Fotovoltaico 3D: in arrivo le celle solari a tre dimensioni

Chiariamo subito un punto: il cinema 3D non c'entra nulla. Si parla infatti di energia solare, una delle fonti rinnovabili su cui si sta investendo tantissimo, essendo il margine di miglioramento ancora molto alto. Tra i sogni della gran parte dei ricercatori c'è proprio quello di aumentare l'attuale resa delle celle solari, che al giorno d'oggi è ancora troppo bassa: 12 o 16%, a seconda dei modelli.

Le idee su come realizzare questo obiettivo si sprecano, ma noi di greenMe.it abbiamo scelto di spiegarvene una, tanto semplice quanto geniale: il fotovoltaico 3D, ovvero il solare a tre dimensioni! Per spiegare il principio sul quale si basa questa nuova tecnologia, più che al cinema bisogna fare riferimento all‘intestino. Sì perché le pareti dell’intestino (tenue) sono ricoperte da microscopiche protuberanze chiamate “villi”, il cui scopo è aumentare l’area che assorbe i nutrienti ingeriti con l’alimentazione, facilitando così la digestione. Insomma, rispetto alle due dimensioni, i villi creano un tessuto 3D molto più adatto al compito. Il discorso non cambia se al posto alle molecole di cibo sostituiamo i raggi del sole, e all’intestino i pannelli fotovoltaici. I “villi”, in questo caso, saranno forse le celle solari del futuro, fino ad oggi piatte e quindi prive della terza dimensione.

Il vantaggio di una terza dimensione infatti, non è solo avere più superficie colpita dai raggi del sole, ma anche avere più superficie che assorbe i raggi del sole. In un sistema 3D la luce riflessa non viene dispersa, ma rimbalza nel reticolo di “towers” (l’equivalente dei villi) fino al completo assorbimento. E qui entra in ballo la nanotecnologia, visto che le “towers” non sono altro che dispositivi microscopici in grado di trasformare la luce del sole in energia elettrica. Qualche esempio? I ricercatori del Georgia Tech Research Institute (GTRI) stanno lavorando su una “struttura a skyline”, dove tra i “grattacieli” (o “towers”) ci sono degli spazi vuoti, grazie ai quali il pannello può assorbire luce proveniente da ogni direzione.

Ma c’è anche la Solar3D Inc., che sta sperimentando una sorta di microfotovoltaico per catturare i fotoni e farli rimbalzare fino al completo assorbimento. Lo stesso MIT, ispirandosi alla foglie degli alberi sta studiando la miglior forma tridimensionale per aumentare l’efficienza dei pannelli fotovoltaici. Famoso è poi il caso di William Yuan, il ragazzino che ha sviluppato una cella solare 3D in grado di convertire fino a 500 volte l’energia solare convertita da una cella tradizionale (la ricerca gli è valsa una borsa di studio da 25.000 dollari).

fotovoltaico3D_mit

Insomma, si tratta di un filone tutt’altro da sottovalutare. E qui sì che torna utile il paragone con il cinema 3D: oggi c’è chi dice sia solo una moda, ma è lo stesso commento che si faceva agli albori del cinema vero e proprio.

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