Daniza: riaperta l’inchiesta su mamma orsa, indagato il veterinario

C'è ancora speranza per avere giustizia per Daniza, mamma orsa uccisa dai narcotici dopo la sua cattura lo scorso mese di settembre. Il Gip di Trento Carlo Ancona ha deciso di riaprire la vicenda giudiziaria sull'uccisione di mamma orsa Daniza, ritenendo che si possa configurare la responsabilità del Veterinario che ha preparato la dose

C’è ancora speranza per avere giustizia per Daniza, mamma orsa uccisa dai narcotici dopo la sua cattura lo scorso mese di settembre. Il Gip di Trento Carlo Ancona ha deciso di riaprire la vicenda giudiziaria sull’uccisione di mamma orsa Daniza, ritenendo che si possa configurare la responsabilità del Veterinario che ha preparato la dose.

Così il Giudice ieri ha depositato il provvedimento con il quale ha respinto la richiesta della Procura di Trento di archiviazione dell’inchiesta sulla morte dell’orsa durante il tentativo di cattura. Bocciata, dunque, la linea della Procura che aveva escluso il maltrattamento dal momento che aveva ritenuto che il veterinario avesse comunque agito in un quadro normativo chiaro, ovvero che le operazioni di cattura dell’orsa rientravano in un caso previsto dalle norme e anche dai protocolli.

La Procura aveva osservato che l’ordinanza di cattura di Daniza era stata adottata seguendo il piano di azione per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi. Però il veterinario non avrebbe avuto “un’adeguata capacità di contrastare in modo efficace la complicanza della narcosi sostanziatasi nell’ipossiemia indotta dall’uso della medetomidina. Nel momento topico si è verificato un inappropriato approccio da parte del veterinario”.

“Si tratta di una vicenda drammatica e gravissima, non solo per l’orsa uccisa ma anche per i suoi cuccioli rimasti orfani precocemente per irresponsabilità umane: la LAV aveva già avanzato l’ipotesi di imputabilità per il reato di maltrattamento e uccisione di animali, ora confermata dal Gip. Nessuna fatalità, Daniza è stata uccisa: chiediamo che si vada a fondo su questa vicenda, accertando le responsabilità anche tra i vertici della Provincia”, ribadisce la LAV che aveva denunciato per violazione dell’articolo 544 bis del Codice Penale – reato di animalicidio che prevede fino a 2 anni di reclusione – anche il Presidente della Provincia di Trento Rossi, il Vice Presidente Olivi, l’Assessore-veterinario alla caccia Dalla Piccola.

Una morte che anche l’Ente Nazionale Protezione Animali ha fin dal principio ritenuto essere un caso pieno di zone d’ombra. E proprio per questo a fine dicembre, quando la Procura di Trento aveva richiesto l’archiviazione, la Protezione Animali aveva presentato ricorso contro tale provvedimento.

“Tutta la vicenda che ha portato alla morte dell’orsa – dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali – dalla presunta aggressione all’altrettanto presunto cercatore di funghi, fino al provvedimento di cattura e alla successiva telenarcosi, presenta moltissimi punti oscuri”.

Sono milioni gli italiani che pretendono sia accertata la verità e chiedono che sia fatta giustizia, come chiedono di avere notizie ufficiali anche sui due cuccioli, che ci si augura siano ora in letargo.

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