Chernobyl continua a bruciare nel silenzio generale. La nube radioattiva supera l’Italia

Chernobyl continua a bruciare. Gli incendi si sono riattivati anche a causa dei forti venti. E l'aria è ancora più irrespirabile

Chernobyl continua a bruciare. Nessuno ne parla più, solo i residenti continuano a postare testimonianze delle fiamme che divorano le foreste attorno alla centrale ma anche quelle del resto dell’Ucraina.

Oggi è il 17° giorno ma la situazione sembra lontana dalla risoluzione. Quattro incendi sono in corso e i vigili del fuoco sono allo stremo.

La situazione nelle foreste attorno a Chernobyl è drammatica, come mostra il video girato da Yaroslav Yemelianenko, che fa parte del comitato consultivo pubblico del servizio di emergenza:

Al momento tre sono le sorgenti degli incendi: una situata a circa 70 km a ovest della centrale di Chernobyl e che si estende per 25 km. Un’altra è in un’area a circa 30 km a ovest del Centrale di Chernobyl ai margini della zona di esclusione e altri due camini più piccoli si trovano nella zona di esclusione molto vicino alla centrale elettrica (a circa 2 km).

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Secondo quanto postato da Greenpeace Russia su Facebook

“L’ incendio intorno a Chernobyl è ripartito con nuova forza. La situazione nelle aree occupate della centrale nucleare di Chernobyl sta peggiorando di nuovo, le piogge hanno fermato l’incendio solo per un giorno. Nella notte dal 16 al 17 aprile, l’incendio divampato nella regione è diventato ancora più forte”.

Secondo le stime dell’associazione, adesso l’area coinvolta dai primi incendi supera i 40.000 ettari.

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“La situazione desta serie preoccupazioni anche perché nella zona di esclusione sono divampati nuovi incendi. Ora ce ne sono almeno tre. I più gravi di oggi si sono verificati al di fuori della zona di esclusione, nei distretti di Ovruch e Narodich, nella regione ucraina di Zhytomyr. Il più vicino si trova a 10 chilometri dalla zona di esclusione. Sulla base delle immagini satellitari, gli esperti russi di Greenpeace ritengono che proprio questi incendi abbiano provocato un notevole fumo a Kiev e nei suoi dintorni”

spiega Greenpeace, secondo cui questa settimana, le situazioni meteo non saranno affatto favorevoli. Non sono previste piogge che possano aiutare i vigili del fuoco a domare le fiamme. Inoltre, è previsto l’arrivo di un forte vento che potrebbe favorirne la diffusione.

Secondo Volodymyr Demchuk, direttore del dipartimento di risposta alle emergenze, oltre 1.000 persone sono state coinvolte nel tentativo di estinguere gli incendi ma le radiazioni nella regione di Kiev sono entro i limiti normali.

Tuttavia, gli esperti di radiazioni di Greenpeace hanno evidenziato che in condizioni di smog, qualsiasi ulteriore esposizione all’inalazione di aria con un alto contenuto di radionuclidi aumenta il rischio di cancro e altre malattie. E ciò è particolarmente pericoloso sullo sfondo della pandemia da coronavirus.

Nube radioattiva: aggiornamenti

La scorsa settimana, l’Istituto francese di radioprotezione e sicurezza nucleare ha ipotizzato, sulla base di una simulazione, che le masse d’aria provenienti dalla zona degli incendi verificatisi il 5 e 6 aprile potrebbero aver raggiunto la Francia dal 7 aprile. Adesso arriva un nuovo aggiornamento, che da una parte conferma che gli incendi in Ucraina che il governo aveva dichiarato estinti il ​​15 aprile, sono stati riattivati ​​sotto l’effetto di forti venti.

Dall’altra, la nuova nota informativa pubblicata dall’IRSN ha fornito una nuova modellizzazione delle traiettorie delle masse d’aria aggiornata fino al 20 aprile 2020.

“La simulazione è stata effettuata partendo dal presupposto che le emissioni radioattive medie, avvenute tra il 3 e il 12 aprile 2020, continueranno dal 14 al 20 aprile 2020” spiega l’Istituto.

L’IRSN ha continuato a simulare il trasporto di masse aeree tra il 14 e il 20 aprile 2020. Questa simulazione è stata effettuata partendo dal presupposto che i rilasci radioattivi che si sono verificati tra il 3 aprile e il 14 aprile continueranno dal 14 al 20.

Per fortuna, secondo quanto confermato anche dall’Istituto francese per la sicurezza nucleare

“la stima dell’impatto derivante dall’inalazione della radioattività portata dalle masse l’aria che arriva in Francia rimane invariata e senza conseguenze per la salute”.

Gli ultimi dati forniti dall’Istituto, risalenti al 15 aprile, rivelano che

“A partire dal 14 aprile, queste masse aeree stavano ancora coprendo metà del territorio. I livelli di radioattività previsti in Francia sono estremamente bassi, inferiore a 1 µBq / m3 nel 137C”.

Fonti di riferimento: Irsn, Greenpeace Russia, Reuters, Greenpeace Russia/Facebook

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