Erano stati abbattuti da pioggia e vento, ma adesso gli abeti della Val di Fiemme si trasformeranno in violini, viole, violoncelli e contrabbassi Stradivari.
Erano stati abbattuti da pioggia e vento, ma adesso gli abeti della Val di Fiemme si trasformeranno in violini, viole, violoncelli e contrabbassi Stradivari.
Accatastati uno sull’altro, dopo la violenta ondata di maltempo che a novembre 2018 aveva colpito tutta la zona della Val di Fiemme. Così Federforeste ha deciso di far rinascere il legno delle foreste grazie alla musica.
Circa 2,5 tonnellate di legno sono state date alla Scuola internazionale di liuteria “Antonio Stradivari” di Cremona che avrà il compito di realizzare strumenti musicali. Subito dopo il disastro ambientale Federforeste aveva chiamato a raccolta liutai e studenti per recuperare gli abeti rossi, il cui tronco è detto legno della risonanza, appropriato per la costruzione dei violini.
Così, invece, di lasciarli muffire con l’umidità accatastati sul terreno e in attesa di diventare legna da ardere nei camini o da trasformare in bancali e pellet, gli abeti allieteranno gli appassionati di musica.
Il legname per i liutai cremonesi è stato messo a disposizione in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento e il Comune di Salò (Brescia) e ogni albero lavorato sarà usato dopo una stagionatura di tre anni.
Gli abeti diventeranno quindi strumenti della ‘Collezione Tempesta’, per ricordare il ciclone Vaia che ha causato notevoli danni alla ‘foresta dei violini’, vale a dire nel bosco di Paneveggio, dove si racconta che Antonio Stradivari andasse alla ricerca degli alberi più idonei alla costruzione dei suoi violini.
“Solo una piccola percentuale degli abeti rossi della foresta è depositaria di quelle vibrazioni della Tavola armonica di violini, viole e violoncelli nonché di altri strumenti a corde destinate alla musica classica anch’essi sconvolti dalla furia della natura insieme alle foreste che gelosamente li racchiudevano”, scrive in una nota Federforeste.
Già in lavorazione una copia fedele dell’Ole Bull,l’iconico violino di Gasparo da Salò che prende il nome dal norvegese che lo possedette. Il violino sarà̀ pronto in tempo utile per l’Estate Musicale 2019, e verrà̀ suonato durante i concerti del festival e successivamente donato al MuSa, il Museo di Salò.
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In foto il concerto realizzato subito dopo l’ondata di maltempo