Scopri come coltivare l'oleandro, una delle piante tanto belle quanto velenose, in modo facile e sicuro sia in vaso che in giardino. Leggi i nostri preziosi consigli
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L’oleandro, noto anche come Nerium oleander, è una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Apocynaceae. Conosciuto per la sua bellezza e la sua longevità, è una pianta particolarmente apprezzata per la magnificenza dei sui fiori e la lucentezza delle foglie.
L’oleandro è una pianta velenosa: tutte le parti che lo compongono (foglie, fusti, semi e fiori) contengono l’oleandrina, una sostanza che, se ingerita, può causare gravi problemi di salute.
L’oleandro si presenta con un aspetto arbustivo, caratterizzato da fusti poco ramificati che originano dalla base della pianta. Inizialmente, i fusti crescono in posizione eretta, ma successivamente si curvano verso l’esterno. I rami giovani sono di colore verde e privi di peluria. D’altro canto, i fusti e i rami più vecchi presentano una corteccia grigiastra.
Le foglie sono lisce e di consistenza coriacea, sono disposte in gruppi di 2-3 foglie, con picciolo breve, e presentano un margine liscio ed una nervatura centrale robusta e prominente. La forma della lamina è lanceolata, con un’estremità appuntita, e ha una larghezza di circa 1-2 cm e una lunghezza di 10-15 cm. I fiori dell’oleandro sono grandi ed appariscenti, con una struttura simmetrica a raggi, disposti in infiorescenze terminali. Il calice si divide in cinque lobi a forma di lancia, che possono essere di colore rosa o bianco nelle varietà spontanee. La corolla è tubolare e si divide in 5 lobi, la cui colorazione varia dal bianco al rosa e fino al rosso carminio.
Le varietà coltivate presentano fiori doppi e la maggior parte di essi emana un piacevole profumo. L’androceo è composto da 5 stami, i cui filamenti sono saldati al tubo corollino. L’ovario è supero e composto da due carpelli pluriovulari.
La fioritura dell’oleandro è abbondante e si sviluppa in modo scalare, iniziando nei mesi di aprile o maggio e protraendosi per tutta l’estate fino all’autunno. Il frutto dell’oleandro è un follicolo allungato e fusiforme, che misura circa 10-15 cm di lunghezza. Quando raggiunge la maturità, si apre longitudinalmente, rilasciando i semi. I semi hanno dimensioni variabili, comprese tra i 3 e i 5 mm di lunghezza e circa 1 mm di diametro, e sono coronati da una peluria a forma di ombrello (comunemente chiamata pappo), che permette ai semi di essere dispersi dal vento anche per lunghe distanze.
Storia ed origini dell’oleandro
L’oleandro è una pianta che ha origine nel continente asiatico, ma che nasce spontaneamente in tutta la zona del Mediterraneo. In Italia, è possibile trovarlo in tutte le aree del Centro Sud, dove il clima mite ne consente uno sviluppo regolare.
Varietà di oleandro
L’oleandro presenta una vasta gamma di varietà, le più comuni includono l‘oleandro rosa (il piu diffuso), l’oleandro giallo, l’oleandro bianco e l’oleandro rosso.
Come coltivare l’oleandro in giardino
Se si dispone di uno spazio adeguato, l’oleandro può essere coltivato a terra come arbusto ornamentale. La preparazione del terreno è un passo importante per favorire la crescita dell’oleandro.
Assicuratevi che il terreno sia ben drenato (per scongiurare la formazione di muffe e parassiti) ed arricchito con materia organica. Durante la fase di impianto, è fondamentale fornire un’adeguata irrigazione per favorire l’attecchimento delle radici.
L’oleandro richiede anche una potatura periodica, sia per conferirgli la forma desiderata che per favorire una fioritura abbondante. Il periodo migliore per piantare un oleandro risiede tra i mesi di ottobre ed aprile.
Dove posizionare l’oleandro
Quando si decide di coltivare un oleandro, è importante scegliere con cura la sua posizione. L’oleandro prospera in aree soleggiate e preferisce un clima caldo. La pianta richiede almeno 6-8 ore di luce solare diretta al giorno per crescere vigorosamente e produrre una fioritura rigogliosa.
Per favorire una crescita sana e regolare è essenziale trovare un terreno con buon drenaggio, in quanto l’oleandro non tollera terreni costantemente umidi. In presenza di inverni rigidi, bisognerà proteggere l’oleandro nelle giornate piu fredde, cercando inoltre di preservarlo dai forti venti e dalle intense piogge, sopratutto le specie che presentano fiori con piu strati.
L’oleandro è una pianta molto resistente, in grado di affrontare caldo e siccità, che pero non riesce a sopravvivere a temperature al di sotto dei -5° C.
Quanto tempo ci mette l’oleandro a crescere
In condizioni ottimali, il tasso di crescita verticale di queste piante può raggiungere i 50-70 cm o anche superare tale valore ogni anno. Questa rapida crescita le rende una scelta preferita tra i giardinieri, che le utilizzano comunemente per creare ampi recinti naturali in tempi brevi.
Come coltivare in vaso l’oleandro
Per coltivare l’oleandro in vaso, è necessario selezionare un contenitore abbastanza grande, che possa ospitare il sistema radicale e garantire un buon drenaggio. Assicuratevi di utilizzare un substrato ben drenato e ricco di sostanze nutritive. Durante la stagione di crescita, l’oleandro richiede un’irrigazione regolare ed una fertilizzazione adeguata per mantenere una crescita sana e rigogliosa.
Come fare la talea di oleandro
La talea di oleandro è uno dei metodi di propagazione di questa pianta, ed è possibile ottenerla attraverso una serie di semplici passaggi. Partendo da un esemplare già presente nel nostro giardino, si potrà ottenere una nuova pianta che avrà le stesse caratteristiche. Prima di iniziare, ricordate di fare attenzione nel maneggiare un oleandro, in quanto pianta velenosa: utilizzate dei guanti e, dopo aver terminato, sterilizzate sia le mani che gli attrezzi.
La tecnica di propagazione per talea prevede il prelievo di un rametto di 10-15 cm dalla pianta adulta. Consigliamo di selezionare rametti apicali, tagliandoli obliquamente ed assicurandosi che non abbiano ancora fiorito.
Una volta prelevato il rametto per il trapianto, è necessario rimuovere la maggior parte delle foglie presenti: in questo modo, il rametto potrà concentrare le proprie energie sulla crescita di nuove radici.
La talea ottenuta dovrà essere interrata per almeno 10 cm in un substrato composto da terra e sabbia. Potrete coltivarla in un contenitore di plastica, come una vaschetta per la frutta o la base di una bottiglia d’acqua. Assicuratevi la presenza dei fori di drenaggio alla base del contenitore per consentire l’irrigazione del terreno.
Di solito, la propagazione per talea viene effettuata durante l’estate, evitando di coprire la coltivazione con temperature più basse. La talea di oleandro può essere considerata una sorta di serra fatta in casa.
Le talee devono essere lasciate in questa “piccola serra” per circa 3 mesi, durante i quali svilupperanno le prime foglie entro 50-60 giorni.
Le piantine devono essere esposte a una luce solare indiretta e ombreggiata (un’area ombreggiata all’interno di una serra solare sarebbe perfetta) per evitare che si secchino a causa della luce solare diretta.
Alcune persone preferiscono immergere le talee in acqua dopo averle trattate con un ormone radicante, una polvere che favorisce la formazione delle radici. Successivamente, anche queste talee vengono messe a dimora nel terreno. Tuttavia, non tutti apprezzano questo ulteriore passaggio, che può essere considerato una forzatura del processo naturale di crescita.
Durante la sua coltivazione, l’oleandro, che può essere propagato con talee semi-legnose, può raggiungere un’altezza di 3-4 metri anche con poca acqua disponibile. Tuttavia, è importante fare attenzione alla presenza di alcaloidi tossici nell’oleandro, specialmente per gli animali domestici.
Pertanto, è fondamentale maneggiare la pianta con cura, utilizzando sempre guanti e lavando le mani. Evitate di bruciare i residui della potatura, poiché gli effluvi possono essere pericolosi. Vista la tossicità di questa pianta, sarebbe piu saggio affidarsi ad un giardiniere, in modo da evitare situazioni spiacevoli.
Come e quando potare l’oleandro
La potatura è un aspetto importante nella cura dell’oleandro. Una potatura regolare consente non solo di mantenere la forma che più vi soddisfa, ma permette anche la rimozione dei rami danneggiati e la stimolazione di una fioritura rigogliosa. La potatura viene solitamente eseguita in primavera, dopo la fioritura.
Rimuovete i rami incrociati, o che si sviluppano verso l’interno della pianta, per favorire una buona circolazione dell’aria e prevenire l’insorgenza di malattie.
Quando seminare l’oleandro
La semina dell’oleandro è un metodo meno comune rispetto alla propagazione tramite talee, ma è una via comunque percorribile.
Può essere effettuata in primavera o in autunno, utilizzando dei semi freschi. Preparate un substrato adeguato e riponete i semi ad una profondità di circa 1-2 centimetri. Mantenete il substrato umido, evitando di bagnarlo eccessivamente, ed attendete la germinazione dei semi. Ricordate che la germinazione dei semi di oleandro può richiedere del tempo e la pianta risultante potrebbe non mantenere le stesse caratteristiche della pianta madre.
Quale terreno usare e dove posizionare l’oleandro
Come già osservato, l’oleandro richiede un terreno ben drenato e fertile per crescere al meglio. Un terreno sabbioso o argilloso, misto a materia organica rappresenta la scelta ideale per l’oleandro. Se volete migliorare la qualità del terreno, aggiungete del compost o del letame prima di piantare la pianta.
Ricordate che l’oleandro si sviluppa meglio in posizioni a pieno sole e preferisce temperature miti. Assicuratevi che il terreno sia correttamente drenato per evitare ristagni idrici che potrebbero danneggiare le radici.
Ogni quanto annaffiare l’oleandro
L’oleandro è una pianta resistente alla siccità, ma ha bisogno di irrigazioni regolari durante i periodi di crescita attiva.
In l’estate, quando le temperature sono elevate, l’oleandro richiede annaffiature più frequenti.
Tuttavia, non bisogna esagerare con l’irrigazione, poiché l’oleandro può soffrire di marciume radicale se le radici dovessero rimanere in terreni costantemente umidi. Monitorate quindi l’umidità del terreno ed annaffiate solo quando questo è asciutto in superficie.
Quando fiorisce l’oleandro?
L’oleandro è noto per la sua spettacolare fioritura, che solitamente avviene in primavera e in estate. La fioritura dell’oleandro è influenzata principalmente dalle condizioni climatiche e dalla cura fornita alla pianta. Attraverso un’adeguata esposizione al sole, una corretta concimazione ed una potatura regolare, l’oleandro può regalare una fioritura rigogliosa e duratura.
Come proteggere l’oleandro in inverno?
In inverno spostate le piante in un’area riparata come una veranda. Quando possibile, collocate le vostre piante sotto una veranda o un portico protetto. È importante che il luogo sia soleggiato e asciutto, ma con temperature più controllate. Isolate il vaso da terra per proteggerlo dal freddo. Una soluzione può essere quella di sollevare il vaso utilizzando delle assicelle di legno.
Proteggete la pianta con un materiale in TNT. Optate per l’utilizzo di sacchi di tessuto non tessuto, che costituiscono una copertura eccellente per riparare la pianta dal freddo intenso e dall’umidità, ma permettono anche il passaggio della luce.
Trasferite il vaso in un’area come la tromba delle scale. Se vivete in un condominio, potete considerare di spostare il vaso in questa zona, poiché solitamente non è riscaldata ma offre un ambiente luminoso, asciutto e protetto.
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Quali sono le malattie ed i parassiti dell’oleandro
Nonostante la sua resistenza, l’oleandro può essere soggetto ad alcune malattie ed infestazioni parassitarie.
Tra i problemi comuni dell’oleandro vi sono la ruggine dell’oleandro, l’oidio, l’attacco di afidi e la presenza di larve di farfalla dell’oleandro. Altro parassita frequente è la cocciniglia fioccosa che invade tutta la pianta riproducendosi in modo rapido e piuttosto vistoso: le cure dovranno essere immediate per non compromettere tutta la pianta.
Come ci si avvelena con l’oleandro?
L’oleandro è una pianta estremamente tossica e può essere pericolosa se ingerita o se ne viene manipolata in modo scorretto. La pianta contiene sostanze chimiche altamente velenose chiamate glicosidi cardiaci, come l’oleandrina, la nerioside e la digitossina. Questi glicosidi agiscono come sostanze cardiache e possono interferire con la normale attività del cuore.
Il veleno contenuto nell’oleandro è particolarmente pericoloso per gli esseri umani e per gli animali domestici. L’avvelenamento può verificarsi attraverso diverse vie, tra cui:
- Ingestione: la maggior parte dei casi di avvelenamento da oleandro avviene a causa dell’ingestione accidentale delle parti della pianta, come foglie, fiori o semi. Anche una piccola quantità di queste parti può essere letale per un adulto.
- Contatto con la pelle: anche il contatto diretto con l’oleandro può causare irritazione cutanea o allergie in alcune persone, sebbene il veleno non venga facilmente assorbito attraverso la pelle.
- Inalazione: bruciare foglie o legno di oleandro può rilasciare sostanze tossiche nell’aria, che possono essere inalate e causare irritazione delle vie respiratorie.
- Assunzione accidentale: l’avvelenamento può verificarsi anche quando persone, specialmente bambini piccoli, confondono le parti della pianta con cibo o bevande.
I sintomi di avvelenamento da oleandro possono includere:
- nausea,
- vomito,
- diarrea,
- palpitazioni,
- ipertensione,
- confusione mentale,
- convulsioni e, nei casi più gravi,
- insufficienza cardiaca e morte.
Se si sospetta di aver avuto contatto con l’oleandro o si manifestano sintomi correlati all’avvelenamento, è fondamentale cercare immediatamente assistenza medica di emergenza. Non esiste un antidoto specifico per l’avvelenamento da oleandro, quindi il trattamento si concentra sul supporto delle funzioni vitali e sulla gestione dei sintomi.
Qual è il significato simbolico dell’oleandro
Nel corso dei secoli, l’oleandro ha visto mutare il proprio simbolismo, assumendo significati sempre diversi. In epoca medievale, veniva considerato di buon augurio e la particolare disposizione delle foglie, a gruppi di tre, era considerata una rappresentazione dell’armonia dell’universo.
Esiste un’antica leggenda in merito: sul bastone di San Giuseppe sarebbe fiorito proprio un oleandro, che per questo veniva chiamato “mazza di San Giuseppe”. Tuttavia, nel orso dei secoli la percezione dell’oleandro muta radicalmente, passando da una connotazione positiva a simbolo funerario, sia nei paesi mediterranei che in Medio Oriente, forse per la scoperta relativa alla sua tossicità.
Ancora oggi, nel linguaggio dei fiori e delle piante, l’oleandro indica l’oblio: se vi dovessero regalare un fiore di oleandro dovreste preoccuparvi, perché quella persona, forse, sta comunicando di avervi dimenticato.
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