Scimmie da laboratorio infettate con un coronavirus letale per trovare antivirale efficace anche contro il Covid-19

Remdesivir è un promettente farmaco antivirale contro la MERS, ma potrebbe essere utile anche nel trattamento del Coronavirus

Sono stati infettati con MERS-CoV, un cugino del ceppo del Coronavirus che ha colpito quasi 80mila persone in tutto il mondo, causando quasi 3mila decessi, e poi è stato somministrato loro un farmaco antivirale in via sperimentale. Parliamo di un test in laboratorio fatto su 18 macachi rhesus dai ricercatori del National Institutes of Health degli Stati Uniti.

Si tratta del remdesivir, un antivirale sviluppato contro Ebola e già ritenuto promettente contro il nuovo emerso in Cina, tanto da essere stato già usato in via sperimentale per un contagiato in Usa e per i tre pazienti diagnosticati in Italia e ricoverati allo Spallanzani di Roma.

Lo studio pubblicato su Pnas parla appunto di questo farmaco antivirale sperimentato per la Mers (Sindrome respiratoria del Medio oriente) su dei macachi. Il team diretto da Emmie de Wit del Laboratory of Virology del National Institute of Allergy and Infectious Disease di Hamilton (Usa) ha testato quindi il remdesivir ed è arrivato ad alcune conclusioni. Innanzitutto, c’è da ricordare che il Mers-CoV ha causato fino ad oggi quasi 2500 casi di sindrome respiratoria mediorientale ed è stato scoperto nel 2012. I decessi sono stati del 35% dei casi.  Questo farmaco era già stato testato in vitro sui topi, senza portare risultati soddisfacenti, adesso sui macachi rhesus dimostra di essere efficace contro il Coronavirus della Mers.

virus scimmie

©PNAS

Come si legge nello studio:

“I nostri dati mostrano che remdesivir è un promettente trattamento antivirale contro la MERS. Potrebbe anche avere utilità per il Coronavirus  partito da Wuhan, in Cina”.

Durante l’esperimento i macachi sono stati trattati con remdesivir, alcuni a scopo preventivo, altri 12 ore dopo aver somministrato l’infezione. È emerso che il farmaco ha portato una riduzione delle implicazioni su polmoni, trachea e bronchi. I segni clinici, la replicazione virale e le lesioni polmonari sono risultati ridotti anche negli animali trattati a scopo terapeutico rispetto ai controlli, sebbene in misura minore rispetto agli animali trattati a scopo profilattico.

Gli scienziati in Cina all’inizio di questo mese avevano già depositato un brevetto per remdesivir nella speranza che possa aiutare a curare i pazienti con Coronavirus. Sono in corso altri studi per capire se effettivamente possa essere efficace, anche se è stato già dimostrato che il farmaco allieva i sintomi del virus cinese.  All’inizio del mese, era stato somministrato a un uomo di Washington, la prima persona a cui è stato diagnosticato il Coronavirus negli Stati Uniti. Il giorno dopo aver assunto il farmaco, l’uomo non aveva più bisogno di ossigeno supplementare e il suo appetito era migliorato. Quattro giorni dopo, la sua febbre era passata.

Resta da chiedersi, come sempre, quanto sarà utile tutta questa sofferenza sugli animali da laboratorio, dal momento che comunque dovranno essere eseguiti test umani.

Fonte: PNAS

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