Come ridurre nel nostro piccole e il più possibile le microplastiche inquinanti rilasciate dal bucato in lavatrice
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Come ridurre nel nostro piccole e il più possibile le microplastiche inquinanti rilasciate dal bucato in lavatrice
Le microplastiche sono un problema serio e anche il nostro bucato contribuisce (e molto) alla loro diffusione nelle acque. Esistono però dei sistemi che ci permettono di limitare l’impatto negativo per l’ambiente delle nostre lavatrici. Scopriamo quali sono.
Anche fare un semplice bucato, purtroppo, contribuisce alla diffusione di microplastiche nell’ambiente, un problema molto serio che si ripercuote non solo sull’acqua e sugli animali marini ma anche sulla nostra stessa salute. Queste piccolissime particelle di plastica, infatti, dall’acqua arrivano poi anche in molti ingredienti di uso comune, come il sale ad esempio, oltre che ovviamente nel pesce che tanti di noi consumano e in altri alimenti e bevande insospettabili. (Leggi anche: Acqua, birra e sale: la lista degli alimenti con più microplastiche).
Vi ricorderete forse dello studio che ha scoperto che ingeriamo ogni settimana, in media, una quantità di microplastiche che pesa come una carta di credito. (Leggi anche: Microplastiche: ne ingeriamo una quantità che pesa come una carta di credito ogni settimana)
Ma tornando al bucato: la lavatrice quanto influisce sul problema microplastiche? Uno studio pubblicato su Nature ha analizzato la questione effettuando prove di lavaggio di indumenti commerciali utilizzando una lavatrice per uso domestico. L’obiettivo era ottenere dati affidabili sul rilascio di microplastiche e identificare possibili caratteristiche differenti dei vari tessuti.
Le acque reflue sono state raccolte e filtrate con diversi filtri a porosità decrescente e sono state determinate la quantità e le dimensioni delle microfibre trovate al loro interno. Il rilascio è stato analizzato poi in relazione alla natura e alle caratteristiche degli indumenti lavati.
I risultati hanno mostrato che le microfibre rilasciate durante il lavaggio variano da 124 a 308 mg per kg di tessuto lavato, a seconda del tipo di capo. Il che corrisponde ad un numero di microfibre compreso tra 640.000 e 1.500.000.
Il trattamento delle acque reflue è efficace nel catturare le microfibre che fuoriescono durante il lavaggio, alcuni possono bloccarle fino al 98%. Ma la ricerca in questione ha dimostrato che, a causa dell’enorme volume di acqua che un impianto di trattamento delle acque reflue elabora quotidianamente, una quantità significativa di piccole particelle di plastica riesce comunque ad arrivare nell’ambiente. A questo punto, come già detto, le microplastiche risalgono la catena alimentare marina o vengono assorbite nelle colture attraverso il suolo creando gravi danni.
Il problema sono ovviamente i capi sintetici che rilasciano microplastiche, soprattutto al primo lavaggio, tanto che alcune aziende particolarmente attente all’ambiente che producono capi con bottiglie di plastica riciclate, forniscono in dotazione già uno specifico sacchetto filtrante da usare soprattutto nel primo lavaggio.
Come avrete capito, è più che mai importante cercare di ridurre le microplastiche che arrivano in mare dopo aver percorso un lungo viaggio che parte dalle nostre lavatrici. Ma come?
Come ridurre le microplastiche quando facciamo la lavatrice
Ci sono diversi sistemi per bloccare la diffusione delle microplastiche durante il bucato. Si tratta in primis di buone abitudini che tutti noi possiamo adottare a partire da oggi:
- Prediligere capi in fibre naturali come cotone e lino: dato che non contengono microplastiche. Cerchiamo invece di limitare al minimo l’utilizzo di capi sintetici.
- Fare il bucato meno spesso
- Lavare a pieno carico
- Evitare lavaggi delicati: uno studio ha infatti scoperto che i programmi delicati della lavatrice permettono il rilascio di un quantitativo maggiore di microplastiche. (Leggi anche: Bucato, il lavaggio delicato in lavatrice rilascia più microplastiche di quello tradizionale)
- Utilizzare detersivo liquido: quello in polvere infatti è più abrasivo sui tessuti e quindi favorisce un distacco maggiore di microplastiche
- Asciugare i vestiti al sole, quando possibile (anche l’asciugatrice contribuisce alla diffusione di microplastiche nell’ambiente)
Dispositivi già in commercio per ridurre le microplastiche
Esistono poi diversi dispositivi e filtri che si possono utilizzare per bloccare il più possibile le microplastiche ed evitare che finiscano negli scarichi fino a raggiungere gli oceani.
- Filtri per la lavatrice: questi si attaccano all’esterno della lavatrice e sono in grado di trattenere le microfibre, vanno poi svuotati ogni 2-10 carichi (a seconda del filtro e di cosa si è lavato) e non hanno bisogno di altre particolari accortezze. Si tratta però di dispositivi che richiedono un certo spazio a disposizione. Tra i più noti vi è il Planet Care, ma ce ne sono anche altri come Filtrol 160 o XFiltra di Xeros Technologies che promette di rimuovere fino al 99% dei microfilamenti;
- Sacchetti per il bucato: ne esistono ormai di diverso genere, tra i più noti vi è Guppyfriend. Inserendo al loro interno i capi realizzati in tessuti sintetici questi sono in grado di impedire il passaggio delle microplastiche, dato che sono realizzati con un micro filtro autopulente. Dopo il lavaggio, le fibre raccolte dal sacchetto vanno smaltite come rifiuti domestici. Per una pulizia efficace e per bilanciare il ciclo di lavaggio, ogni sacchetto dovrebbe idealmente essere riempito fino a due terzi del suo volume. La trama del tessuto del sacchetto è di 5 micrometri, studiata appositamente per far lasciar passare l’acqua ma non le fibre plastiche. La sua efficacia è stata stimata nei test sarebbe di trattenere fino al 90% delle microplastiche
- Palla per il bucato: vi abbiamo parlato della Cora Ball, una speciale palla che intrappola le microfibre della lavatrice prima che possano finire nello scarico dell’acqua e da lì al mare. Anche in questo caso, le microfibre vanno poi rimosse a fine lavaggio e smaltite correttamente. (Leggi anche: Inventa geniale “palla” che intrappola le microfibre della lavatrice prima che raggiungano l’Oceano)
Altroconsumo ha recentemente testato due dei prodotti sopraelencati: CoraBall e Guppyfriend scoprendo che non sono ugualmente efficaci nel catturare le microfibre. (Leggi anche: I dispositivi per la lavatrice che catturano microplastiche funzionano davvero?)
Azioni auspicabili da parte di aziende e istituzioni
Questo è ciò che possiamo fare nel nostro piccolo, ma è chiaro che urge anche un intervento più ampio a carattere generale e azioni su larga scala da parte di aziende, politici e istituzioni. In particolare tra le proposte vi sono:
- Lavaggio con centrifuga di tutti i capi sintetici prima del loro arrivo in negozio: dato che, come abbiamo già detto, è soprattutto al primo lavaggio che si rilasciano il maggior numero di microplastiche. Un lavoro che spetterebbe alle aziende che prima dovrebbero però dotarsi di un apposito filtro per raccogliere le microfibre, da smaltirle poi correttamente.
- Norme più severe per produttori e consumatori in modo che siano maggiormente spronati ad evitare la diffusione di microplastiche.
- Sistemi pubblici di filtraggio più innovativi a livello delle tubazioni di scarico.
- Lavatrici tutte già dotate di filtri anti-microplastiche: un obiettivo ambizioso per il quale probabilmente dovremmo aspettare ancora molto tempo.
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