Rinnovabili: produrre energia dagli infrarossi emanati della Terra verso lo spazio

Infrarossi, il calore emanato dalla Terra nello spazio potrebbe diventare una nuova fonte di energia rinnovabile? Sì, secondo i fisici della Harvard School of Engineering and Applied Sciences, che hanno pubblicato il loro studio in Proceedings of the National Academy of Sciences.

Infrarossi, il calore emanato dalla Terra nello spazio potrebbe diventare una nuova fonte di energia rinnovabile? Sì, secondo i fisici della Harvard School of Engineering and Applied Sciences, che hanno pubblicato il loro studio in Proceedings of the National Academy of Sciences.

L’idea è dell’Italiano Federico Capasso, esperto di fama mondiale nel campo della fisica dei semiconduttori, della fotonica e dell’elettronica. “L‘energia rinnovabile può essere generata ogni volta che il calore fluisce da un corpo caldo verso un corpo più freddo. Un tale flusso si verifica tra la superficie calda della Terra a il freddo spazio esterno, attraverso la radiazione termica infrarossa”, si legge nello studio.

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Per questo, sono stati messi appunto gli Emissive Energy Harvester (EEH), dispositivi in grado di generare energia dall’emissione di radiazione termica verso il cielo. “Calcoliamo il limite termodinamico per la quantità di potenza disponibile, e come caso di studio, tracciamo come questo limite vari giornalmente e stagionalmente in una posizione in Oklahoma“, continua lo studio.

“Non era affatto ovvio, in primis, come generare corrente continua attraverso l’emissione di luce infrarossa nello spazio libero verso il freddo. Può sembrare strano generare energia dal calore emesso, e non assorbendo dalla luce. Ha senso fisicamente, se ci riflettiamo, ma è anche altamente controintuitivo. Stiamo parlando dell’uso della fisica su scala nanometrica per applicazione del tutto innovative“, spiega Capasso.

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Ora, Capasso e il suo gruppo di ricerca, stanno lavorano per realizzare qualcosa che assomigli a un pannello solare fotovoltaico, ma che, invece di catturare la luce in arrivo, generi energia elettrica attraverso il rilascio di luce infrarossa. Certo, le tecnologie attuali non sono sufficienti a produrre subito dispositivi Eeh efficienti, ma i recenti sviluppi tecnologici nella plasmonica, nell’elettronica di piccole dimensioni, nei nuovi materiali come il grafene e nella nanofabbricazione indicano già che lavorare sulla progettazione di una soluzione di questo tipo è la strada da seguire.

Roberta Ragni

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