Sochi 2014, olimpiadi di sangue: il massacro dei cani randagi. Ecco cosa fare

Sochi, la città russa che ospiterà a breve le Olimpiadi invernali, deve essere subito liberata dai cani randagi. Per questo le autorità locali hanno ingaggiato una società privata per risolvere il problema con la soluzione più estrema e cruenta: l'uccisione di massa.

Sostenendo di avere un “obbligo verso la comunità internazionale”, un politico dal parlamento regionale, Sergei Krivonossov, ha detto che c’è “un problema evidente con gli animali che vivono nelle strade” e che “lo sterminio è il modo più veloce per risolvere il problema”. La città si appresta a investire 42.500 euro per finanziare l’uccisione degli animali.

Gli attivisti animalisti si stanno ribellando agli abbattimenti indiscriminati, indicando altre soluzioni, come la sterilizzazione e la creazione di rifugi. Ma con molta probabilità non verranno ascoltati, proprio come è accaduto per la strage di cani randagi compiuta in Ucraina prima degli Europei di calcio del 2012, che ha portato all’indignazione internazionale e a un boicottaggio dell’evento sportivo.

“Ci risiamo. Dopo gli europei in Ucraina, ancora una volta un evento sportivo viene usato a pretesto per condurre una feroce campagna di sterminio nei confronti dei randagicommenta il direttore scientifico dell’Ente Nazionale Protezione Animali, Ilaria Ferri -. Tutto questo non ha nulla a che vedere con lo spirito di pace e fratellanza che dovrebbe contraddistinguere i giochi olimpici. È intollerabile che per dare una parvenza di ordine e di efficienza venga scatenata una vera e propria guerra senza quartiere contro altri esseri viventi, inermi e indifesi”.

Così come è inaccettabile che le Olimpiadi invernali possano diventare il pretesto per catturare animali liberi e condannarli ad una vita da reclusi all’interno di un delfinario. A fare le spese dello “spirito olimpico” delle autorità russe, già finite nell’occhio del ciclone per la politica di discriminazione nei confronti degli omosessuali e per la scarsa attenzione per la sostenibilità, non sono solo i randagi, ma anche due orche che, insieme ai delfini, saranno destinate ad essere detenute in un acquario per essere esibite al pubblico dei Giochi Invernali.

Proprio la Russia è uno dei Paesi acquirenti dei delfini catturati nella baia Taiji, in Giappone. E secondo quanto reso noto da fonti di stampa anche un delfino in cattività sarà coinvolto nella cerimonia olimpica. “Nulla al mondo, neanche il business milionario legato ad un evento sportivo può e deve giustificare atti di sopraffazione nei confronti degli animali – aggiunge Ferri -. Ci appelliamo al Governo italiano e al Coni affinché manifestino il disappunto e la contrarietà della nostra opinione pubblica per quanto sta accadendo nella località del Caucaso”.

Cosa possiamo fare? Boicotaggio e pressione sono le parole chiave. L’invito dell’associazione animalista è quello di non recarsi a Sochi e di non guardare in televisione le gare olimpiche, manifestando all’Ambasciatore della Russia il proprio sdegno; questi sono alcuni dei modi migliori per spaventare chi vorrebbe arricchirsi calpestando i diritti degli animali. Ecco, infine, alcune petizioni per dire no alle “Olimpiadi di sangue”:

http://www.change.org/petitions/stop-the-massacre-of-the-homeless-animals-in-sochi-for-winter-olympics-2014

http://www.thepetitionsite.com/972/019/713/2000-street-dogs-and-cats-will-be-killed-for-the-olympic-games-in-sochi-in-2014/

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