Ogni anni muoiono circa 20mila a causa delle attività umane. Per fermare questa strage silenziosa qualche mese fa l’associazione “Friend of the Sea” ha lanciato una certificazione 'Whale Safe': con pochi accorgimenti le imprese che operano in mare possono fare molto per salvare questi cetacei. Ma siamo ancora troppo lontani dal traguardo ed è bene ricordarlo in occasione della Giornata mondiale delle balene, che quest'anno ricorre il 19 febbraio
È un massacro silenzioso di cui la maggior parte delle persone è all’oscuro. Ogni anno, fino a 20.000 esemplari di balena muoiono negli scontri con le navi. L’immagine di una balena morta stipata nella prua di una nave container simboleggia questa tragedia. Tuttavia, la maggior parte del tempo, i loro corpi si inabissano senza lasciare traccia visibile a monito della gravità del fenomeno.
Gli scontri fra i cetacei e le navi sono diventati una minaccia sempre più importante per la sopravvivenza di questi animali: si stima infatti che le collisioni durante la navigazione uccidano fino a venti volte più balene rispetto alla controversa pratica della caccia a questi cetacei.
Il traffico marino è aumentato del 300% dal 1992, raddoppiando il suo volume ogni dieci anni e mettendo sotto pressione l’intero habitat naturale delle balene, dove gli animali vivono e si riproducono. Ancor peggio, le attuali imbarcazioni hanno aumentato la loro velocità, rendendo difficile per le balene allontanarsi in tempo dalla loro traiettoria e evitare così uno scontro. Purtroppo, il fenomeno riguarda tutti i mari del mondo. Sono state identificate tuttavia 11 aree ad alto rischio per le collisioni fra il Mar Mediterraneo, lo Sri Lanka, la Patagonia, Panama e la calotta artica.
Per fermare la mattanza il programma internazionale Friend of the Sea (gestito dalla World Sustainability Organization) ha creato un vero e proprio ‘certificato’ per la salvezza delle balene, per accendere i riflettori dell’opinione pubblica su questo problema, coinvolgere l’industria del commercio marittimo e ridurre così le collisioni mortali per le balene. Il certificato viene consegnato alle imprese che rispettano alcuni criteri, come ad esempio implementare un sistema permanente di termocamere per intercettare le balene, essere parte di un sistema di mappatura online per allertare sulla presenza delle balene in una determinata zona, ridurre la velocità di navigazione per scongiurare il rischio di collisione con gli animali.
Le compagnie crocieristiche, gli operatori di trasporto marino e le flotte di pescherecci che adottano queste semplici misure riceveranno il Logo dell’associazione Friend of the Sea. A nostra volta, noi possiamo scegliere di proteggere le balene riferendoci agli operatori certificati dall’associazione. Solo insieme possiamo fermare la strage.
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Fonte: SaveTheWhales Dossier
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