Via libera dagli stati europei ai negoziati per il nuovo accordo commerciale con gli Stati Uniti. Il 15 aprile, tutti i governi dell’Unione – eccetto la Francia, contraria, e il Belgio, astenuto – hanno dato l'ok ai mandati chiesti dalla Commissione europea per negoziare il nuovo accordo transatlantico di liberalizzazione del commercio Usa-Ue
Via libera dagli stati europei ai negoziati per il nuovo accordo commerciale con gli Stati Uniti. Il 15 aprile, tutti i governi dell’Unione – eccetto la Francia, contraria, e il Belgio, astenuto – hanno dato l’ok ai mandati chiesti dalla Commissione europea per negoziare il nuovo accordo transatlantico di liberalizzazione del commercio Usa-Ue.
Si tratta di una sorta di versione mini del TTIP, che da una parte punta a evitare i dazi Usa sulle auto Ue tramite la loro eliminazione alla radice e dall’altra si propone di risolvere il problema dei dazi su acciaio e alluminio.
Rispetto al discusso TTIP, che era un vero e proprio accordo di libero scambio che includeva non solo le merci industriali ma anche prodotti agricoli, appalti pubblici, investimenti, servizi ed energia, il nuovo mini-accordo con gli Usa fa parte degli impegni presi nella dichiarazione congiunta Juncker-Trump dello scorso luglio, con cui Bruxelles sta cercando di evitare la guerra dei dazi, dopo quelli Usa su acciaio e alluminio e quelli europei sui prodotti simbolo americani come i jeans Levi’s e le Harley Davidson.
In particolare, il Consiglio ha approvato i mandati per la Commissione per l’avvio di negoziati con gli Stati Uniti su due accordi:
- un accordo commerciale limitato all’eliminazione delle tariffe per i soli prodotti industriali, esclusi i prodotti agricoli;
- un accordo sulla valutazione della conformità che avrebbe come obiettivo la rimozione di ostacoli non tariffari, rendendo più facile per le imprese dimostrare che i loro prodotti soddisfino i requisiti tecnici sia nell’UE che negli Stati Uniti, pur mantenendo un elevato livello di protezione nell’UE.
Per quanto riguarda l’accordo sull’eliminazione delle tariffe industriali, l’obiettivo dichiarato dal Consiglio è quello di aumentare gli scambi tra l’UE e gli Stati Uniti, migliorare l’accesso al mercato e generare nuove opportunità di occupazione e crescita.
“Il mandato conferito dal Consiglio garantisce che i negoziati tengano pienamente conto delle particolari sensibilità di determinati beni, come i prodotti ad alta intensità energetica e i prodotti della pesca, nonché dell’impatto ambientale derivante dalle differenze nei quadri normativi dell’UE e degli Stati Uniti” si legge nel comunicato ufficiale.
Inoltre, la Commissione dovrebbe produrre quanto prima una valutazione d’impatto sulla sostenibilità che esaminerebbe i potenziali impatti economici, ambientali e sociali di questo accordo, anche alla luce degli impegni assunti dall’UE in accordi internazionali come quello di Parigi sui cambiamenti climatici.
“L’adozione da oggi delle direttive negoziali dell’UE fornisce un chiaro segnale dell’impegno dell’UE a favore di un’agenda commerciale positiva con gli Stati Uniti e dell’attuazione del programma di lavoro rigorosamente definito dai presidenti Trump e Juncker il 25 luglio 2018. Ma vorrei essere chiaro: non parleremo di agricoltura o appalti pubblici, un altro elemento importante è che l’impatto ambientale e sociale dell’accordo sarà pienamente preso in considerazione durante i negoziati” ha assicurato Ştefan-Radu Oprea, ministro dell’Ambiente delle imprese, del commercio e dell’imprenditoria rumena e presidente del Consiglio.
Adesso l’Europa è pronta ad avviare negoziati con gli Stati Uniti. Inoltre, il documento sottoscritto dai 28 stati per il mini-TTIP mette la parole fine al primo TTIP, considerato “obsoleto e non più pertinente”.
Non è dello stesso avviso la Campagna Stop TTIP Italia secondo cui resta il mandato negoziale relativo al primo TTIP, accordato nel 2013 prima che esplodesse una protesta dilagata al punto da dover congelare le trattative. Un mandato mai revocato e quindi ancora utilizzabile, che riguarda invece tutti i settori, compresa l’agricoltura e i servizi pubblici.
Secondo Stop TTIP Italia, i Governi Ue stanno autorizzando la Commissione a trattare con Trump l’azzeramento di dazi e quote “ingiustificati” su tutti i prodotti industriali scambiati tranne quelli agroalimentari.
DI fatto nel nuovo mini-TTIP:
“non c’è alcuna garanzia che gli scambi di merci verranno adattati alle esigenze dell’ambiente. Il negoziato mette sul piatto anche le regole d’origine, senza che il rispetto degli standard europei – pur citati – sia in alcun modo vincolante”.
Il secondo punto dell’accordo riguarda le barriere non tariffarie che rappresentano il 70% degli ostacoli al commercio transatlantico.
“Per aggirarli o indebolirli la strategia è semplice: semplificare il riconoscimento dei risultati delle valutazioni di conformità dei prodotti, il che significa – con tutta probabilità – scegliere la via meno rigorosa per produrre e/o distribuire e, di conseguenza, autorizzare le importazioni di prodotti o sostanze. Il tutto, promette Bruxelles “garantendo un livello elevato di protezione nell’UE”, che però non è definito in alcun modo. C’è di più: mentre è del tutto assente perfino la più vaga allusione al principio di precauzione, Bruxelles annuncia di voler studiare come “introdurre requisiti di valutazione della conformità meno onerosi basati sulla valutazione del rischio connesso al prodotto”. Dunque valutazioni che non si basano sulla qualità, sull’impatto ambientale e/o sociale. Nessun settore è escluso da questo rullo compressore: cibo, ambiente, chimica, farmaci, tutto sarà oggetto di contrattazione riservata tra Junker e Trump grazie all’ok dei paesi membri come il nostro”.
Una specie TTIP in versione ridotta uscito (forse) dalla porta principale e rientrato da quella di servizio.
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Francesca Mancuso