Elezioni politiche 2018: le promesse sull’ambiente dei politici. Magari fossero vere

Vietare la plastica, raddoppiare le rinnovabili, dire addio alle fossili e al diesel dal 2021, fermare trattati come TTIP e CETA che favoriscono solo le multinazionali. Sarebbe bello, se solo fosse vero. In realtà si tratta di fake news, falsi annunci elettorali creati ad arte da Greenpeace per sottolineare la scarsa attenzione dei principali leader politici nei confronti dell'ambiente

Vietare la plastica, raddoppiare le rinnovabili, dire addio alle fossili e al diesel dal 2021, fermare trattati come TTIP e CETA che favoriscono solo le multinazionali. Sarebbe bello, se solo fosse vero. In realtà si tratta di fake news, falsi annunci elettorali creati ad arte da Greenpeace per sottolineare la scarsa attenzione dei principali leader politici nei confronti dell’ambiente.

Sui social network girano queste immagini elettorali che raffigurano sette tra i principali leader politici, con messaggi che appaiono davvero molto ambientalisti. Ma c’è poco da rallegrarsi purtroppo. Si tratta infatti di una campagna di comunicazione di Greenpeace, com’è chiaro dal disclaimer: “Questa è una fake news”.

L’ambiente non compare tra i temi di cui dibattono i candidati alle prossime elezioni politiche in Italia, eppure è un tema cruciale. La qualità dell’aria nelle nostre città è tra le peggiori d’Europa e gli effetti dei cambiamenti climatici sono già evidenti. Le politiche energetiche degli ultimi anni hanno soffocato lo sviluppo delle rinnovabili che in Italia devono invece tornare a crescere. Senza misure coerenti di riduzione drastica delle emissioni di gas serra e di adattamento e mitigazione siamo tutti esposti a rischi gravissimi” ha spiegato Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia.

Per questo, l’associazione ha scelto i volti di Berlusconi, Bonino, Di Maio, Grasso, Meloni, Renzi e Salvini, accostandoli alle frasi che non questi personaggi non diranno durante la campagna elettorale.

Berlusconi: rinnovabili raddoppiate in tre anni

Magari. Ma purtroppo così non sarà. Non è vero che l’Italia è ai primi posti in Europa per le fonti rinnovabili e che ha già raggiunto gli obiettivi europei fissati per il 2020. Secondo Greenpeace, si tratta solo di trucco statistico: negli ultimi anni infatti il nostro paese ha conquistato il record della peggior performance nello sviluppo delle rinnovabili. Non solo. Ha addirittura aumentato la quota di energia prodotta da fossili.

berlusconi

Bonino: no a Ttip e Ceta

Gli accordi commerciali come il TTIP e CETA mettono a rischio i nostri standard sulla sicurezza degli alimenti e la qualità delle produzioni agricole. Ma difficilmente in campagna elettorale sentiremo di impegni chiari contro la ratifica.

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Di Maio: stop ai diesel entro il 2021

Una verità e una bugia. La prima: la qualità dell’aria nelle nostre città è tra le peggiori d’Europa con oltre 90.000 morti premature all’anno. La seconda: addio ai motior diesel e a ogni tipo di motore a combustibile fossile entro il 2021.

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Grasso: l’Italia non diventerà il gasdotto d’Europa

Altro che indipendenza energetica. La nostra Strategia Energetica Nazionale (SEN) prevede di fare dell’Italia un hub del gas e almeno l’80 per cento sarebbe importato dall’estero.

Per approfondire: Strategia energetica nazionale, la promessa: Italia senza carbone entro 2025-2030

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Meloni: bandire la plastica usa e getta

Tra i paesi che si affacciano sul Mediterraeo, l’Italia è quello che produce la maggiore quantità pro-capite di rifiuti di plastica (2,3 kg a persona/giorno, secondo l’UNEP). Eppure non esiste alcunastrategia volta a diminuirne la produzione.

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Renzi: due anni fa il suo sì al referendum sulle trivelle

Due anni fa siamo rimasti con l’amaro in bocca, lasciandoci sfuggire l’occasione di vietare nuove trivellazioni in mare. Il mancato raggiungimento del quorum ha quindi lasciato libertà di azione al petrolio.

Per approfondire: Referendum trivelle: vince l’Italia dell’astensionismo. Ennesimo regalo alle lobby fossili

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Salvini: acqua pulita, non come quella contaminata bevuta in Veneto per anni

Da 350 a 800.000 cittadini del Veneto sono minacciati dall’inquinamento da PFAS. Eppure, solo da poco, e grazie alle pressioni di cittadini e associazioni, i limiti di queste pericolose sostanze nelle acque potabili sono stati ridotti. Ma ancora non esiste alcun inventario pubblico delle fonti dell’inquinamento.

Per approfondire: Pfas nelle acque del Veneto, emergenza ambientale e sanitaria

salvini

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Francesca Mancuso

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