Come e cosa si può ottenere dagli scarti delle mele della lavorazione industriale? La "cartamela" per fazzolettini e rotoli a cucina e la "pellemela" per le calzature e rivestimenti di divani. E pensare che fino a pochi anni fa nulla questi venivano semplicemente smaltiti o, al più, utilizzati per alimentare gli impianti a biogas
Come e cosa si può ottenere dagli scarti delle mele della lavorazione industriale? La “cartamela” per fazzolettini e rotoli a cucina e la “pellemela” per le calzature e rivestimenti di divani. E pensare che fino a pochi anni fa nulla questi venivano semplicemente smaltiti o, al più, utilizzati per alimentare gli impianti a biogas.
Poi però, nel 2009, qualcosa è cambiato. A Bolzano Hannes Parth ha fondato la Frumat srl, un laboratorio di analisi chimiche che ha iniziato ad effettuare dei test per stabilire se, dagli scarti della lavorazione industriale delle mele, materiale privo di scadenza e per questo facilmente stoccabile, fosse possibile ricavare delle materie prime da impiegare per realizzare prodotti ecocompatibili.
In 5 anni il quantitativo di scarti della lavorazione industriale delle mele utilizzato per realizzare prodotti ecosostenibili è passato da 0 a 30t./mese. Dagli iniziali esperimenti che richiedevano il reperimento dei primi, magari scarsi, quantitativi di scarti reperiti in qualche azienda, si è arrivati a oggi, con diverse imprese che lavorano questo tipo di rifiuto alimentare trasformando una media di 30 tonnellate/mese prodotto. Ma è ancor più sorprendente scoprire quello che se ne ricava.
“Il primo prodotto che abbiamo realizzato è stata la cartamela – Bioplastica dagli scarti del pomodoro per produrre auto Hannes Parth – un prodotto creato con pura cellulosa arricchita con gli scarti di lavorazione delle mele che dopo la l’iniziale produzione di carta igienica, oggi trova diverse declinazioni sia come rotoli da cucina, fazzolettini da naso, scatole per il packaging. La nostra ricerca e le nostre sperimentazioni però non si fermano e ora siamo impegnati nella realizzazione della ‘pellemela’, un prodotto ottenuto sempre dagli scarti di lavorazione delle mele ma destinato alla legatoria, alle calzature e ai rivestimenti di divani e sedie”.
Tutte le potenzialità dell’utilizzo dei sottoprodotti dell’agricoltura e dell’industria alimentare saranno analizzate a Cremona nell’ambito di BioEnergy Italy, Green Chemistry Conference and Exhibition e Food Waste Management Conference (Fiera di Cremona, 25-27 febbraio 2015).
Roberta Ragni
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