Obbiettivo 18 Terawattora di energia rinnovabile entro il 2030: la Svezia è in anticipo di 12 anni, perché raggiungerà questo quantitativo entro il prossimo dicembre. Lo straordinario risultato è dovuto ad uno slancio finale dato all’energia eolica, che fornirà gli ultimi 7506 Megawatt a fine anno
Obbiettivo 18 Terawattora di energia rinnovabile entro il 2030: la Svezia è in anticipo di 12 anni, perché raggiungerà questo quantitativo entro il prossimo dicembre. Lo straordinario risultato è dovuto ad uno slancio finale dato all’energia eolica, che fornirà gli ultimi 7506 Megawatt a fine anno.
Incredibile? Tutto vero, ma solo per chi ci crede. 3861 turbine eoliche aggiunte agli enormi investimenti della Nazione che consentiranno il raggiungimento dei 18 Terawattora, circa il 13% del fabbisogno energetico complessivo, posti come obbiettivo entro il 2030.
E tutte nuove installazioni, alcune delle quali costruite in partnership con la Norvegia, con cui la Svezia condivide un mercato di certificati rinnovabili e ben 840 Megawatt solo nel secondo trimestre di quest’anno, la maggior parte a terra, per un totale di 2609 Megawatt di capacità eolica on-shore (cioè non a largo della costa).
Il trend è in aumento e fa ben sperare che si realizzi quello che la Svezia dice da tempo, ovvero l’intenzione di usare solo fonti rinnovabili entro il 2040. Sicuramente nel Paese l’eolico è molto forte, per motivi naturali, ma anche l’idroelettrico è molto usato, per non parlare del fotovoltaico.
Impianti eolici svedesi (neri: in funzione; verdi: concessi; gialli: in fase di valutazione; rossi: respinti)
Foto: Svensk Vindenergi
Ricordiamo comunque che la Svezia produce ancora molta energia dal nucleare, sebbene anche questa fonte sembra voler essere progressivamente abbandonata. Inoltre il Paese vanta un vasto territorio per una popolazione molto esigua, per ovvi motivi climatici che rendono poco ospitali (ma non prive di risorse) le regioni più a Nord.
Tutto vero: risorse, meno di 10 milioni di abitanti (un sesto di quelli dell’Italia, molto più piccola territorialmente) e “vento a favore”. Ma questo vento non è solo quello fisico: il Paese ha infatti deciso di investire nelle rinnovabili, cosa che altre Nazioni (tra le quali, purtroppo, la nostra) hanno fatto molto di meno.
E a onor del vero, come riporta Bloomberg, c’è anche chi teme che questo boom di nuove installazioni renda le precedenti già “obsolete”, con il rischio che queste non possano godere quasi più degli incentivi. Come sempre c’è sempre il risvolto della medaglia da tenere sotto controllo.
Ma i risultati si vedono, non è utopia. Ma sempre e solo per chi ci crede.
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Roberta De Carolis
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