Questo giardino della Tasmania ha vinto il premio per il “prato più brutto del mondo”, il concorso nato contro lo spreco d’acqua

Una donna della Tasmania ha vinto il concorso svedese per il prato più brutto del mondo, che altro non fa che celebrare la conservazione dell'acqua

Più che un prato sembra un paesaggio lunare, con tanto di zolle scavate dai canguri, ciuffi di erba gialla appassita e piante avvizzite. Ma Kathleen Murray è orgogliosa di aver vinto il primo premio del concorso per “Il prato più brutto del mondo”, battendo la concorrenza di appezzamenti di erba secca in altre parti del mondo.

Si tratta del World’s Ugliest Lawn 2024, il concorso creato due anni fa a Gotland, in Svezia, per incoraggiare la gente del posto a conservare l’acqua durante una disastrosa siccità. Quest’anno la “competizione” (si vince una maglietta…) è diventata globale, con iscrizioni dal Regno Unito, dalla Germania, dalla Francia e finanche dagli Stati Uniti.

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Un viatico perfetto, quindi, per divulgare l’idea che per l’ambiente meglio smettere di falciare i nostri bei prati.

In Tasmania, Kathleen Murray vive in una zona senza acqua corrente, ragione per cui l’acqua piovana raccolta nei serbatoi è troppo preziosa per essere sprecata per innaffiare ilò prato.

Pensavo che i bandicoot (i marsupiali, ndr) fossero animali selvatici di distruzione di massa che invadevano il mio prato, ma ora vedo che in realtà mi hanno liberato dal dover falciarlo regolarmente.

È un modo gentile per spingere le persone all’azione. Anzi, in questo caso alla non azione. È ormai chiaro a tutti che i prati perfettamente curati possono contribuire all’inquinamento da dilavamento e ridurre l’habitat naturale di impollinatori e uccelli. In più, sono dispendiosi: l’erba ha bisogno, appunto, di molta acqua e ci vuole tempo per falciare e diserbare. A ciò si aggiunge il fatto che i fertilizzanti e i diserbanti applicati ai prati possono finire nelle fonti d’acqua locali, inquinandole.

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