Esseri buoni con la Terra comincia dalla tavola

Che la sostenibilità e l’attenzione all’ambiente debbano passare anche attraverso le nostre scelte alimentari e di consumatori è ormai un dato di fatto. Basti pensare alle centinaia di chilometri che gli alimenti che ci troviamo a consumare ogni giorno sulle nostre tavole debbano compiere per giungere fino a noi, accompagnati dalle relative ed ingenti emissioni inquinanti, o come gli allevamenti intensivi siano considerati una delle fonti di maggiore produzione di gas serra del nostro pianeta, tanto da portare alcuni esperti ad affermare come una bistecca inquinerebbe più di un’automobile.

Che la sostenibilità e l’attenzione all’ambiente debbano passare anche attraverso le nostre scelte alimentari e di consumatori è ormai un dato di fatto. Basti pensare alle centinaia di chilometri che gli alimenti che ci troviamo a consumare ogni giorno sulle nostre tavole debbono compiere per giungere fino a noi, accompagnati dalle relative ed ingenti emissioni inquinanti, o a come gli allevamenti intensivi siano considerati una delle fonti di maggiore produzione di gas serra del nostro pianeta, tanto da portare alcuni esperti ad affermare come una bistecca inquinerebbe più di un’automobile.

La sensibilità generale verso argomenti di questo genere sta fortunatamente aumentando, Ieri, 22 aprile, si è celebrata in tutto il mondo la Giornata della Terra. Tale data potrebbe essere stata scelta simbolicamente da diverse persone per dare inizio al proprio cambiamento individuale, decidendo di optare per un’alimentazione vegetariana o vegana, per il bene del nostro Pianeta. Si tratta di una scelta etica che appare sempre più fondamentale per salvare noi stessi e la Terra che abitiamo, insieme agli esseri viventi che la popolano.

L’ENPA ha voluto farsi portavoce di tale messaggio, sottolineando come rinunciare dapprima alla carne possa preservare il Pianeta dalla perdita della biodiversità, dalla desertificazione e dall’inquinamento derivato dall’eccessiva industrializzazione del settore alimentare. A parere dell’economista Jeremy Rifkin, una rivoluzione vegetariana è assolutamente necessaria per salvare il mondo, unita ad una migliore distribuzione delle risorse alimentari. Attualmente soltanto il 20% della popolazione mondiale può nutrirsi in maniera adeguata, secondo i dati raccolti dalla FAO.

Se i campi coltivati a foraggio da destinare agli animali da allevamento venissero dedicati all’alimentazione umana, la situazione sarebbe certamente diversa, senza contare come, al fine di ottenere le risorse necessarie all’allevamento di animali da carne, si prosegua nel disboscamento di aree dalla ricchezza naturale eccezionale, come la Foresta Amazzonica, privando la Terra dei polmoni verdi che le permettono di sopravvivere con maggiore equilibrio. Occorrono 16 kg di foraggio e dai 12 mila ai 15 mila litri d’acqua per produrre 1 kg di carne. Secondo la FAO, se tali risorse venissero ridistribuite ed impiegate per la produzione di cereali e legumi (le cui proteine possono sostituire ottimamente quelle animali nella nostra alimentazione) il problema della fame nel mondo sarebbe risolto.

Per indurci a riflettere sull’interconnessione tra scelte alimentari e benessere del Pianeta, interviene anche il WWF, con un nuovo portale dedicato al consumo consapevole a tavola, all’interno del quale verranno pubblicate ricette e consigli all’insegna della sostenibilità e si indagherà sull’attuazione di buone pratiche da parte di coloro che hanno optato per uno stile green in cucina ed al momento di dedicarsi alla spesa.

Non ‘mangiamoci’ il Pianeta, aggiungi un link a tavola è lo slogan promozionale dell’iniziativa promossa dal WWF e denominata “One Planet, One Food”. Tramite il sito sarà possibile calcolare l’impronta di carbonio degli alimenti che consumiamo comunemente, al fine di orientarci verso scelte maggiormente sostenibili, che potranno riguardare, tra l’altro, l’autoproduzione, la preferenza per alimenti a chilometri zero e prodotti attraverso i metodi impiegati dall’agricoltura biologica e biodinamica, nel pieno rispetto degli ecosistemi, con una particolare attenzione ad evitare sprechi di risorse preziose e rinunciando all’impiego di quei veleni che non potranno che raggiungere almeno in parte i nostri piatti: i pesticidi. Non dimentichiamo dunque che mangiare può trasformarsi da necessità ed abitudine in un vero e proprio atto ecologico per il quale il Pianeta ci ringrazierà.

Marta Albè

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