Un uomo di nome Don MacKenzie, particolarmente sensibile nei confronti delle sofferenze degli animali, si è reso protagonista, a Waterford, in Connecticut, del salvataggio di un’aragosta dalla propria muta agonia, che l’avrebbe trasformata in una pietanza costosa da servire agli avventori di un ristorante. Molti non sono a conoscenza di come le aragoste spesso vengano bollite vive dagli chef, dopo essere state costrette a trascorrere un periodo di tempo variabile a chele legate, appoggiate su di un letto di ghiaccio.
Un uomo di nome Don MacKenzie, particolarmente sensibile nei confronti delle sofferenze degli animali, si è reso protagonista, a Waterford, in Connecticut, del salvataggio di un’aragosta dalla muta agonia che l’avrebbe trasformata in una pietanza costosa da servire agli avventori di un ristorante. Molti non sono a conoscenza di come le aragoste spesso vengano bollite vive dagli chef, dopo essere state costrette a trascorrere un periodo di tempo variabile a chele legate, appoggiate su di un letto di ghiaccio.
L’uomo si sarebbe recato presso il ristorante “The Dock”, al fine di acquistare un’aragosta del peso di 7 chilogrammi, non per trasformarla nella propria cena, bensì per liberarla in mare. È così che l’aragosta ha potuto ricevere il benaugurante nome di battesimo di Lucky Lerry. Uno degli elementi che ha spinto l’uomo a compiere il proprio gesto compassionevole e, per fortuna, non così poco frequente, sarebbe l’età dell’aragosta stessa, che è stata stimata tra gli 80 ed i 100 anni, basandosi sia sul suo peso che sul suo aspetto.
L’aragosta è stata liberata dal proprio salvatore nelle acque di una località segreta, dalle quali si spera non possa mai essere nuovamente catturata da parte dei pescatori. La liberazione ufficiale dell’aragosta sarebbe stata accolta positivamente dagli adulti del luogo, ma ancor di più dai bambini presenti sul molo nel momento in cui Don MacKenzie si è allontanato dalla costa a bordo di un’imbarcazione per poter regalare a Lucky Lerry una nuova speranza di vita.
Un simile gesto di altissimo rispetto per la vita degli animali che popolano il pianeta ha avuto luogo esattamente un mese fa anche in Italia, precisamente nella zona della Costa Smeralda, ad opera di una coppia di turisti tedeschi. In un ristorante della località Cala di Volpe la coppia avrebbe acquistato aragoste vive per un valore di 500 euro, non certamente per cibarsene, ma per poterle liberare in mare.
I crostacei sarebbero stati esposti vivi nelle vetrine del ristornate di pesce ed avrebbero provocato la compassione della donna, che avrebbe dunque convinto il marito a compiere l’atto di acquistarle affinché non venissero uccise per la mera soddisfazione del palato di altri clienti del ristorante. I due turisti tedeschi avrebbero dunque preso in consegna le aragoste all’interno di un contenitore per il trasporto e le avrebbero in seguito liberate.
È proprio l’Italia, inaspettatamente, a mostrare una particolare sensibilità nei confronti dei crostacei messi in vendita nei ristoranti e conservati all’interno di essi in condizioni non adatte alla loro specie nei momenti in cui si trovano ancora in vita. Lo scorso settembre l’intervento di un gruppo animalista in un ristorante di Caserta, che avrebbe denunciato le inadeguate condizioni a cui gli astici erano sottoposti all’interno del ristorante, portando ad un intervento della Polizia Municipale e ad una sanzione per il locale stesso.
Chiamare immediatamente la Polizia Municipale potrebbe dunque rappresentare una soluzione valida nel caso si avvistino situazioni di maltrattamento di astici o aragoste all’interno dei ristoranti (o di altri animali marini lungo le spiagge). Ricordiamo infatti che i reati di maltrattamento degli animali e di detenzione degli stessi in condizioni incompatibili con la loro natura sono previsti dal Codice Penale, con particolare riferimento agli articoli 727 e 544-ter.
Marta Albè
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