Un phon realizzato con materiali riciclati e locali in Olanda seguendo un progetto che diventerà open source. Ecco l’idea del designer Andrea De Chirico per uscire dalla logica della produzione di massa da parte delle multinazionali
Un phon realizzato con materiali riciclati e locali in Olanda seguendo un progetto che diventerà open source. Ecco l’idea del designer Andrea De Chirico per uscire dalla logica della produzione di massa da parte delle multinazionali.
La creazione di questo asciugacapelli è il risultato di una collaborazione tra un soffiatore del vetro, il FabLab locale e il laboratorio del legno della Design Academy. I componenti elettrici sono stati recuperati in discarica e sono stati il punto di partenza per la progettazione.
I materiali principali selezionati per la realizzazione di Hair Dryer 1.0 sono vetro e sughero, entrambi riciclabili e riutilizzabili. In questo modo ecco finalmente la possibilità di sostituire la plastica.
Lo speciale phon sarà presto disponibile sul mercato. Questo progetto è il risultato della collaborazione tra persone provenienti da diversi settori e attive sul territorio di Eindhoven. Ora l’ideatore del phon costruito con materiali riciclati è alla ricerca di rivenditori della zona che possano ospitarlo nel proprio negozio.
La creazione di questo phon è un esempio di produzione avvenuta interamente a livello locale. Il progetto si espanderà con la realizzazione di un tavolino, uno specchio, una lampada e uno sgabello da assemblare soltanto con materiali recuperati sul territorio.
La realizzazione ha richiesto in tutto 100 euro di spesa, 15 ore di tempo e 4,5 chilometri di distanze da percorrere. Forse a prima vista non vi sembrerà molto economico, ma ciò che dobbiamo pensare è che il costo della maggior parte dei nostri oggetti è nascosto e si manifesta come conseguenza negativa in altri frangenti che all’apparenza non intaccano il portafogli, a partire dall’inquinamento atmosferico.
Il phon fa parte dell’iniziativa Superlocal per la produzione a chilometri zero, che mira a fornire ai cittadini un database open source per l’autoproduzione di oggetti di uso quotidiano con materiali riciclati e di recupero, con idee che risultino accessibili a tutto il mondo.
Per saperne di più, guardate il video.
Fonte foto: Andrea De Chirico
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