I prodotti chimici che contengono composti raffinati dal petrolio, come detergenti per la casa, pesticidi, vernici e profumi, inquinano l'aria quanto i veicoli a motore. Lo rivela un nuovo studio condotto dagli scienziati dell'Università del Colorado Boulder
I prodotti chimici che contengono composti raffinati dal petrolio, come detergenti per la casa, pesticidi, vernici e profumi, inquinano l’aria quanto i veicoli a motore. Lo rivela un nuovo studio condotto dagli scienziati dell’Università del Colorado Boulder.
Una notizia che potrebbe stupire visto che solitamente quando si associano inquinamento e detersivi si pensa alle acque, ma anche l’aria viene sporcata dai detergenti che si usano per pulire le nostre case.
Secondo lo studio, anche se in rapporto si usa molto più carburante rispetto ai composti a base di petrolio dei prodotti chimici, circa 15 volte di più in termini di peso, i prodotti per la casa contribuiscono all’inquinamento atmosferico tanto quanto il settore dei trasporti.
Considerando le particelle generate dai prodotti chimici, in questo caso le emissioni sono addirittura il doppio di quelle del settore dei trasporti.
“Man mano che i trasporti diventano più puliti, quelle altre fonti diventano sempre più importanti“, ha spiegato l’autore principale della ricerca Brian McDonald. “Le cose che usiamo nella nostra vita quotidiana possono avere un impatto sull’inquinamento atmosferico”.
Per la nuova valutazione, gli scienziati si sono concentrati su composti organici volatili o VOC. Questi ultimi possono diffondersi nell’atmosfera e reagire producendo ozono o particolato.
Negli ultimi anni, vari paesi e le case automobilistiche hanno apportato modifiche che limitano l’inquinamento legato ai veicoli a motore. Così McDonald e i suoi colleghi hanno riesaminato le fonti di inquinamento atmosferico classificando le recenti statistiche sulla produzione chimica compilate dalle industrie e dalle agenzie di regolamentazione americane, effettuando misurazioni dettagliate delle sostanze present niell’aria di Los Angeles e valutando anche la qualità dell’aria negli ambienti interni.
Hanno così scoperto che negli Stati Uniti la quantità di VOC emessi dai prodotti industriali e di consumo è in realtà due o tre volte superiore a quella stimata dagli attuali studi sul’inquinamento atmosferico, che sovrastimano anche le fonti veicolari. Ad esempio, l’Environmental Protection Agency stima che circa il 75% delle emissioni di VOC fossile (in termini di peso) proviene da fonti di carburante e circa il 25% da prodotti chimici. Il nuovo studio, con la sua valutazione dettagliata delle statistiche sull’uso di sostanze chimiche aggiornate e su dati atmosferici precedentemente non disponibili, avvicina questa divisione al 50-50.
“La benzina è immagazzinata in contenitori chiusi, si spera, a tenuta d’aria, e i VOC della benzina sono bruciati per produrre energia”, ha detto Jessica Gilman, co-autrice. “Ma i prodotti chimici volatili utilizzati nei comuni solventi e prodotti per la cura della casa e della persona sono letteralmente progettati per evaporare. Indossi profumo o usi prodotti profumati in modo che tu o il tuo vicino possiate goderne l’aroma. Non lo fai con la benzina”.
Il nuovo studio rivela quindi che se da una parte si cerca di limitare la produzione di emissioni inquinanti dalle auto, dall’altra non si fa lo stesso coi prodotti di consumo.
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Dentro casa è anche peggio. Le concentrazioni sono spesso 10 volte superiori negli spazi interni che in quelli esterni. Scegliamo quindi detersivi ecologici o meglio prepariamoli da noi utilizzando materie prime naturali.
COMPOSTI ORGANICI VOLATILI (COV) PIÙ COMUNI PRESNTI IN CASA:
Francesca Mancuso