10 erbe tintorie per colorare o riflessare i nostri capelli

Le erbe tintorie costituiscono l’alternativa migliore alle tinte chimiche per colorare o riflessare i nostri capelli. Sono polveri estratte dalle foglie o dalle radici di piante che contengono un pigmento tintorio. Completamente naturali e biodegradabili, non inquinano l’ambiente né danneggiano la fauna marina

Le erbe tintorie costituiscono l’alternativa migliore alle tinte chimiche per colorare o riflessare i nostri capelli. Sono polveri estratte dalle foglie o dalle radici di piante che contengono un pigmento tintorio. Completamente naturali e biodegradabili, non inquinano l’ambiente né danneggiano la fauna marina.

Le tinte naturali non presentano rischi per la nostra salute, non sono aggressive, ma al contrario tingono delicatamente, esercitando una funzione curativa sui capelli, che risulteranno più forti, voluminosi, morbidi e lucidi. Le tinte sintetiche alterano la struttura del capello, poiché ne sollevano le squame al fine di consentire la penetrazione del pigmento colorante. Per questo motivo, soprattutto nel lungo periodo, i capelli risultano sfibrati, indeboliti e danneggiati.

Le erbe tintorie invece colorano tono su tono, vale a dire che non penetrano all’interno del fusto capillare, ma stratificano su di esso, ispessendolo e rafforzandolo.

La gamma di tonalità che si possono ottenere con le tinte naturali è sicuramente più ristretta rispetto alle tinte chimiche. Inoltre, all’inizio non sarà facile accostarsi al mondo delle erbe tintorie. Occorre padroneggiare al meglio le caratteristiche delle singole erbe, armandosi di pazienza e perseveranza. E soprattutto bisogna avere voglia di sperimentare, non prefiggendosi un risultato esatto.

Ogni capello è diverso e reagisce in maniera differente all’applicazione delle tinte naturali. La colorazione finale scaturisce dalla combinazione di molteplici fattori : il colore di partenza, la presenza di capelli bianchi, la porosità del capello. L’importante è utilizzare erbe allo stato puro, senza aggiunta di coloranti sintetici. A tal proposito, risulta di fondamentale importanza controllare l’Inci delle confezioni, che deve riportare unicamente il nome scientifico della pianta. È altamente raccomandabile, in ogni caso, effettuare un test preliminare su una ciocca di capelli nascosta, per evitare di ottenere colorazioni poco gradite, escludendo anche la possibilità, peraltro molto remota, di eventuali reazioni allergiche.

Se sapremo pazientare senza scoraggiarci dopo il primo tentativo, il nostro impegno e i nostri sforzi saranno ampiamente ripagati. Il risultato sarà sempre e comunque un colore originale, vivo, luminoso e ricco di sfumature. E i nostri capelli risulteranno più forti, voluminosi e sani. Bastano poche applicazioni per acquisire l’esperienza necessaria per sfruttare al meglio le potenzialità di queste straordinarie piante. Conosciamone 10 più da vicino:

Henné (rosso ramato)

L’hennè è la polvere ricavata dalla frantumazione delle foglie essiccate della Lawsonia Inermis. Può essere considerata a buon diritto la regina tra le erbe tintorie, in quanto è l’unica tinta naturale permanente. Infatti il lawsone, ovvero la molecola dell’hennè, è l’unica in grado di legarsi in maniera definitiva alla cheratina dei nostri capelli. Per questo motivo, l’hennè è essenziale nella copertura dei capelli bianchi, in quanto il suo pigmento tintorio non scarica nel tempo, ma al contrario stratifica sul capello in maniera permanente. Questa polvere rilascia un caratteristico colore rosso ramato, che risulta più caldo e aranciato sui capelli chiari, più intenso se applicata su una base scura.

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Katam (castano-riflessi violacei)

Ricavato dalla Buxus Dioica, che cresce in ambienti aridi, rocciosi o desertici, il katam ha un elevatissimo potere tintorio. Il colore che si ottiene è un castano di varia intensità, fino al castano molto scuro, con riflessi violacei visibili soprattutto alla luce. È sconsigliato utilizzarlo in purezza sui capelli bianchi o decolorati, perché il katam li colorerebbe rispettivamente di viola o di verde. In questi casi è consigliabile il ricorso al metodo del doppio passaggio, tonalizzando i capelli bianchi attraverso una prima applicazione di hennè e colorandoli col katam in un secondo momento. Altrimenti si può applicare una miscela tintoria composta da katam e lawsonia, diluendone eventualmente il potere scurente con l’ aggiunta di cassia.

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Indigo (castano scuro – nero)

Chiamato anche impropriamente hennè nero, l’indigo è ricavato dalle foglie dell’Indigofera Tinctoria. Rilascia una colorazione castana fredda, molto intensa e profonda, fino al nero vero e proprio, con sfumature blu che sui capelli bianchi o decolorati si trasformeranno in rifllessi azzurri o verdi. In questi casi, quindi, è assolutamente da evitare l’utilizzo dell’indigo in purezza. Analogamente a quanto avviene col katam,i capelli bianchi o decolorati andranno prima tonalizzati con un’applicazione di henné e successivamente colorati con l’indigo (metodo del doppio passaggio). Oppure si potrà applicare direttamente una miscela tintoria di hennè e indigo, avendo l’accortezza di diluirla eventualmente con l’aggiunta di cassia per diminuirne il potere scurente.

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Robbia (rosso ramato o ciliegia)

Si ricava dalla Rubia Cordifolia e può essere impiegata per tingere di rosso i capelli. Applicando questa tinta si possono ottenere rossi caldi e ramati, oppure riflessi color ciliegia a seconda dell’acidità dell’ambiente di preparazione. Se la robbia viene macerata con sola acqua calda oppure ossidata insieme a sostanze acide, il colore risulterà più caldo, dal ramato al mattone. Invece se la polvere viene preparata con acqua e bicarbonato, vale a dire in un ambiente basico, otterremo un rosso più freddo, con tonalità che virano sul prugna/ciliegia. Come per tutte le erbe tintorie, si consiglia di aggiungerla all’hennè, in quanto solo l’hennè è in grado di legarsi permanentemente alla cheratina del capello assicurando un’efficace copertura dei bianchi e prolungando nel tempo l’effetto tintorio.

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Ibisco (rosso prugna)

Si ottiene dalla polverizzazione dei calici dei fiori essiccati dall’Hibiscus Sabdariffa. Dona dei riflessi che vanno dal rosa freddo al rosso prugna, a seconda della nostra colorazione di base. La sua capacità tintoria in realtà è piuttosto blanda. Se usato da solo, l’ibisco tende a colorare poco e soprattutto a scaricare dopo poco tempo. Per questo va utilizzato insieme alla lawsonia, per “raffreddare” il rosso dell’hennè. Spesso lo troviamo in quantità moderate come componente delle miscele biondo cenere. La polvere d’ibisco stimola la crescita dei capelli, li fortifica e previene la forfora.

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Leggi anche: Ibisco: come tingere di rosso i capelli usando le erbe tintorie

Cassia (riflessi dorati)

La cassia, chiamata spesso anche hennè neutro, è la polvere della Cassia Obovata o Italica. Ha la peculiarità di rilasciare un pigmento riflessante dorato sui capelli unicamente se viene ossidata in ambiente acido per almeno 12 ore. Può essere utile, usata in combinazione con altre erbette ingiallenti quali curcuma o rabarbaro, per determinare un effetto schiarente sulla capigliatura. Se macerata soltanto in acqua calda, la cassia svolge una straordinaria funzione ristrutturante e rigenerante sulla capigliatura. Costituisce un vero e proprio trattamento di bellezza per i nostri capelli.

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Curcuma (biondo oro)

La polvere ricavata dalla Curcuma Longa, oltre ad insaporire le nostre ricette, ha un elevatissimo potere tintorio sui capelli. Come tutte le tinte naturali, non contiene un vero e proprio agente schiarente, ma è in grado di rilasciare un’intensa colorazione giallo oro, tendente al freddo, determinando un effetto schiarente sui capelli. Proprio in virtù del suo elevato potere colorante, la curcuma va usata in modiche quantità, preferibilmente diluendola in un composto con la cassia o in combinazione con altre erbe ingiallenti.

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Rabarbaro (biondo intenso)

È una pianta officinale originaria della Cina (Rheum officinale o Rheum rhapomticum). Dalla polverizzazione delle foglie si ottiene una tinta che colora i capelli di un giallo caldo molto intenso, utile nel caso si vogliano ottenere o evidenziare i toni biondi. La polvere estratta dal rizoma, invece, conferisce una colorazione più aranciata, tendente quasi al ramato. Sui capelli chiari, il rabarbaro può essere impiegato per ottenere la caratteristica sfumatura rosso tiziano, molto vicina al rosso naturale.

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Nagar motha (riflessi castano/nocciola)

È una pianta cosiddetta adattogena, ovvero capace di inibire la produzione di sebo da parte del cuoio capelluto o, al contrario, in grado di stimolarla qualora fosse insufficiente. Sui capelli rilascia un pigmento riflessante più che tintorio. La nagar motha può essere impiegata per colorare i capelli chiari di castano oppure, su una base già castana, per ottenere nuances nocciola, conferendo maggior corpo e profondità al nostro colore di base.

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Mallo di noce (riflessi ambrati/bruni)

È la polvere ricavata dalla frantumazione del mallo, ovvero la parte interna della buccia che riveste le noci. Come la nagar, espleta un’azione riflessante più che tintoria. Può essere usato per scurire gradualmente i capelli chiari, tingendoli da un castano ambrato ad una colorazione via via più intensa, fino al tono bruno. Sui capelli già scuri, può essere utilizzato per accentuare le nostre naturali sfumature castane.

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Angela Petrella

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