Chiediamo giustizia per il cane Angelo e tutte le altre vittime innocenti della follia (PETIZIONI)

Storie di ordinaria follia quelle che sempre più spesso, sentiamo ai danni dei nostri amici animali. Picchiati, seviziati e barbaramente uccisi solo per qualche momento di stupidità gloriosa sui social network.

Storie di ordinaria follia quelle che sempre più spesso, sentiamo ai danni dei nostri amici animali. Picchiati, seviziati e barbaramente uccisi solo per qualche momento di stupidità gloriosa sui social network.

Ci si sente forti con i più deboli, con chi non può difendersi, con chi diventa vittima e oggetto di scherno e che la maggior parte delle volte, paga con la stessa vita questo “gioco” violento e malsano.

Ma cosa siamo diventati? Non c’è più pietà per nessuno e si uccidono gli animali “tanto per ridere”.

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Ma esattamente cosa ci sarebbe da ridere?

Perché a noi, il video del cane Angelo ammazzato da quattro balordi poco più che ventenni, non ci ha fatto ridere per niente.

Siamo forse davanti alla brama di celebrità post orrore? Lucas, Francesco, Nicholas e Giuseppe hanno torturato, impiccato e ucciso a colpi di bastone e di pale un cane innocuo adottato dal paese di Sangineto in Calabria e adesso sono in attesa di giudizio. Se tutto va bene in 18 mesi saranno fuori dal carcere (ammesso che ci arrivino).

Il video postato su Facebook è diventato virale in poco tempo e tantissimi utenti hanno denunciato la crudeltà del gesto. Sono nati gruppi come “L’Urlo di Angelo” ed è stata lanciata una petizione online per chiedere che i fautori non rimangano impuniti.

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Ma la storia di Angelo è una delle tante che si trovano online, purtroppo. Perché ormai, la violenza sugli animali, diventa pure una cosa di cui vantarsi.

A settembre, la cagnolina Pilù aveva subito atroci sofferenze e l’azione era stata denunciata dal Fae.

ATTENZIONE IMMAGINI FORTI!

L’elenco sarebbe lunghissimo e non vogliamo scendere in terribili dettagli che minerebbero la sensibilità dei nostri lettori, e la nostra.

Noi ne siamo sconcertati, ma sappiamo che il fenomeno è in continua evoluzione, per cui chiunque dovesse assistere a una scena come quella di cui è stato vittima Angelo o trova in rete un video su maltrattamenti agli animali, ha il dovere civile e morale di denunciare il reato, perché di questo si tratta.

In un Paese civile queste cose non dovrebbero capitare e, se mai capitassero, dovrebbero assolutamente essere duramente punite.

I colpevoli non devono rimanere impuniti. Non possiamo più salvare Angelo, ma possiamo aiutare tanti altri animali. Facciamolo.

Firma qui la petizione

COSA POSSIAMO FARE

Se si vede un animale maltrattato, raccogliere il più possibile prove (comprese foto, video, documenti, testimonianze, ecc.) per comprovare il maltrattamento e denunciarlo in forma scritta presso una Forza di Polizia (Corpo Forestale dello Stato 1515, Carabinieri 112, Polizia di Stato 113, Guardia di Finanza 117, Polizie locali (Municipali-Provinciali) chiamando il centralino di Comune o Provincia) ai sensi di uno o più articoli del Codice Penale come introdotti dalla Legge 189/2004.

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Per porre fine al maltrattamento, se in corso e prosegue, chiedere l’intervento urgente anche solo telefonicamente (che dovrebbe essere accompagnato da un atto da parte delle Forze di Polizia intervenute di sequestro penale dell’animale ai sensi del Codice di Procedura Penale.

Dominella Trunfio

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