La fioritura autunnale dell’edera, una risorsa incredibile per gli insetti (soprattutto per le api)

Questi piccoli fiori gialli che in questo periodo spuntano dalle pareti di edera passano quasi inosservati, ma rappresentano un'ottima fonte di approvvigionamento per insetti e api prima del riposo invernale

L’edera ha qualcosa che mi attira inspiegabilmente: in fondo è una pianta comune, per di più velenosa, ma la trovo bellissima, con le sue foglie lucide e forti. Quando faccio lezione di botanica ai ragazzi questa pianta è una miniera di esempi pratici per comprendere i termini botanici, gli adattamenti delle piante ed i rapporti tra esseri viventi. In più è difficilissimo ucciderla.

La prima domanda che faccio di solito è: l’edera è una pianta parassita? Naturalmente la risposta è sempre “si, certo!” In realtà, se l’edera fosse una pianta parassita, come potrebbe crescere sui muri? Sono un po’ duri da digerire anche per lei. Quindi siamo di fronte ad una liana, una delle poche in Italia (l’altra è la Clematis vitalba), e ad una pianta epifita, non parassita.

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Questa pianta utilizza le altre come scala e supporto per esporre più parti possibile alla luce del sole.  Certo, con le sue radici aeree approfitta anche dell’umidità che trova sul suo appoggio, vivente o inerte che sia, ma il nutrimento arriva alle foglie, e a tutta la pianta, dalle radici ben ancorate nel terreno.

Anche se sembra immortale, dunque, se il fusto viene tagliato alla base eliminando le radici, pian piano si essiccherà anche ai piani alti, resistendo però molto a lungo grazie all’igroscopicità delle radici aeree. Se si osserva bene la pianta si noteranno due forme di foglie differenti: una a forma di cuore (cuoriforme), di solito dove batte meglio il sole, l’altra a forma di zampa d’anatra (palmata), le foglie più grandi e spesse che di solito troviamo nelle zone meno soleggiate. siamo di fronte ad un caso di dimorfismo fogliare, ed a quelle che vengono chiamate “foglie di sole” e “foglie d’ombra”.

Dimorfismo fogliare

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I fiori sono piccoli e poco vistosi, hanno i petali verdi e lunghi stami.

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Data la fioritura autunnale, questa pianta è anche una delle ultime ad essere bottinata dalle api prima del riposo invernale, quindi nella smielatura degli ultimi favi ci dovrebbe essere una buona qualità di miele di edera.

In una foresta naturale, è normale che ci siano liane che si arrampicano sugli alberi, alberi anziani, che per il troppo peso cadono a terra (e in parte devono il favore a queste ultime), ma non è nulla di grave, anzi, è una cosa importante. Gli alberi caduti si decomporranno e lasceranno il posto a giovani virgulti che altrimenti non sarebbero riusciti a crescere.

In città, la cosa diventa un po’ più pericolosa, e per questo si tende ad eliminare l’edera dagli alberi per evitare spiacevoli incidenti.

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Questi piccoli fiori verso dicembre inoltrato si trasformano in piccoli frutti che maturano verso metà gennaio, e sono di un bel colore blu scuro, quasi nero. Sono bacche molto velenose, come tutta la pianta, e non vanno assaggiate, anche se l’edera viene utilizzata per medicamenti casalinghi ad uso interno:  l’infuso di foglie essiccate ha proprietà espettoranti e veniva usato per curare la tosse. (Leggi anche: 10 piante velenose per i gatti)

Io non mi sento di utilizzarla per uso interno e non lo consiglio: le preparazioni erboristiche sono più sicure. Si può utilizzare il decotto per lavare i capelli e renderli scuri e lucidi, una tintura naturale. Qui trovate una scheda completa dei prodotti erboristici fatti con questa pianta.

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