Incendi Chernobyl visibili dal satellite. Il fumo soffoca Kiev che diventa la città più inquinata al mondo in questo momento

Gli incendi nell’area di Chernobyl continuano a bruciare. Secondo fonti governative, al momento sono stati domati 2 dei 4 roghi ancora in corso ma il forte vento che si è abbattuto sull’area non sta facilitando il lavoro. Anche dai satelliti è possibile vedere che sono in corso una serie di incendi. Sul fronte della presenza di radioattività, si è espressa anche l’Arpa, rassicurando che in Italia non sono stati rilevati valori anomali.

A fornire un bilancio provvisorio della situazione è il ministro dell’Interno ucraino Arsen Avakov. Secondo il suo ultimo aggiornamento di ieri 20 aprile, a Chernobyl c’erano ancora 4 incendi:

“I voli sulle zone interessate sono avvenuti in mattinata dopo il lavoro svolto ieri. Uno dei quattro focolai è stato contenuto nella zona di Chernobyl. Due su quattro a Zhytomyr. Le previsioni per il vento non molto buone, per oggi sono fino a 20 m/ s, è un forte vento. Le forze di terra e l’aviazione sono al lavoro” ha scritto su Twitter. “Gli sforzi principali sono stati mirati a contenere quattro punti in cui erano presenti cespugli e resti di legname e una torbiera in fiamme”.

Secondo il Ministro, tre elicotteri e altri mezzi via terra, stanno tentando di domare le fiamme, insieme ad attrezzature speciali e più di 600 persone.

Gli incendi visti dai satelliti

Purtroppo la situazione sembra ancora lontana dalla risoluzione. Secondo la rete di monitoraggio Firms della Nasa, ad oggi in Ucraina sono in corso una serie di incendi, come mostra anche la mappa che segue:

mappa firms chernobyl

©Firms/Nasa

Kiev è al momento la città più inquinata del mondo

Secondo quanto riportato da Reuters, infatti, gli incendi hanno gravemente peggiorato la qualità dell’aria della capitale ucraina, facendole conquistare un triste primato: al momento è la più inquinata del mondo. Le fiamme divampate nei pressi della centrale nucleare hanno spinto l’inquinamento di Kiev a livelli drammatici secondo il sistema di monitoraggio svizzero IQAir: Kiev ha registrato il più alto livello di contaminazione dell’aria delle principali città del mondo, davanti a Hangzhou, Chongqing e Shanghai in Cina.

A confermarlo anche il Ministro Avakov:

“La causa dell’inquinamento atmosferico intorno a Kiev è da ricercare negli incendi della foresta nella regione di Zhytomyr. Sono stati bruciati 7800 acri di foresta”.

Stando a quanto sostiene il ministero della Salute dell’Ucraina, però, non vi è stato alcun nuovo rischio di radiazioni dovute agli incendi:

“Lo smog non comporta una minaccia chimica o radiologica, lo sfondo delle radiazioni rientra nei limiti normali”.

In ogni caso, è importante  fare attenzione perché il fumo “può causare mal di testa, tosse, difficoltà respiratorie, irritazione agli occhi, infiammazione della mucosa del naso e della laringe, nonché una serie di malattie e allergie”.

Arpa, non c’è radioattività in Italia

Anche l’Arpa e l’Isin stanno monitorando la situazione. Secondo l’Agenzia, a seguito degli incendi che si sono sviluppati intorno alla ex centrale nucleare di Chernobyl livelli molto bassi di radioattività si sono diffusi nella zona ma in Italia non sono stati rilevati valori che destano preoccupazione:

“La rete di monitoraggio europea, di cui fanno parte le agenzie ambientali italiane, con il coordinamento tecnico dell’Istituto Nazionale per la Sicurezza e la Radioprotezione (ISIN), conferma che in Italia non sono stati rilevati valori anomali” si legge nel comunicato ufficiale dell’Arpa.

Secondo l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione,

“le previsioni della diffusione delle masse d’aria contenenti radioattività e provenienti dall’Ucraina nell’indicare il possibile interessamento di buona parte del territorio europeo, stimano che i livelli di concentrazione di Cesio-137 attesi nel particolato atmosferico non hanno alcuna rilevanza dal punto di vista radiologico e sono tali da non costituire alcun rischio di tipo sanitario per l’uomo e impatto sull’ambiente”.

Confermato quanto previsto dalle simulazioni francesi

L’Isin  ha confermato quanto ipotizzato dallo studio dell’Istituto di radioprotezione e sicurezza nucleare francese. Quest’ultimo ha effettuato una serie di simulazioni relative agli spostamenti delle masse d’aria provenienti dall’area degli incendi verificatisi il 5 e 6 aprile in Ucraina:

“La simulazione è stata effettuata partendo dal presupposto che le emissioni radioattive medie, avvenute tra il 3 e il 12 aprile 2020, continueranno dal 14 al 20 aprile 2020” spiega l’Istituto.

Per fortuna, secondo quanto confermato dall’Istituto

“la stima dell’impatto derivante dall’inalazione della radioattività portata dalle masse l’aria che arriva in Francia rimane invariata e senza conseguenze per la salute”.

Per approfondire: Incendi Chernobyl: la nube radioattiva incombe sull’Europa (e sull’Italia). A Kiev l’aria è irrespirabile

Anche il monitoraggio effettuato dalla Rete RESORAD in Italia sembra confermare che non vi sia alcun valore anomalo di radioattività legato agli incendi di Chernobyl:

“Le concentrazioni di Cesio-137 stimate dai modelli matematici sono talmente basse (quindi, si ribadisce, del tutto irrilevanti per la salute) che riuscire a misurarle può rappresentare un compito arduo anche per i sofisticati strumenti ad alta sensibilità di cui i laboratori della Rete RESORAD sono dotati”.

Radioattività a Kiev

Kiev rimane comunque una sorvegliata speciale. Secondo lo State Nuclear Regulatory Inspectorate of Ukraine, l’Autorità di sicurezza nucleare ucraina, nella capitale le concentrazioni misurate più elevate di Cesio-137 si sono mantenute a livelli molto bassi, quasi sempre inferiori a 1 mBq/m3 che, se paragonato con il fondo usuale di circa 6 microBq/m3, costituisce comunque l’evidenza del passaggio di aria contaminata, sebbene in maniera lieve.

“Tali concentrazioni, anche nelle ipotesi più cautelative che si possono formulare (ad es., persistenza della concentrazione massima per l’intera durata degli incendi, presenza anche dello Stronzio-90, l’altro radioisotopo presente nell’ambiente a seguito dell’incidente di Chernobyl) risultano diverse decine di migliaia di volte inferiori al limite di dose previsto per la popolazione: non costituiscono pertanto un pericolo per la salute e non hanno alcuna rilevanza radiologica” rassicura l’Isin.

Fonti di riferimento: Isin, Reuters, Arpa, Twitter/Arsen Avakov,

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