Le candide acque dell'Artico si tingono di rosso dopo il grave sversamento di petrolio che si è verificato a Norilsk, in Russia
Le candide acque dell’Artico si tingono di rosso. Il nostro inquinamento non risparmia nessuno, neanche il Polo Nord. Le immagini dall’alto che arrivano da Norilk sono terrificanti e mostrano tonnellate di petrolio alla deriva lungo il fiume Ambarnaya.
In Russia è in corso un grave disastro ambientale, uno dei più gravi degli ultimi tempi. Il 29 maggio da uno dei serbatoi di carburante di una centrale elettrica di proprieta del colosso Norilsk Nickel è stata registrata la fuoriuscita di oltre 20.000 tonnellate di petrolio e lubrificanti. Gran parte di essi si sono riversati nel fiume Ambarnaya.
Nonostante i tentativi di arginare i danni, la situazione ormai sembra sfuggita di mano, come mostrano le immagini registrate anche via satellite e pubblicate su Twitter. Quelle che seguono sono state registrate dal satellite Sentinel2 dell’Agenzia Spaziale Europea.
Thermal plant fuel leak polluted Ambarnaya river in Taymyr. Response teams with a floating dam blocks dangerous pollutants from flowing into a lake Pyasino near Norilsk city. Red color oil spills are well visible on the #Sentinel2 images from May 31 and June 1. #Copernicus pic.twitter.com/20ciZbZLD5
— Alexey Kucheiko (@Alexindia1) June 3, 2020
Qui altre immagini scattate dall’alto, che mostrano la nauseabonda marea rossa che ha invischiato il fiume russo.
State of emergency in Norilsk after 20,000 tons of diesel leaks into Arctic river system. Fear that thawing permafrost caused damage to storage tank https://t.co/EYvzar8jUQ pic.twitter.com/oN4pOtLZy0
— The Siberian Times (@siberian_times) June 2, 2020
Non mancano le polemiche. Il presidente Putin ieri ha dichiarato lo stato di emergenza ma ormai sembra davvero troppo tardi visto che, anche se lo sversamento si è verificato il 29 maggio, la notizia è trapelata solo giorni dopo.
Secondo Norilsk Nickel, uno dei serbatoi di carburante della centrale elettrica ha perso pressione probabilmente a causa del global warming: potrebbe essere lo scioglimento dei ghiacci dovuto ai cambiamenti climatici ad aver favorito il cedimento dei pilastri dei serbatoi e di conseguenza la fuoriuscita del petrolio.
Ma a prescindere dalle cause, adesso si temono le conseguenze. A rischio è tutta la rete dei fiumi siberiani. Il fiume Ambarnaïa, colpito dall’inquinamento, sarà difficile da ripulire perché è lontano dalle strade. Inoltre non è navigabile perché è poco profondo. Si tratta di un disastro ambientale ancora più grave di quello avvenuto nel 2007 dello Stretto di Kerch, nel Mar Nero. Allora venne registrata una fuoriuscita di petrolio pari a 5000 tonnellate e venne richiesto l’intervento dell’esercito e di centinaia di soccorritori.
Il ministro russo dell’Ambiente Dmitri Kobylkin ha dichiarato che solo il Ministero russo per le situazioni di emergenza potrebbe gestire la pulizia “forse conl coinvolgimento dei militari”.
Fonti di riferimento: BBC, Nornickel
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