Maggiociondolo: tutto quello che devi sapere prima di coltivare questa pianta velenosissima (utilizzata dalle streghe per pozioni e bevande)

Laburno o maggiociondolo: tutto quello che devi sapere prima di coltivare questa pianta velenosissima (utilizzata dalle streghe per pozioni e bevande)

Tra le meraviglie della natura che colorano i nostri paesaggi, spicca per fascino e mistero il maggiociondolo (Laburnum anagyroides), un piccolo albero caducifoglio, noto anche con il nome di laburno. Questo arbusto, capace di raggiungere altezze comprese tra i 4 e i 6 metri, è una presenza elegante e distintiva nei boschi di latifoglie e nei giardini dove viene coltivato come pianta ornamentale.

Con la sua corteccia liscia e rami di un verde scuro intenso, il maggiociondolo si distingue per la spettacolarità della sua fioritura: tra maggio e giugno, i suoi fiori giallo oro, riuniti in lunghe e delicate infiorescenze a grappolo, adornano i rami come piccole cascate luminose. Questi grappoli, che possono raggiungere i 25 centimetri di lunghezza, sono non solo un piacere per gli occhi, ma sprigionano un profumo inebriante che attira numerosi insetti impollinatori.

Osservare un maggiociondolo in fiore è come immergersi in un quadro impressionista: un’esplosione di luce e colore, ma dietro questa bellezza ammaliante si nasconde un segreto oscuro: l’intera pianta è altamente velenosa. Dai rami ai fiori, fino ai semi racchiusi nei baccelli, ogni parte del maggiociondolo contiene citisina, un alcaloide tossico che lo rende pericoloso per l’uomo e per molti animali domestici.

Perché è velenoso il maggiociondolo?

maggiociondolo

I semi in particolare, contenuti nei baccelli, sono estremamente pericolosi, soprattutto quando non ancora maturi, l’ingestione anche di un singolo seme può causare gravi sintomi di avvelenamento: vomito, crampi addominali, sudorazione fredda e, nei casi più gravi, convulsioni e morte. Le vittime più frequenti sono i bambini, attratti dall’aspetto curioso dei semi, simili a piccoli fagioli, ma l’avvelenamento può colpire anche gli adulti: la citisina agisce rapidamente e può risultare letale entro un’ora dall’ingestione di una quantità sufficiente.

Stranamente, alcuni animali selvatici come lepri, conigli e cervi sembrano essere immuni agli effetti tossici della pianta.

Le leggende legate al maggiociondolo

Questa resistenza ha alimentato, nel corso dei secoli, diverse leggende e superstizioni, soprattutto nelle regioni di montagna dove il maggiociondolo è presente in abbondanza. In alcune tradizioni, la pianta è considerata magica e legata ai riti delle streghe, che avrebbero utilizzato il legno del maggiociondolo per preparare pozioni o persino come “cavallo” durante i loro sabba. Questi racconti popolari non fanno che aumentare il fascino misterioso di una pianta che, seppur bellissima, nasconde un lato oscuro e pericoloso.

Le sue proprietà tossiche erano ben note anche nelle pratiche agricole: veniva usato come posatoio nei pollai per proteggere le galline dai pidocchi, sfruttando così la sua capacità di tenere lontani i parassiti.

Si credeva anche che un pezzo di legno di maggiociondolo inserito nel tronco di un altro albero ne causasse la morte. Inoltre, la tradizione popolare metteva in guardia dall’addormentarsi sotto la sua chioma, poiché si diceva provocasse forti mal di testa.

Va detto però che, nonostante la sua pericolosità, il maggiociondolo rimane una pianta molto apprezzata per il suo valore ornamentale. Le sue infiorescenze, paragonate per bellezza a quelle delle glicini, decorano con eleganza parchi e giardini di tutto il mondo, creando effetti scenografici spettacolari.

Se vi trovate a visitare il Castello di Sissi a Merano, non perdete l’occasione di ammirare gli esemplari di maggiociondolo che adornano il Giardino Proibito. Questo splendido luogo, intriso di storia e bellezza, ospita diverse specie botaniche che ne arricchiscono il fascino, e il maggiociondolo, con i suoi grappoli dorati, aggiunge un tocco fiabesco al panorama.

Come coltivare il maggiociondolo

Il maggiociondolo prospera in climi temperati e con un moderato livello di umidità, ed è particolarmente diffuso nell’Europa meridionale, dove si adatta perfettamente ai terreni calcarei. Il suo legno, caratterizzato da una crescita lenta, è di un intenso colore marrone scuro, molto duro e pesante. Questa robustezza lo rende ideale per lavori di torneria e ebanisteria, tanto che viene chiamato anche “falso ebano” o “avorniello”. La sua versatilità si estende anche al campo della liuteria, dove trova impiego soprattutto nella costruzione di strumenti a fiato.

Grazie alla sua resistenza alla marcescenza, il legno di maggiociondolo era un tempo molto utilizzato nelle regioni montane per realizzare palizzate, recinzioni e come tutore per le viti.

Qual è la posizione ideale dove piantarlo

Originario delle steppe rocciose e delle praterie secche dell’Europa centrale e meridionale, il maggiociondolo si adatta perfettamente a terreni sabbiosi e calcarei. In giardino, è essenziale garantire un buon drenaggio del suolo: il ristagno idrico in terreni troppo argillosi può infatti provocare marciume radicale e soffocamento delle radici, compromettendo la salute della pianta.

Perché il maggiociondolo possa fiorire in tutta la sua spettacolarità, ha bisogno di una posizione soleggiata, l’ideale è scegliere una zona ben esposta al sole, lontana da alberi più grandi che potrebbero ombreggiare la pianta. Considera inoltre che, una volta raggiunta la maturità, questo albero può svilupparsi fino a un’altezza di oltre 7 metri e una larghezza di circa 3-4 metri, quindi ha bisogno di spazio adeguato per crescere liberamente.

Per valorizzare al massimo la sua bellezza, si consiglia di piantarlo in una posizione isolata, dove possa essere ammirato durante la fioritura. Dopo il periodo di fioritura, il maggiociondolo offre un’ombra leggera e luminosa, perfetta per creare aiuole sottostanti con fiori estivi e bulbose primaverili. In alcune tradizioni, come in Inghilterra, si usa coltivare il maggiociondolo in forma di tunnel, guidando i suoi rami su strutture metalliche, creando così uno spettacolo mozzafiato quando è in fiore.

Un aspetto importante da tenere in considerazione è che il maggiociondolo non ama essere spostato. Ha delle sue radici poco profonde, è molto sensibile al trapianto, quindi è fondamentale scegliere con cura il luogo in cui verrà piantato.

Come e quando piantare il maggiociondolo

Il momento migliore per piantare il maggiociondolo è all’inizio della primavera, questo permette alla pianta di sviluppare un sistema radicale robusto prima dell’arrivo dell’estate. Durante i primi anni di vita, è importante prestare attenzione all’irrigazione, poiché il maggiociondolo giovane ha bisogno di un po’ di cura in più per crescere sano e vigoroso.

Irrigazione del maggiociondolo

Nei primi tempi dopo la messa a dimora, che sia in giardino o in un contenitore di dimensioni adeguate, il maggiociondolo necessita di un apporto d’acqua costante per favorire un buon attecchimento delle radici. È importante evitare però i ristagni idrici, poiché possono causare marciume radicale. Una volta che la pianta si è ben radicata e ha iniziato a crescere, le esigenze idriche si riducono significativamente.

In genere, all’aperto, le precipitazioni naturali sono sufficienti per soddisfare il fabbisogno del maggiociondolo, soprattutto in ambienti temperati. Tuttavia, durante i mesi estivi più caldi e secchi, potrebbe essere necessario intervenire con un’irrigazione supplementare. In queste condizioni, è consigliabile annaffiare la pianta ogni 10-12 giorni, prestando attenzione a non esagerare con le quantità d’acqua. Anche se tollera brevi periodi di siccità, un’irrigazione adeguata durante le estati particolarmente torride aiuterà il maggiociondolo a mantenersi vigoroso e in salute, soprattutto nelle fasi iniziali della sua crescita.

Inoltre, se coltivato in vaso, il maggiociondolo avrà bisogno di maggiori attenzioni in termini di irrigazione, poiché il substrato tende a seccarsi più rapidamente rispetto al terreno in piena terra.

Malattie e parassiti del maggiociondolo

Il maggiociondolo è una pianta generalmente molto resistente, raramente soggetta a parassiti o malattie, tuttavia, in casi isolati, può essere colpito dal virus del mosaico, che provoca la comparsa di macchie clorotiche sulle foglie, seguite da bande giallastre lungo le nervature.

In primavere particolarmente miti e umide, può verificarsi un’infestazione di afidi, che si nutrono della linfa della pianta. Anche gli acari possono occasionalmente infestare il maggiociondolo, segnalati dalla presenza di piccole ragnatele tra le ascelle delle foglie o sulla pagina inferiore. Questi parassiti, pur fastidiosi, raramente causano danni gravi se trattati tempestivamente.

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