infatti, non tutti hanno a disposizione uno spazio sul tetto della propria casa, dove installare i pannelli fotovoltaici. In tali casi, sono stati messi a disposizione tre tetti del Comune di Montechiarugolo con annesso progetto definitivo di impianto da circa 50 Kw per 15/20 famiglie cantierabile fin da subito.

Inoltre, essendo un progetto partecipato, può essere anche modificato in base anche alle proposte avanzate dai cittadini che aderiranno.

Ma come funziona? Si tratta di una sorta di “conto energia comunale“, grazie al quale dietro una cooperativa di cittadini, in cambio di una piccolo cifra utilizzata dal Comune per costituire un fondo rotativo della “comunità solare”, avrà a disposizione la propria energia, incentivando al tempo stesso il “conto energia comunale” a sua volta utile ad incrementare l’accesso al risparmio energetico.

In alternativa agli spazi concessi dagli edifici pubblici, il tetto potrebbe essere fornito anche da aziende agricole, aziende artigianali “prevedendo in questo caso anche la cessione del lastrico solare con modalità diverse, ossia l’affitto o il diritto di superficie da parte dell’azienda, a fronte di un’equa contropartita“.

Parlando di costi, infine, i cittadini finanzieranno quote della cooperativa (da 0,1 a 4 Kw-quote, ad esempio per un valore di 3000-3500 euro a quota) per realizzare l’impianto che entra in produzione. Come sarà distribuita l’energia agli aderenti? La Cooperativa cui essi fanno capo si appoggerà ad un gruppo esterno, un produttore-dispacciatore di energia.

Una sorta di GAF (Gruppi di acquisto Fotovoltaico) e un’ottima idea per fornire a tutti la possibilità di contribuire a produrre energia pulita grazie al sole che speriamo venga presa d’esempio anche da tante altre amministrazioni locali e sindaci di tutta Italia.

Francesca Mancuso

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