L'oil pulling è un'antica tecnica indiana per eliminare i batteri e tossine che si depositano in bocca durante la notte. Ma funziona davvero? Cosa ne pensa la scienza?
L’oil pulling è una pratica di millenaria tradizione, utile a tenere igienizzata la cavità orale attraverso dei semplici sciacqui fatti di prima mattina utilizzando olio di sesamo o altri oli vegetali (cocco, girasole). Questa pratica, orginaria dell’India, ha incuriosito negli ultimi anni anche la scienza, impegnata a capire quanto effettivamente ci sia di vero nei benefici che questa tecnica può offrire.
Secondo la medicina ayurvedica, la mattina a digiuno si dovrebbe pulire bene la lingua con un cucchiaio rovesciato o con un nettalingua e poi procedere con degli sciacqui con olio di sesamo, utili a eliminare tutti i batteri e le tossine che si sono depositate in bocca durante la notte. Chi è all’inizio riesce a fare sciacqui con l’olio per soli 5 minuti ma l’obiettivo piano piano è di raggiungere i 15-20 minuti, trascorso questo tempo l’olio diventa più vischioso e biancastro, quindi ha fatto il suo compito e si può sputare.
Questa tecnica non sfrutta solo le proprietà dell’olio ma anche il suo essere “grasso” quindi in grado di inglobare le tossine al suo interno per poterle poi eliminare meglio.
I dentisti si mostrano spesso scettici di fronte a questa tecnica che però, ci teniamo a precisare, non vuole sostitursi alle cure degli specialisti. Si tratta infatti di una forma di prevenzione e di igiene utile ad eliminare alcuni batteri presenti in bocca associati ad esempio ad alito cattivo o a gengiviti. Non si devono escludere quindi le tradizionali regole di igiene dentale: lavarsi i denti, usare il filo interdentale e fare visite regolari dal dentista.
Ma vediamo cosa ne pensa la scienza. Uno studio di qualche anno fa a riguardo è stato condotto dal Department of Microbiology del V. H. N. S. N. College in Virudhunagar (India). Sono stati presi a campione due gruppi di volontari: il primo effettuava sciacqui con olio di sesamo e l’altro con un colluttorio antibatterico. Quello che si è notato è che il gruppo che utilizzava la tecnica dell’oil pulling aveva ottenuto lo stesso risultato di quelli che avevano utilizzato il colluttorio: si era fortemente ridotto il numero totale dei batteri causa di carie e alitosi.
Più recentemente invece, Michelle Hurlbutt, professore associato di igiene dentale all’Università di Loma Linda in California, ha effettuato un piccolo studio pilota per valutare l’efficacia di questa tecnica. Come campione questa volta sono stati presi 45 giovani adulti sani che avevano alti livelli di batteri in bocca e che non stavano assumendo antibiotici o utilizzando dentifrici antibatterici. I giovani sono stati divisi in 3 gruppi: uno usava olio di sesamo, un altro olio di cocco e l’ultimo, il gruppo di controllo, della semplice acqua.
Quello che ha potuto evidenziare la ricercatriche è che utilizzando costantemente l’oil pulling fatto con olio di sesamo si andavano a ridurre i batteri Streptococcus mutans (associati alla presenza della carie) di 5 volte rispetto a chi utilizzava l’acqua, mentre con l’olio di cocco si otteneva una riduzione di 2 volte. Bastava però l’interruzione di un solo giorno a far crescere gradualmente il livello di batteri presente in bocca.
La ricercatrice non ha pubblicato il suo studio in quanto fatto ad uso dei suoi studenti ma lo considera “promettente” per analizzare meglio e su più ampia scala le potenzialità di questa semplicissima tecnica.
Sull’oil-pulling ti potrebbero interessare anche:
- Oil pulling: 10 benefici per la salute di tutto il corpo
- Le due cose che dovresti fare ogni mattina a digiuno per disintossicarti partendo dalla bocca
- Come usare l’olio di cocco per sbiancare i denti
- 10 cose da fare la mattina per restare in forma e in salute
- 10 metodi naturali per disintossicare l’organismo