Sulle coste del Cile gli uccelli stanno costruendo i loro nidi con i nostri rifiuti di plastica

Il cormorano dalle zampe rosse utilizza la plastica per costruire il proprio nido in Cile: è un vero e proprio problema ambientale

Un tempo i cormorani dalle zampe rosse per costruire i loro nidi usavano, alghe, piume e guano, oggi le loro case sono fatte con rifiuti di plastica. Un nuovo articolo pubblicato sulla rivista Marine Pollution Bulletin racconta ciò che sta succedendo lungo la costa di Atacama, nel nord del Cile. A Mejillones Bay, una città portuale, i rifiuti di plastica sono abbondanti e stanno influenzando il modo di vivere degli animali. Perché non c’è solo il problema dell’inquinamento marino.

“Questa potrebbe essere la colonia più contaminata al mondo”, ha detto Ana García-Cegarra, professoressa di biologia all’Università di Santo Tomás Antofagasta e autrice dello studio sui cormorani assieme al Centro no profit di fauna marina e osservazione delle balene.”Altri studi hanno rilevato che l’80% dei nidi in una colonia era fatta di plastica, noi abbiamo visto che in 151 nidi, il 100% era plastica”.

Le foto scattate dai ricercatori mostrano come i cormorani dalle zampe rosse costruiscono i loro nidi con sacchetti di plastica, attrezzatura da pesca in nylon e teloni di materiale industrale. L’inquinamento sta smantellando gli ecosistemi oceanici e costieri e forse solo adesso, ce ne stiamo rendendo conto.

cormorano

Centro di osservazione della fauna marina e delle balene

I detriti di plastica influiscono sulla sopravvivenza di numerose specie come gli uccelli marini. Diversi studi segnalano che la plastica soffoca gli animali, ma solo pochi descrivono la presenza di questo materiale nei nidi.

“Qui riportiamo le prove che la colonia di cormorano dalle zampe rosse (Phalacrocorax gaimardi) sta utilizzando plastica come materiale di nidificazione in due importanti strutture portuali nel Cile settentrionale”, si legge nello studio.

Dal campionamento dei nidi, nello specifico è emerso che essi sono composti per il 35% da sacchi industriali in polipropilene, sacchetti di plastica (33%) e attrezzi da pesca (10%).

“È solo negli ultimi cinque anni o giù di lì che abbiamo assistito a un’impennata negli studi che rivelano la reale portata della quantità di contaminazione da plastica sul nostro pianeta, con i suoi effetti dannosi nei nostri oceani”, ha detto Mauricio Urbino, un zoologo all’Università di Concepcion del Cile. “La cosa preoccupante è che, se non riduciamo ora l’uso della plastica, le cose peggioreranno”.

García-Cegarra spiega che la plastica è pericolosa per gli uccelli, per questo molti cormorani erano mortinei nidi. Le due principali minacce sono che gli uccelli si impigliano e muoiono di fame o al contrario ingeriscono plastica e soffocano.

“Poiché questi uccelli sono subacquei, probabilmente raccolgono la plastica dal fondo del mare e la trasferiscono nei loro nidi”, ha detto García-Cegarra.

La regione di Antofagasta, dove si trova la baia, è una delle più ricche del Cile a causa dell’elevata quantità di industrie estrattive. Mejillones, a circa 40 miglia a nord del capoluogo regionale era storicamente una piccola città di pescatori che iniziò a crescere nel 1800.

“Le nostre cattive abitudini nel consumo di plastica stanno influenzando tutta la fauna marina, raggiungendo ora nidi di uccelli, la profondità dell’oceano e finiscono persino sulla nostra tavola attraverso pesci che la ingeriscono”, ha detto García-Cegarra. “Dobbiamo agire subito e ridurre il nostro consumo di plastica”.

Fonte: Research Gate

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