Dai limoni la nuova “bio-plastica” senza BPA

Un team di chimici spagnoli ha sviluppato un metodo per produrre policarbonati da limonene e CO2.

Bioplastica dai limoni. È la nuova trovata che arriva dalla Spagna, che promette un modo innovativo di produrre policarbonati con un procedimento che usa il limone e l’anidride carbonica in alternativa al bisfenolo A (BPA), che avrebbe effetti nocivi sull’apparato endocrino e sul sistema ormonale.

Dalla custodia dei telefonini alle finestre degli aeroplani, i policarbonati sono ovunque. Ogni anno in tutto il mondo vengono prodotti milioni di tonnellate di policarbonato. Eppure, le preoccupazioni circa i pericoli di questo materiale sono in aumento a causa della tossicità in particolare proprio del BPA, un potenziale cancerogeno.

Ora, un team di chimici guidato da Arjan Kleij, leader del gruppo dell’Institut Català d’Investigació Química (ICIQ), di Tarragona, e professore di ICREA, ha sviluppato un metodo per produrre policarbonati da limonene e CO2. I chimici, infatti, sono partiti da questo frutto per realizzare un policarbonato ecologico privo di bisfenolo usando, più precisamente, il limonene, l’idrocarburo aromatico responsabile del profumo che sprigionano gli agrumi.

Anche se il BPA è stato ripetutamente classificato come una sostanza chimica sicura da parte delle agenzie americane ed europee, alcuni studi indicano che si tratta di un possibile disgregatore endocrino, neurotossico e cancerogeno. I suoi effetti sulla nostra salute sono legati alla comparsa di obesità, cancro, difetti alla nascita, infertilità maschile, endometriosi e altro. Alcuni paesi come la Francia, la Danimarca e la Turchia hanno vietato l’uso di BPA nella produzione di bottiglie per bambini.

Gli studiosi hanno fatto reagire l’ossido di limonene, che può essere isolato non solo dai limoni ma anche dalle arance, con l’anidride carbonica per ottenere un composto cosiddetto “PLDC”, ossia carbonato di polilimonene. Secondo Kleij grazie al nuovo policarbonato ecologico il bisfenolo A potrà essere sostituito gradualmente dall’industria.

“Possiamo iniziare ad aggiungere piccole quantità di limonene, per rimpiazzare progressivamente il BPA. Passo dopo passo, il processo di adattamento potrebbe portare a nuovi biomateriali derivanti da limonene con proprietà simili, o addirittura nuove e migliorate”.

Dai gusci di uovo alle bucce di banana, la letteratura scientifica ha già importati precedenti in fatto di plastiche alternative. La prima bioplastica dai limoni e CO2 era già stata realizzata nei primi anni 2000, ma ora i ricercatori spagnoli sarebbero riusciti a migliorare anche le proprie proprietà termiche del polimero, raggiungendo la massima temperatura di transizione vetrosa mai riportata per un policarbonato.

Per conoscere meglio il BPA leggi anche:

“Siamo stati sorpresi di ottenere ciò, perché le bioplastiche conosciute hanno proprietà termiche peggiori dei polimeri classici”, afferma il primo autore della ricerca. Ciò sta ad indicare il fatto che le nuove materie plastiche hanno bisogno di temperature più alte per la fusione, che le rendono più sicure per l’uso quotidiano.

Insomma, materiali per una svolta definitiva ce ne sono. Vogliamo far diventare la plastica solo un brutto ricordo o no?

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