A Madrid, le amministrazioni si impegnano a difendere la corrida con azioni diverse e puntano a farla diventare patrimonio culturale.
‘La corrida è una dimostrazione di libertà e va tutelata e difesa’. Senza minimamente pensare al benessere animale, ma con un occhio rivolto verso il business, il presidente della Comunità di Madrid, Isabel Díaz Ayuso assieme con il sindaco della capitale, José Luis Martínez-Almeida, ha firmato un protocollo in base al quale, entrambe le amministrazioni si impegnano a difendere la corrida con azioni diverse e puntano a farla diventare patrimonio culturale.
Abbiamo esultato alla notizia che quest’anno, per via della pandemia di coronavirus, le corride si sono fermate e speravamo che in Spagna, diventasse una prassi consolidata. Ma gli eventi ci dicono che purtroppo non è così.
A l’Arena di Las Ventas si firma un protocollo che decreta di fatto più finanziamenti alla corrida e tutela completa. “L’arena è un luogo emblematico – ha affermato il presidente – e un segno distintivo di ciò che è la comunità e di ciò che è la città di Madrid, cioè libertà, pluralità, apertura, avanguardia, ma anche radici e tradizioni”.
Una tradizione che però cela abusi e maltrattamenti sugli animali, come ha svelato qualche settimana fa, un’investigazione della Lav che ha mostrato ad Algemesi, Siviglia e Madrid, tori uccisi violentemente, seviziati e giustiziati dopo una lunga agonia: “Altri si feriscono gravemente per lo stress, appena entrati nell’arena. In diversi casi l’intrattenimento mette a serio rischio la vita dei presenti all’interno dell’arena”. Inoltre, il filmato mostra vere e proprie violenze sugli animali, in cui il matador colpisce il toro con l’estoque in maniera non corretta, causando gravi e lente emorragie, soprattutto dalla bocca con sofferenze atroci e un lento soffocamento degli animali. “In diversi momenti in cui l’animale deve subire il “colpo di grazia”, la puntilla (pugnale) viene usata più volte, mostrando un’agonia lentissima per i tori coinvolti”, aveva raccontato la LAV. Ma all’orrore si aggiunge altro orrore: secondo quanto scoperto, la carne di toro ucciso nelle arene viene venduta in alcune macellerie e ristoranti locali e trasportata fuori dalle arene senza alcun criterio igienico-sanitario e di fronte a minori.
Tutte cose che a quanto pare, vengono messe in secondo piano dal portare avanti la tradizione. Il presidente di Madrid ha ricordato che dal precedente governo municipale di Madrid “hanno cercato in tutti i modi di porre fine alla corrida nella capitale” e un ordine è stato dato per chiudere la Venta del Batán, la scuola di corrida Marcial Lalanda e che qualsiasi riferimento ai tori nella programmazione delle Fiestas de San Isidro è stato eliminato”.
Ma ora, con Martínez-Almeida, il presidente ha detto: “Il Consiglio Comunale di Madrid ritorna a Las Ventas, uno spazio che non avrebbe mai dovuto tralasciare il rispetto per il popolo di Madrid, quasi un milione all’anno, che viene a vedere la corrida”. Il protocollo sancisce anche che la Scuola di corrida José Cubero “El Yiyo” di Madrid ritorna a tutti gli effetti tra le strutture municipali di Venta del Batán e verrà consentito agli studenti di allenarsi con bovini e cavalli.
📰 @IdiazAyuso da un nuevo paso en defensa de la tauromaquia y firma un protocolo con el Ayuntamiento de @MADRID para protegerla como patrimonio cultural. https://t.co/tbaLBM95Tz
— Comunidad de Madrid (@ComunidadMadrid) July 17, 2020
Díaz Ayuso spera che la scuola “El Yiyo” di José Cubero proseguirà e continui a essere considerata una delle scuole di corrida più importanti della Spagna. L’obiettivo è quello di promuoverla in modo che ne emergano di nuovo grandi ‘figure di corride’.
Entrambe le amministrazioni poi, si impegnano anche a svolgere azioni di promozione della corrida nell’ambito dei rispettivi poteri, tra cui, ad esempio, la corrida in campagne istituzionali per incentivare il turismo e la cultura nella regione. Per il presidente della Comunità di Madrid, la corrida è “un evento storico, artistico, culturale e turistico che ha una grande importanza. Sarebbe di grande cecità politica allontanarsi dal primo posto al mondo”.
Nonostante le denunce internazionali, la corrida è il secondo spettacolo con il più grande afflusso di pubblico, dopo il calcio e ha un impatto economico annuale di 414 milioni di euro nella regione, ecco perché buona parte della Spagna non ha nessuna intenzione di mettere fine a uno spettacolo sanguinario e impietoso.
Fonte: Comunitad de Madrid
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