La coltivazione di alcune piante in Italia è proibita: scopriamo quali sono
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Le piante sono da sempre un elemento fondamentale per abbellire i nostri spazi verdi, che si tratti di giardini, balconi o appartamenti. Varietà di forme, colori e dimensioni, contribuiscono a creare ambienti accoglienti e vivaci, ma non tutte le piante sono adatte a essere coltivate liberamente, soprattutto quando si tratta di specie che possono diventare invasive e dannose per l’ecosistema locale. In Italia, infatti, esistono piante che sono vietate per legge a causa della loro capacità di diffondersi in maniera incontrollata, mettendo a rischio la biodiversità.
Le specie esotiche invasive: una minaccia per la biodiversità
Le specie esotiche invasive sono piante o animali che, introdotti in un nuovo ambiente, riescono a diffondersi rapidamente, soppiantando le specie locali e alterando gli equilibri naturali. Queste specie, provenienti da altre regioni geografiche del mondo, possono adattarsi così bene al nuovo habitat da diventare una minaccia per la flora e la fauna indigene.
Il problema è tanto rilevante che l’Unione Europea ha adottato normative specifiche per contrastare la diffusione di queste specie. Tra queste normative, il Regolamento 1143/2014 impone agli Stati membri di adottare misure preventive e di controllo per limitare l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive.
In Italia, la legislazione che regola la gestione di queste piante è il Decreto legislativo n. 230 del 15 dicembre 2017. Il decreto stabilisce il divieto di introdurre, detenere, coltivare, vendere o cedere a titolo gratuito specie esotiche invasive. Chiunque non rispetti queste disposizioni rischia sanzioni amministrative o, nei casi più gravi, l’arresto.
Quali sono le piante vietate in Italia
Ambrosia (Ambrosia artemisiifolia L.)
L’Ambrosia è una pianta erbacea molto allergenica. La sua diffusione incontrollata può causare gravi problemi di salute, in particolare per le persone con allergie respiratorie. La presenza massiccia di Ambrosia in aree urbane e rurali può quindi avere impatti diretti sulla qualità della vita delle persone.
Balsamina ghiandolosa (Impatiens glandulifera)
La Balsamina ghiandolosa è una pianta ornamentale che, una volta introdotta in un nuovo ambiente, tende a colonizzare rapidamente i bordi dei corsi d’acqua. Questa invasione impedisce la crescita della vegetazione autoctona, alterando gli habitat naturali e riducendo la biodiversità locale.
Forbicina frondosa (Bidens frondosus L.)
La Forbicina frondosa è una pianta erbacea che cresce lungo i bordi delle strade e nei campi incolti. Essa è in grado di competere con le piante locali, riducendone la presenza e modificando la composizione vegetale delle aree invase.
Giacinto d’acqua (Eichhornia crassipes)
Il Giacinto d’acqua è una pianta acquatica ornamentale che, se non controllata, può ricoprire intere superfici d’acqua. Questo fenomeno soffoca la fauna acquatica e altera la qualità dell’acqua, portando a un degrado degli ecosistemi acquatici.
Panace di Mantegazza (Heracleum mantegazzianum)
La Panace di Mantegazza può raggiungere dimensioni imponenti e il contatto con la pianta, seguito dall’esposizione alla luce solare diretta o ai raggi ultravioletti, può provocare gravi infiammazioni cutanee e lesioni bollose estese. In alcuni casi, possono rimanere cicatrici permanenti. Inoltre, la linfa della pianta, se entra in contatto con gli occhi, può causare cecità temporanea o, nei casi più gravi, permanente. Essendo molto invasiva, tende a sostituire la vegetazione locale e a modificare gli ecosistemi in cui si stabilisce.
Peste d’acqua di Nuttall (Elodea nuttallii)
La Peste d’acqua di Nuttall è un’altra pianta acquatica che prolifera nei laghi e nei fiumi. La sua crescita eccessiva limita la biodiversità acquatica e altera gli ecosistemi, creando problemi alle specie native e alla qualità dell’ambiente acquatico.
Porracchia a grandi fiori (Ludwigia grandiflora)
La Porracchia a grandi fiori è una pianta palustre che si diffonde rapidamente nei corsi d’acqua, formando dense colonie che soffocano le piante locali. Questo comportamento riduce la biodiversità e altera gli habitat acquatici.
Pueraria (Pueraria lobata)
Il Pueraria è una pianta rampicante estremamente invasiva, capace di ricoprire e soffocare altre piante, alberi e persino costruzioni. La sua diffusione può causare danni significativi agli ecosistemi e alle strutture costruite dall’uomo.
Rabarbaro gigante (Gunnera tinctoria)
Il Rabarbaro gigante, dotato di foglie enormi, tende a dominare gli ambienti umidi escludendo le specie vegetali native. La sua crescita aggressiva può cambiare radicalmente la composizione vegetale degli habitat umidi.
Topinambur (Helianthus tuberosus L.)
Il Topinambur, sebbene coltivato per i suoi tuberi commestibili, è in grado di diffondersi rapidamente e diventare invasivo. La sua espansione può rendere difficile il controllo e alterare gli ecosistemi locali.
Cosa fare in caso di possesso di una di queste piante?
Se avete scoperto di avere una di queste piante nel vostro giardino, dovrete agire prontamente per evitare sanzioni e, soprattutto, per proteggere l’ambiente. La legge, infatti, prevede l’obbligo di denuncia per chiunque possieda una specie esotica invasiva. Il mancato rispetto di questa normativa può comportare sanzioni amministrative o, nei casi più gravi, addirittura l’arresto.
Per evitare spiacevoli sorprese, è fondamentale essere informati e responsabili nella gestione delle proprie piante. Se avete il sospetto di avere una specie vietata, la prima cosa da fare è contattare le autorità competenti, come il Corpo Forestale o le agenzie regionali per l’ambiente, per ricevere indicazioni su come procedere. In molti casi, potrebbe essere necessario rimuovere la pianta dal giardino in modo sicuro, per evitare che si diffonda ulteriormente.
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