Inquinamento oceani: nel 2050 ci sarà più plastica che pesci

I risultati di un nuovo studio parlano chiaro: tra 35 anni gli oceani potrebbero contenere addirittura più bottiglie di plastica che pesci se non si porranno seri rimedi

Inquinamento marino: è ancora allarme plastica negli oceani. Secondo nuove stime, infatti, tra 35 anni gli oceani potrebbero contenere addirittura più bottiglie di plastica che pesci.

L’allarme è lanciato da uno studio intitolato “The New Plastics Economy: Rethinking the future of plastics”, realizzato dal World Economic Forum in collaborazione con la Ellen MacArthur Foundation. Le proiezioni non lasciano scampo: entro il 2050 gli oceani accoglieranno più plastica che pesci.

Il bello è che circa il 32% degli oggetti di plastica a livello globale sfugge ai sistemi di raccolta e viene abbandonato in natura. Un mare di spazzatura, insomma, che inonderà la Terra e non darà futuro alle catene alimentari degli oceani di tutto il mondo, che sono già da tempo a rischio crollo a causa delle emissioni di gas serra, della pesca intensiva e dell’inquinamento localizzato.

Già ora, gli oceani contengono oltre 165 milioni di tonnellate di plastica, per cui, se entro il 2025 non verranno attuate strategie efficaci contro l’inquinamento marino, gli oceani conterranno 1,1 tonnellate di plastica ogni 3 tonnellate di pesce fino ad arrivare al sorpasso della plastica sui pesci.

Lo studio ha analizzato il ciclo di vita della plastica scoprendo che ogni anno il 95% del packaging non viene recuperato dopo un primo breve utilizzo. È ovvio e scontato che questo “non” riciclo della plastica porta a perdite economiche, stimate tra gli 80 e i 120 miliardi di dollari all’anno. Ogni anno, almeno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani.

Cosa fare allora?Occorre rivoluzionare l’industria della plastica. Il primo passo è modificare l’iter della plastica nelle nostre economie”, sostiene Dominic Waughray del World Economic Forum.

Basti pensare che ad oggi soltanto il 14% degli imballaggi in plastica viene recuperato e avviato al riciclo. Si tratta di una percentuale molto bassa rispetto al tasso di riciclo della carta (a quota 58%) e alla percentuale di recupero di ferro e acciaio, compresa tra il 70 e il 90%

E noi come possiamo contribuire? Non dimenticate mai di eseguire un corretto smaltimento dei rifiuti che producete in casa e ovunque voi siate. Molti dei rifiuti presenti in mare vengono proprio dai tombini e dalle fognature delle città. Limitate il consumo di plastica, prediligendo l’utilizzo di materiali biodegradabili, borse riutilizzabili di stoffa o di carta. Utilizzate sempre gli oggetti riutilizzabili e riciclati, mai gli articoli usa e getta. Se possedete una barca, scegliete di sostenere porti rispettosi dell’ambiente e segnalate eventuali discariche abusive alle autorità competenti. Donate anche parte del vostro tempo alla pulizia di mari e delle spiagge e sensibilizzate i vostri figli e chi ci sta intorno.

Germana Carillo

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