Si concludono oggi i tre giorni di lavoro dei giovani di Youth4Climate. Le loro proposte sono state raccolte in un documento finale
Si concludono oggi i tre giorni di lavoro dei giovani di Youth4Climate. Le loro proposte sono state raccolte in un documento finale all’attenzione dei grandi del mondo
Si conclude oggi l’esperienza di Youth4Climate, la prima conferenza globale sul clima in cui i veri protagonisti sono stati i giovani, attenti all’ambiente e al futuro del nostro Pianeta. Tre giornate di conferenze ed incontri che si sono svolte a Milano e che hanno visto la partecipazione di 400 giovani ambientalisti provenienti da 186 paesi del mondo – fra cui anche Greta Thunberg. Slogan, discorsi a effetto (Vogliamo giustizia climatica e la vogliamo ora!) e denunce contro l’immobilità dei potenti della Terra di fronte alle minacce sempre più incalzanti che la crisi climatica ci pone, ma anche proposte concrete fatte dai ragazzi che saranno poi riportate alla annuale conferenza Onu sul clima, la Cop26, prevista il prossimo novembre a Glasgow.
Anche Papa Francesco è intervenuto alla conferenza dei giovani con un videomessaggio, in cui ha ringraziato i giovani per i sogni e i progetti di bene che hanno e per il fatto che si preoccupino tanto delle relazioni umane quanto della cura dell’ambiente.
(Leggi anche: Pre Cop26: tra bla bla bla e (finta) transizione ecologica, cosa abbiamo capito dal confronto tra Greta Thunberg e Cingolani)
Il documento finale di questa esperienza, reso noto nella serata di ieri, sarà presentato questa mattina all’apertura della Pre-Cop26 (l’incontro preparatorio dei vari ministri che parteciperanno all’evento di novembre) e consegnato al premier italiano Mario Draghi, alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella e del segretario generale ONU Antonio Guterres (che parteciperà alla conferenza da remoto).
Fra le richieste emerse, un maggiore coinvolgimento dei più giovani nei processi decisionali sulla lotta climatica, l’accelerazione verso le fonti energetiche rinnovabili, dignità del lavoro, rispetto delle popolazioni locali, maggiore consapevolezza sulla crisi climatica e sull’inquinamento grazie alla formazione fatta nelle scuole. La proposta più difficile da mettere in atto, quella che richiede un impegno veramente importante, resta il raggiungimento di emissioni zero per le industrie entro il 2030 – o, meglio, la chiusura di tutte le industrie alimentate con fonti fossili entro questa data.
Riusciranno i nostri giovani a far valere davvero la loro voce e ottenere ciò che hanno chiesto per salvare il Pianeta dalla distruzione?
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Fonte: ANSA
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