Le immagini riprese dall'alto mostrano quanto fossero inadeguate le dimensioni del recinto in cui era costretto a vivere l'orso Papillon
Papillon, l’orso più famoso d’Italia, è riuscito a scappare per la seconda volta a pochi mesi dalla sua cattura.
Nonostante sia stato castrato e sedato, M49 non ha perso la voglia e la determinazione di tornare in libertà e, la scorsa notte, ha superato la barriera elettrica e divelto la rete elettrosaldata della recinzione che lo tenevano prigioniero.
Poco dopo la sua ultima fuga, l’associazione LAV ha diffuso le immagini del recinto in cui l’orso M49 è stato costretto a vivere dallo scorso aprile, in seguito alla sua cattura.
Papillon era detenuto in uno spazio ristretto, del tutto inadeguato per un orso, come mostrano le immagini riprese dal drone, commentate da Massimo Vitturi, responsabile LAV animali selvatici.
“Il recinto del Casteller non è una casa per orsi! Lo confermano le immagini esclusive (viste dall’alto) del recinto del Casteller, diffuse oggi dalla LAV alla notizia dell’ennesima fuga di M49, suddiviso in tre porzioni larghe meno di 50 metri, non può garantire il soddisfacimento delle necessità etologiche di un grande animale selvatico – basti pensare che un orso percorre fino a 20 km al giorno!
Quel recinto è come una condanna all’ergastolo per un innocente che non ha mai aggredito nessuno – sedato e castrato, è comprensibile che #M49 abbia cercato nuovamente la libertà. È la prova evidente di una gestione fallimentare da parte della Provincia di Trento, che non deve in nessun modo ricadere sulla vita di M49: gli orsi hanno tutto il diritto di vivere in piena libertà, siamo noi umani a doverci adattare alla loro presenza favorendo la convivenza.” – ha commentato Vitturi
Non stupisce che, in queste condizioni, Papillon non volesse vivere. L’orso è munito di radiocollare e probabilmente non sarà difficile rintracciarlo e riportalo in gabbia o, peggio, ucciderlo: perché non lo si lascia finalmente libero?
Fonte di riferimento: LAV/
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