Knitting: i benefici scientifici del fare la maglia che non ti aspetti

Tutti i benefici del lavorare a maglia su mente, emozioni e salute.

Dove sono i vostri ferri per fare la maglia? È tempo di riprenderli in mano; se non ne avete, potreste programmarne l’acquisto. Se non sapete lavorare a maglia, è ora di imparare. Il vantaggio, per il proprio benessere fisico e mentale, sarà immediato e duraturo. Non si tratta di ipotesi “new age”, sensazioni, suggerimenti spinti da qualche pubblicità per sollecitare la vendita di un prodotto: la conferma arriva da numerosi studi scientifici (raccolti da Knit for Peace in un corposo dossier).

L’attività del “fare la maglia” mette insieme concentrazione e libertà mentale, espressione creativa, rilassamento e azione; lo “knitting” (così si scrive, in inglese) è fatto di movimenti ritmici, ripetuti nel tempo, che “costringono” a stare nel presente, allontanando le rimuginazioni sul passato o le tensioni per il futuro. È uno spazio di presenza fluida, di un pensiero senza pensiero. Antistress. Una ricerca condotta alla Princeton University ha poi scoperto che i movimenti ripetitivi aumentano il rilascio di serotonina, che induce buon umore, appagamento, calma. I benefici, dimostrati, sono impressionanti:

  1. abbassa la pressione sanguigna
  2. riduce la depressione e l’ansia
  3. rallenta l’inizio della demenza
  4. è rilassante quanto lo yoga
  5. distrae dal dolore cronico
  6. aumenta il senso di benessere.

Secondo altri studi, anche il movimento degli occhi che segue il lavoro del filo sulla maglia, tra ferro e ferro, da un lato all’altro, può essere un aiuto: quello,  stesso movimento oculare è infatti una tecnica utilizzata nello yoga. Rilassante a livello profondo. Alcuni studi hanno anche dimostrato che spostare gli occhi da un lato all’altro – per 30 secondi, ogni giorno – può aumentare la memoria del 10%. Non è tutto: secondo Betsan Corkhill, fisioterapista inglese che ha fondato Stitchlinks, un’organizzazione che promuove il fare la maglia come pratica terapeutica (linkaffiliazione)il lavoro a maglia può diventare una sorta di “dipendenza costruttiva” in grado di sostituire altre abitudini nocive come il fumo, l’alimentazione smodata o il controllo ossessivo.

Per chi fosse malato, non impegnato in attività lavorative o annoiato per le più diverse ragioni, restare occupati farà bene alla salute, tanto più se diventa un hobby collegato ad un circolo sociale, ad un’iniziativa condivisa con altri.

Nell’età più matura può diventare, anche, un volontariato che fa del bene e dà un senso di utilità, incrementa l’autostima; riduce la solitudine e l’isolamento, aumenta l’inclusione nella società ed è fattibile anche da coloro la cui vista, udito e mobilità sono severamente limitate.

benefici knitting 2

Il lavoro a maglia non richiede un particolare talento artistico (ma può tirare fuori tutte le nostre capacità creative e svilupparle) o attrezzature costose; consente di produrre manufatti (berretti, scarpette, sciarpe, maglioni, cuscini, custodie e via, all’infinito, seguendo la propria fantasia e versatilità) che piacciono alle persone, che verranno utilizzati.

Regala buon umore: già solo accarezzare il proprio lavoro, vederlo crescere e prender forma mette allegria. È un’attività che richiede metodo e pianificazione: abituandosi a farlo con i fili di lana o di cotone e un progetto da realizzare, sarà più facile replicare l’impostazione anche in altri ambiti di vita.

Insomma: fare la maglia diverte, in modo creativo e produttivo; fa bene al corpo, alla mente e alle emozioni. E allora, che ne dite, uomini e donne: senza temere di diventare una “nonna Abelarda” (che peraltro aveva i suoi perché, anche nello sferruzzare), li “usciamo”, ‘sti ferri e ‘sti fili, o no?

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Anna Maria Cebrelli

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