Lophophora williamsii: come coltivare il Peyote

Conosciamo meglio il peyote, la pianta sacra dei nativi americani

Il peyote, il cui nome scientifico è Lophophora williamsii, è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Cactacee, di fatto un cactus, famoso per le particolarità botaniche che lo contraddistinguono e per il grande significato culturale e spirituale che si porta dietro. Il peyote è originario delle zone aride del Messico settentrionale e del sud-ovest degli Stati Uniti, dove è conosciuto da millenni per le proprietà allucinogene dovute alla presenza della mescalina. Anche se oggi è proibito in molti paesi, il peyote ha una lunga storia di utilizzo in rituali religiosi, in particolare presso le popolazioni native americane.

Descrizione della pianta

Il peyote è una pianta modesta nelle dimensioni: raggiunge altezze di circa 2-7 cm e possiede un diametro di 4-12 cm. La parte visibile sopra il terreno, chiamata “corona”, è composta da sezioni arrotondate simili a piccoli dischi, ed è proprio in questa parte della pianta che si trova la mescalina, il composto psicotropo responsabile degli effetti allucinogeni del peyote. Il cactus ha una crescita estremamente lenta, impiegando oltre 30 anni per maturare e fiorire completamente, la corona, dal colore verde-azzurro o verde-grigio, ha una consistenza spugnosa e carnosa, con sottili costolature che la percorrono verticalmente.

I fiori del peyote sono piccoli ma molto caratteristici. Possono variare dal bianco al rosa, talvolta con sfumature gialle o rossastre, e compaiono principalmente durante il giorno,  misurano tra 1 e 2,4 cm di lunghezza e tra 1 e 2,2 cm di diametro, spuntando solitari dalla parte centrale della corona. Dopo la fioritura, la pianta produce piccoli frutti rosa che, una volta essiccati, assumono una tonalità biancastra. I frutti in questione contengono dei semi neri a forma di pera, lunghi circa 1-1,5 mm, che rappresentano il principale mezzo di propagazione del peyote.

Dove posizionare il peyote

Il peyote prospera in condizioni particolari, che siano capaci di replicare il suo habitat naturale, è una pianta che richiede molta luce, ma non deve essere esposta alla luce solare diretta per lunghi periodi, soprattutto nelle ore più calde della giornata. Se coltivato in casa, è consigliabile posizionarlo in una zona luminosa ma protetta dal sole diretto, come un davanzale o un balcone protetto dalle tende.

Per chi coltiva il peyote all’aperto, è fondamentale garantire un’esposizione a un clima secco e caldo, simile a quello dei deserti messicani e degli Stati Uniti sudoccidentali. Il peyote non tollera temperature sotto i 10°C, quindi durante i mesi più freddi dovrete portarlo al riparo, oppure spostare la coltivazione all’interno di una serra riscaldata.

Quale terreno utilizzare per il peyote

Il substrato che meglio si accompagna al peyote dovrebbe essere ben drenante, poiché la pianta non sopporta i ristagni d’acqua, pertanto un buon mix per cactus, composto da sabbia grossolana, perlite e ghiaia, andrà benissimo.

In natura, il peyote cresce in terreni calcarei, per cui è consigliabile aggiungere al terreno un po’ di calce agricola per simulare l’ambiente originario. Il pH del terreno dovrebbe essere leggermente alcalino, un parametro che può essere monitorato e corretto con degli appositi prodotti disponibili nei negozi di giardinaggio.

Coltivazione in vaso del peyote

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Per la coltivazione in vaso dovrete scegliere dei contenitori bassi ma larghi, poiché il sistema radicale della pianta si sviluppa più orizzontalmente che verticalmente. È fondamentale che il vaso abbia fori di drenaggio per evitare che l’acqua ristagni alla base, causando marciume radicale.
Il rinvaso del peyote non è una pratica da effettuare frequentemente, vista la crescita estremamente lenta. Può essere necessario ogni 3-5 anni, oppure quando le radici iniziano a riempire completamente il vaso. Durante il rinvaso, ricordate di maneggiare la pianta con cura, poiché la corona è fragile e può facilmente rompersi.

Come innaffiare il peyote

Il peyote, come la maggior parte dei cactus, ha bisogno di pochissima acqua. Durante la stagione di crescita, che va dalla primavera all’inizio dell’autunno, sarà sufficiente irrigare la pianta una volta ogni due settimane, lasciando il terreno completamente asciutto tra un’annaffiatura e l’altra. In inverno, la pianta entra in una fase di riposo vegetativo e non ha bisogno di acqua: annaffiare in questo periodo può danneggiare il peyote, poiché le sue radici non sono in grado di assorbire acqua correttamente.

Come concimare il peyote

Il peyote, essendo una pianta a crescita lenta, non richiede concimazioni frequenti. Durante la stagione di crescita, potrete applicare un fertilizzante specifico per cactus una o due volte, preferibilmente con un basso contenuto di azoto e un buon apporto di potassio e fosforo, nutrienti che aiuteranno la pianta a sviluppare una corona robusta ed una fioritura rigogliosa. Evitate gli eccessi, perché troppo concime potrebbe bruciare le radici e compromettere la salute della pianta.

Quando fiorisce il peyote

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La fioritura del peyote è un evento raro e prezioso, che avviene solo dopo parecchi anni di crescita: i piccoli fiori sbocciano durante l’estate e restano aperti per pochi giorni.

Per incentivare la fioritura dovrete garantire alla pianta le condizioni ambientali ottimali, seguendo le indicazioni viste in precedenza, ricordando che, anche nelle migliori condizioni, la pianta potrebbe impiegare decenni prima di fiorire.

Malattie e parassiti del peyote

Il peyote è una pianta abbastanza resistente, ma può essere soggetta a marciume radicale, soprattutto se esposto a un’irrigazione eccessiva o a ristagni d’acqua. Per prevenire questo problema, assicuratele un buon drenaggio e lasciate asciugare il terreno tra un’annaffiatura e l’altra. Inoltre, il peyote può essere attaccato da cocciniglie e afidi, che possono danneggiare la corona e indebolire la pianta: in caso di infestazioni, cercate di intervenire tempestivamente con prodotti specifici, oppure impiegando rimedi naturali come l’olio di neem.

Si può coltivare il Peyote in Italia?

In Italia, coltivare e possedere Lophophora williamsii (peyote) è vietato a causa della presenza di mescalina, un alcaloide psicoattivo che rientra tra le sostanze stupefacenti. La normativa italiana si allinea agli standard internazionali sulle sostanze controllate, includendo la mescalina tra le sostanze illegali.

Le leggi italiane sulle droghe sono particolarmente rigorose e disciplinano con precisione la detenzione, il commercio, la produzione e l’uso di sostanze psicotrope. Questo regolamento si applica non solo alle droghe sintetiche, ma anche alle piante naturali che contengono principi attivi vietati, come il peyote.

Inoltre, l’uso del peyote per motivi religiosi o spirituali, diffuso in alcune culture, non è permesso in Italia, diversamente da alcuni stati negli Stati Uniti, dove l’uso rituale del peyote da parte dei Nativi Americani è legalmente protetto.

Il ruolo della mescalina

La mescalina è il principio attivo che ha reso celebre il peyote, si tratta di un composto chimicamente simile alla dopamina, con potenti effetti allucinogeni in grado di influenzare principalmente i recettori 5-HT2A e 5-HT2C nel cervello. Gli effetti psicotropi della mescalina sono stati utilizzati per secoli in contesti rituali, ma oggi è vietato l’uso non supervisionato.

Il peyote nella cultura dei nativi americani

Il peyote è strettamente legato alla cultura e alle tradizioni dei nativi americani, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo rituale e spirituale. La pianta di peyote viene impiegata da millenni nelle cerimonie religiose di alcune tribù del sud-ovest degli Stati Uniti e del Messico, come gli Huichol, i Tarahumara ed i Comanche, per via dell’effetto allucinogeno ed il forte simbolismo che incarna. L’importanza culturale del peyote va ben oltre le proprietà psicotrope, poiché è visto come una pianta sacra, una porta verso il mondo spirituale ed una guida per la guarigione e la ricerca di visioni.

Il significato spirituale del peyote

Per molte tribù native americane, il peyote è considerato un dono degli dei, una pianta sacra capace di connettere chi lo assume con il divino. Viene utilizzato durante i rituali per raggiungere stati alterati di coscienza, che permettono di entrare in contatto con il mondo spirituale, ricevere visioni e guidare il popolo nelle decisioni importanti. L’uso è spesso associato alla guarigione fisica e mentale, poiché si ritiene che la mescalina contenuta nel peyote apra le porte della percezione, permettendo di vedere la verità e di acquisire saggezza.

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La cerimonia del peyote è un evento collettivo, che coinvolge non solo chi consuma la pianta, ma l’intera comunità. Durante queste cerimonie, che possono durare tutta la notte, i partecipanti cantano, pregano e meditano, accompagnati da ritmi di tamburi e canti sacri. Il consumo del peyote avviene sotto la guida di uno sciamano o un anziano della tribù, che assume il ruolo di leader spirituale e conduce il gruppo attraverso l’esperienza mistica.

La Native American Church

Con l’arrivo dei coloni europei e il successivo processo di colonizzazione, molti aspetti della cultura dei nativi americani furono repressi, inclusa l’uso rituale del peyote. C’è voluto del tempo prima che i nativi acquisissero consapevolezza ed iniziassero un percorso volto a preservare la loro cultura: a partire dalla fine del XIX secolo, le tribù cominciarono a organizzarsi per preservare le tradizioni spirituali, e nel 1918 nacque la Native American Church (NAC), un’organizzazione che unisce diverse tribù con l’obiettivo di proteggere e promuovere l’uso del peyote nei rituali religiosi.

La NAC è stata fondamentale nel mantenere viva la tradizione del peyote e nel difendere il suo uso religioso davanti alla legge. Infatti, mentre la pianta è proibita in molti paesi, inclusi gli Stati Uniti, l’uso del peyote è legale per i membri della Native American Church, in quanto considerato parte integrante della loro libertà religiosa. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha più volte riconosciuto il diritto dei nativi americani ad utilizzare il peyote durante le cerimonie religiose, un riconoscimento che ha rappresentato una vittoria importante per la tutela dei diritti culturali e spirituali delle popolazioni indigene.

Simbologia del peyote e ruolo nel ciclo di vita

Il peyote è considerato una guida spirituale e una medicina che aiuta a guarire sia il corpo che l’anima. Secondo le credenze dei nativi americani, la pianta ha il potere di rivelare la verità e di condurre chi la assume ad una maggiore comprensione del sé e del mondo, per cui viene spesso utilizzato nei riti di passaggio, come le iniziazioni, celebrazioni importanti ed eventi che in generale segnano tappe fondamentali nella vita di un individuo, come l’ingresso nell’età adulta, oppure il passaggio verso la vecchiaia.
Il consumo di peyote, sebbene collegato a esperienze visive intense, non è visto semplicemente come un modo per ottenere allucinazioni: al contrario, l’effetto della mescalina è interpretato come una via per raggiungere uno stato di consapevolezza superiore, che permette di comprendere le dinamiche della vita e della natura, di entrare in contatto con gli antenati e di ottenere una guida spirituale.

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