Earth Day: così greenMe ha visto cambiare gli stili di vita degli Italiani, contribuendo a renderli sempre più green

In questi 12 anni, effettivamente, possiamo dire di essere stati testimoni, ma in fondo anche avere la piccola presunzione di aver contribuito, a un reale cambiamento degli stili di vita degli italiani, sempre più attenti alle tematiche ambientali

greenMe nasce nell’ormai lontano 2009, dall’idea di due “pazzi visionari”, convinti che, per cambiare il mondo bisognasse cominciare dai piccoli gesti, partire dal ME per arrivare al NOI. E in questi 12 anni, effettivamente, possiamo dire di essere stati testimoni, ma in fondo anche avere la piccola presunzione di aver contribuito, a un reale cambiamento degli stili di vita degli italiani, sempre più attenti alle tematiche ambientali. Un cambiamento raggiunto, a piccoli passi, proprio grazie alla cassa di risonanza fornita dalla Rete.

A raccontare questa incredibile storia, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, la Direttrice di greenMe.it Simona Falasca, spiegando come siamo diventati più “Green” in questi anni, proprio grazie alla rete, dove ispiriamo il cambiamento da 12 anni, un gesto alla volta. Il magazine online più letto in Italia per le tematiche di ambiente e sostenibilità alla Giornata della Terra ha dedicato uno speciale, con una categoria a parte dove gli utenti possono trovare tantissimi contenuti, oltre a video e post sui suoi social (Facebook e Instagram, in particolare).

Se la televisione ha fatto gli italiani, Internet ha sicuramente contribuito a fare degli italiani cittadini attivi, sempre più green oltre che consumatori sempre più consapevoli.

Le nuove possibilità tecnologiche offerte dal web prima e dagli smartphone poi, hanno mutato costumi e abitudini , portando le persone a familiarizzare con figure e pratiche altrimenti sconosciute o intuibili solo sui libri.

Internet ha portato nelle case conflitti e stili di vita spesso dimenticati dai grandi network televisivi o non raggiungibili dai reporter, promuovendo la sensibilizzazione e la conoscenza della popolazione su molte tematiche , ambiente incluso, altrimenti appannaggio degli addetti ai lavori.

Il web in pratica ha permesso di informarsi e successivamente, con i social, aggregarsi al di fuori dei temi e degli stili di vita mainstream (referendum 2011)

In Italia gli esempi più lampanti, i primi che hanno fatto capire la portata del fenomeno in atto, sono i movimenti sorti, proprio sul web e sui social, intorno ai temi del nucleare e all’acqua pubblica che hanno dato vita ai referendum del 2011 e gettato le basi per la nascita del Movimento 5 Stelle che, al contrario, ha saputo, a differenza dei tradizionali partiti, cavalcare e interpretare l’importanza della rete e dei temi ambientali, finalmente non più appannaggio dei soli “ambientalisti”.

Il grande merito di Internet e dei social probabilmente è proprio quello di aver fatto capire che i cambiamenti climatici e l’ecologia sono argomenti non così lontani dal “piccolo orticello” di ciascuno di noi e che vanno a intaccare la salute e il benessere di ciascuno. Ma soprattutto che essere sostenibili non vuol dire Rinunciare alla crescita.

Quando siamo nati nel 2009 in Italia c’erano solo siti prettamente ambientalisti e per “addetti ai lavori”, che parlavano un linguaggio difficile e tecnico. Il successo quasi immediato di greenMe fu dovuto proprio alla scelta di argomenti alla portata di tutti, con un linguaggio semplice, ironico, a volte irriverente (Non a caso il boom arrivò con la famosa guida all’ecosesso) per dimostrare che è possibile vivere, mangiare, consumare e muoversi rispettando un po’ di più il Pianeta in cui viviamo.

Il 2009 è anche l’anno in cui i social network sorpassano per la prima volta nel mondo le email e quello in cui in Italia scoppiò il boom di Facebook con più di 13,5 milioni di utenti iscritti. La parola d’ordine diventa CONDIVIDERE.

Non solo post, ma anche l’ufficio, la casa o il divano per andare in vacanza a costo zero. Sono gli anni d’oro della cosiddetta Share-Economy che porta negli italiani parole e possibilità nuove come Co-housing, il co-working, il carsharing, ma anche il crowdfunding e il couchsurfing.

Sono gli anni in cui al consumismo si inizia a sostituire il consumo critico e arriva la consapevolezza delle famose 4 R, Ridurre, Riutilizzare, Recuperare e Riciclare.

Dal 2010 fino al 2015, gli italiani iniziano ad avere a che fare con la raccolta differenziata e a sensibilizzarsi sulla lotta agli sprechi alimentari: consumare meno per consumare meglio diventa la nuova filosofia. Da qui una nuova attenzione al biologico, ma anche all’etica dei prodotti.

Trend che sono sfociati oggi in cambiamenti radicali degli stili di vita, come riporta anche l’ultimo rapporto Eurispes 2020:

• I vegetariani e vegani nel 2019 sono quasi il 9% della popolazione italiana contro il 6,7% del 2010
• Il plastic free diventa il nuovo mantra
• Le tematiche ambientali entrano finalmente nel dibattito polito, sociale e culturale (Tabella Eurispes, pag. 221 e pag. 227)

Subito prima dello scoppio della pandemia, arriva la consapevolezza che i cambiamenti climatici rappresentano la principale sfida del nostro tempo e la tutela dell’ambiente diventa la terza preoccupazione degli italiani, sempre più disposti a cambiare le proprie abitudini per limitare la plastica e il riscaldamento terrestre. E greenMe proprio nel 2020 diventa entra nella top15 dei media più condivisi sui social.

Perché probabilmente il più grande cambiamento ottenuto dalla rete a livello mondiale è stato quello di riuscire a globalizzare molte battaglie politiche e sociali e riportato i giovani, ormai orfani di ideologie, in piazza per un futuro migliore dove il clima per la prima volta nella storia diventa una battaglia aggregante per cui lottare.

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