Dopo rinvii su rinvii, arriva la fatica decisione da Bruxelles, ma non è quella che si aspettavano un milione e 300 mila cittadini europei che hanno firmato l’Ice che chiedeva alla Commissione Ue il divieto totale dell’uso del glifosato,
Si al glifosato per altri cinque anni. I paesi Ue salvano l’erbicida Roundup della Monsanto che sta avvelenando il mondo. A favore si sono espressi 18 paesi, 9 contrari, 1 astenuto.
Dopo rinvii su rinvii, arriva la fatica decisione da Bruxelles, ma non è quella che si aspettavano un milione e 300 mila cittadini europei che hanno firmato l’Ice che chiedeva alla Commissione Ue il divieto totale dell’uso del glifosato, quella del mondo dell’associazionismo ambientale e della coalizione #Stopglifosato di cui anche greenMe.it fa parte.
“La proroga di cinque anni per un erbicida sospetto di cancerogenicità è la negazione totale del principio di precauzione su cui sono nate le politiche di tutela ambientale e della salute dell’Unione Europea”, spiega in una nota la portavoce della Coalizione, Maria Grazia Mammuccini.
Nella votazione è stata decisiva la presa di posizione della Germania, una brutta pagina che, secondo la Coalizione, lascia pensare al fatto che dopo l’acquisizione di Monsanto da parte della Bayer, il governo di Berlino pensi alla protezione dell’ambiente e della salute in maniera nettamente più tiepida che in passato.
Ricordiamo invece che l’Italia ha mantenuto le promesse votando contro l’erbicida su cui da tempo discutiamo sulla possibile cancerogenicità e tossicità, al centro di polemiche su conflitti di interesse e dei cosiddetti Monsanto papers che hanno svelato le pressioni e le interferenze della multinazionali produttrici sulle istituzioni di controllo europee.
Le 51 associazioni della Coalizione parlano adesso di “una vera e propria truffa ai danni dei cittadini europei e dell’ambiente”.
In un primo momento era stata avanzata la proposta del governo italiano che proponeva un’uscita definitiva entro il 2020, una proposta che teneva conto delle esigenze dei cittadini di difendere la propria salute e della tutela degli ecosistemi naturali, garantendo i tempi necessari per l’esaurimento delle scorte.
“Non è andata così: la proroga non sembra contenere una clausola di cessazione per l’uso del glifosato e non introduce limitazioni specifiche in relazione alla tutela degli ambienti acquatici, in aperta contraddizione con gli obiettivi della Direttiva UE sulle acque e le Direttive UE sulla Biodiversità, Habitat e Uccelli”, conclude Mammuccini.
Stesso parere anche quello di Slow Food:
“Il voto rappresenta una decisione politica che va contro i cittadini, una decisione che non ha tenuto conto dell’indirizzo del Parlamento e che antepone il profitto alla sostenibilità e alla salute dell’ambiente e delle persone. Sono decisioni di questo tipo che allontanano i cittadini dall’Europa”, dice Carlo Petrini, fondatore di Slow Food.
E di Greenpeace:
“Il voto è un regalo alle multinazionali agrochimiche, a scapito di salute e ambiente. Bene comunque il voto contrario dell’Italia che ha dimostrato nuovamente di dare priorità alla tutela delle persone, e non al fatturato di chi produce e commercia il glifosato”, spiega Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia.
Secondo la Coldiretti però:
“In Italia resta il divieto di uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma anche in campagna in pre-raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura”.
Chi ha votato si, chi ha votato no
Il rinnovo a cinque anni arriva dopo ripetuti fallimenti nel raggiungimento della maggioranza qualificata presso il Comitato permanente e di nuovo in seno alla Commissione d’appello del 29 giugno 2016.
Quel giorno, la Commissione europea ha esteso l’approvazione del glifosato per un periodo limitato per consentire all’Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) di condurre una valutazione della potenziale cancerogenicità del glifosato.
L’Agenzia europea per le sostanze chimiche ha inviato il suo parere alla Commissione europea il 15 giugno 2017. Si sono svolti diversi cicli di discussioni tra la Commissione e rappresentanti dei governi europei: il 20 luglio, 5 ottobre e il 25 ottobre.
Il 9 novembre 2017 presso il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (PAFF), gli Stati membri hanno votato la proposta della Commissione per il rinnovo del glifosato per 5 anni.
Ricordiamo che il glifosato nel 2015 era stato classificato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come “probabilmente cancerogeno per l’uomo”.
Ma due mesi dopo aver sentito il parere della Iarc, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) era giunta alla conclusione opposta: il glifosato è “improbabile che possa rappresentare un pericolo cancerogeno per l’uomo”.
Peccato però che la decisione dell’Efsa era basata su un rapporto Ue che era un copia e incolla da uno studio della Monsanto.
“Una tragedia. Ci ritroveremo tra 5 anni a contare i danni del glifosato, in un contesto peggiorato dalle condizioni climatiche. L’uso del glifosato andava fermato subito, non ha alcun senso il rinnovo di altri 5 anni: così si ignora completamente il principio di precauzione”, chiosa Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia.
Per altre notizie sul glifosato leggi anche:
- GLIFOSATO: L’EFSA CHIUDE GLI OCCHI SUL RISCHIO DI CANCRO?
- GLIFOSATO: 2017, ANNO DECISIVO PER DIRE STOP ALL’ERBICIDA CANCEROGENO
- LA MONSANTO È COLPEVOLE DI ECOCIDIO E VIOLAZIONE DI DIRITTI FONDAMENTALI
Hanno votato a favore: Bulgaria, Rep. Ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Irlanda, Spagna, Lettonia, Lituania, Ungheria, Olanda, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia, Finlandia, Svezia, Regno Unito.
Hanno votato contro: Belgio, Grecia, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lussemburgo, Malta, Austria.
Astenuti: Portogallo
Dominella Trunfio