Si chiama Zeoform e potrebbe essere il nuovo materiale sostenibile in grado di sostituire gli attuali colleghi poco ecologici. Composto da acque e dalle sole fibre di cellulosa ricavate dalla carta da macero, Zeoform potrebbe essere sfruttato in vari settori, dalla costruzione di edifici alla realizzazione di strumenti musicali e gioielli
Si chiama Zeoform e potrebbe essere il nuovo materiale sostenibile e riciclabile in grado di sostituire gli attuali colleghi poco ecologici. Composto da acque e dalle sole fibre di cellulosa ricavate dalla carta da macero, Zeoform potrebbe essere sfruttato in vari settori, dalla costruzione di edifici alla realizzazione di strumenti musicali e gioielli.
Il materiale è chiamato Zeoform®, ed è formato da fibre di cellulosa macerate con acqua utilizzando una formula brevettata. Non c’è colla, né leganti, sostanze chimiche o additivi di alcun genere, rassicura la società. Zeoform può essere stampato, pressato, spruzzato, levigato, dipinto e trasformato con differenti densità.
“Un materiale rivoluzionario a base di cellulosa ricostituita e acqua, e nient’altro. Un processo brevettato trasforma le fibre di cellulosa in una sostanza forte simile al legno in grado di essere trasformato in una gamma illimitata di prodotti. Zeoform è al 100% non tossico , biodegradabile”. L’omonima società che l’ha ideato spiega che Zeoform può essere colorato con pigmenti naturali e miscelato con vari substrati (organico, metallico, conduttivo).
Le diverse tecniche di stampaggio – manuale, compressione, spruzzo – danno tutte come risultato un materiale denso, durevole e dalla forma personalizzabile e versatile.
L’azienda si è rivolta al crowdfunding per raccogliere i fondi per creare il suo “Centro di Eccellenza”. C’è tempo fino al 10 novembre per lasciare la propria offerta. L’impianto servirà da hub per mettere insieme una varietà di risorse e conoscenze al fine di promuovere le innovazioni avviate dalla società.
Se e quando sorgerà, sarà anche il primo centro di vendita al dettaglio e di vetrina di questo nuovo eco-materiale.
Francesca Mancuso
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