Il grano avariato sulla nave sbarcata a Ravenna dovrà lasciare l’Italia. Questa volta ci siamo salvati…

La nave Sumatra, con a bordo un carico di grano respinto dall'Algeria, è ferma al porto di Ravenna dal 7 luglio. Ma ora, secondo quanto conferma GranoSalus, ha ricevuto il provvedimento di non ammissione allo sbarco da parte delle autorità sanitarie italiane

Domani dunque l’imbarcazione che ospita 337mila quintali di grano duro canadese giudicato avariato dagli algerini, dovrà lasciare l’Italia. Appena in tempo, visto che c’era già un importatore italiano pronto a riceverne il carico. Una vicenda che si trascina da settimane quella che ha coinvolto la nave Sumatra. A seguirne da vicino le sorti è stato GranoSalus che ha ricostruito l’accaduto.

La Sumatra era approdata al porto di Ravenna il 7 luglio dopo essere stata respinta dalle autorità algerine ad Annaba perché

il carico di frumento duro canadese era avariato. Come riferiscono attendibili fonti giornalistiche straniere al suo interno vi erano insetti e un odore sgradevole, probabilmente a causa di infiltrazioni d’acqua. Dopo un breve rifornimento presso il sito di Sarroch, in Sardegna, si è diretta con il suo carico presso il porto di Ravenna.

Lì è rimasta per tre settimane, con a bordo un carico di tonnellate di grano di terza categoria Western amber durum, proveniente da Vancouver.

Ancora una volta, è arrivata in un porto italiano una nave fortemente sospettata di trasportare grano deteriorato e ammuffito. Anche questo dal Canada. Tutto questo avviene mentre gli agricoltori devono già affrontare non poche difficoltà a causa dei sostanziosi tagli previsti dalla nuova PAC. Come più volte denunciato da Granosalus, non è la prima volta che arrivano navi straniere con grano spesso canadese, al glifosato e in pessime condizioni igieniche. Grano poi scaricato nei porti italiani, soprattutto quello di Bari, aveva denunciato l’associazione.

Il senatore Saverio De Bonis, membro della IX Commissione Agricoltura del Senato e membro dell’Associazione GranoSalus, ieri ha effettuato un sopralluogo al porto di Ravenna per verificare lo stato della nave. Il senatore ha presentato un’interrogazione sulla nave Sumatra al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli, qualche settimana fa, chiedendo:

per quale motivo la nave si stia dirigendo verso l’Italia dopo che è stata respinta dall’Algeria e chi siano i destinatari del carico a Ravenna; quale tipo di grano contenga il carico (duro o tenero); quali siano le autorità preposte al controllo del carico e se il Ministro in indirizzo non ritenga che siano necessari ulteriori controlli sulla nave.

La nave deve lasciare il porto

Ora sembra che la decisione attesa sia finalmente arrivata. Abbiamo contattato il sen. De Bonis che lo ha confermato:

La nave non aveva scaricato e i pareri inviati dall’Asl e dall’ufficio sanità marittima di Ravenna al Ministero sono negativi. Tra oggi e domani dovrebbe uscire dal porto, ha detto a GreenMe.

Non sappiamo se scaricherà altrove, se farà un’opposizione. Di certo adesso la situazione presenta queste condizioni, che ho voluto verificare direttamente. Ho visto che la nave era alla banchina 31 ma senza movimentazione.

Perché navi respinte da altri paesi sono finite in Italia? E se non ce ne fossimo accorti?

Purtroppo può accadere. Tra l’altro, la nave è attraccata in Sardegna e non sappiamo lì cosa sia accaduto.

Come si può uscire fuori da questa situazione?

Le autorità sanitarie, non avendo esaminato il carico, hanno dedotto che se i colleghi algerini hanno espresso il diniego, non era necessario esaminare il contenuto del carico. Hanno sfruttato le norme europee  per far sì che il sospetto fosse motivo di diniego dello sbarco. Ma l’importatore potrebbe far ricorso al Tar. L’altro scenario è che la nave possa andare in un altro porto europeo, il terzo che torni a casa.

E se non ce ne fossimo accorti?

Non è il primo caso di navi intercettate e rifiutate. Il nostro sistema di controllo funziona bene anche se solo il 6% dei carichi vengono analizzati con esami sui campioni. Nel restante 94% dei casi è solo un controllo documentale. Per questa volta è andata bene.

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Fonti di riferimento: Facebook/Saverio De Bonis, Senato

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