Il Consiglio di Stato ha ordinato una seconda sospensione del famigerato e crudele esperimento sui macachi dell’Università di Torino, in corso presso l’Università di Parma.
Alla luce delle evidenze emerse durante l’intero iter legale, il supremo organo della giustizia amministrativa ha disposto che gli esperimenti vengano immediatamente interrotti, richiedendo un dovuto “approfondimento scientifico analitico e motivato” da parte di un ente terzo che dovrà confrontarsi con le parti.
Il Consiglio di Stato ha inoltre ritenuto l’urgenza, circa la possibilità che uno slittamento dei termini del progetto di ricerca possa far perdere alle Università parte del finanziamento europeo di ben due milioni di euro, “recessiva rispetto alla cecità provocata in sei esseri senzienti, con indubbia sofferenza (e con la successiva, certa destinazione all’abbattimento)”.
“Questa importante pronuncia, finalmente, fa chiarezza oltre il “muro di gomma” che difende un progetto sperimentale in cui emergono sempre di più requisiti mancanti, incongruenze e insufficienti valutazioni di parte, come quella dell’organismo interno dell’Università di Parma, e ristabilisce la prevalenza dell’interesse alla protezione degli animali, degni di tutela”, commenta la Lav, che da tempo si batte per far cessare questa violenza.
In particolare, la sperimentazione oggetto del progetto “Light-up” prevede la lesione della vista, con invasivi interventi al cervello, e l’uccisione finale degli animali, esperimento classificato dallo stesso Ministero della Salute con il grado di dolore più alto ed eseguito su delle specie fortemente protette dalle norme nazionali ed europee.
“Ora LAV rinnova la richiesta al Ministro della Salute, Roberto Speranza, di revocare l’autorizzazione a questo esperimento – dichiara Gianluca Felicetti, Presidente LAV che aggiunge – confermiamo la volontà di accogliere i macachi in un centro di recupero specializzato in primati, in modo che possano affrontare un percorso di riabilitazione che li porti ad essere liberi dalla paura degli anni passati nelle gabbie, quanto poteva già avvenire per i due animali rimandati indietro nei mesi scorsi fino al fornitore e dall’Università di Parma, comportamento questo giudicato anche dal Consiglio di Stato nella sua odierna Ordinanza, in relazione a quanto voluto dal Decreto Legislativo sulla sperimentazione”.
Fonte: Lav
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