David Latimer primo piantò il suo giardino di bottiglia nel 1960, quando, per intenderci, Nixon era ancora alla Casa Bianca e nelle sale italiane usciva La dolce vita di Federico Fellini. A guardare le piante rigogliose che ancora oggi lo popolano si direbbe tutto merito di un grande pollice verde. Ma, in realtà, negli ultimi 40 anni, ovvero dal 1972, il contenitore è chiuso ermeticamente, completamente sigillato.
David Latimer primo piantò il suo giardino di bottiglia nel 1960, quando, per intenderci, Nixon era ancora alla Casa Bianca e nelle sale italiane usciva La dolce vita di Federico Fellini. A guardare le piante rigogliose che ancora oggi lo popolano si direbbe tutto merito di un grande pollice verde. Ma, in realtà, negli ultimi 40 anni, ovvero dal 1972, il contenitore è chiuso ermeticamente, completamente sigillato.
Il giardino in bottiglia ha, infatti, creato il suo ecosistema in miniatura, malgrado l’isolamento dal mondo esterno. Perché è riuscito comunque a assorbire la luce per effettuare la fotosintesi, il processo attraverso il quale le piante producono l’energia di cui hanno bisogno per crescere. Proprio come qualsiasi altra pianta. “Non l’ho mai potato, sembra proprio essere cresciuto ai limiti della bottiglia”, spiega lo stesso Latimer. Questo singolare processo è uno dei motivi per cui la NASA è interessata a coltivare le piante nello spazio.
“Le piante funzionano come ottimi depuratori, tirando fuori gli inquinanti dell’aria, in modo da rendere effettivamente autosufficiente una stazione spaziale. Tutto ciò di cui hanno bisogno per tsopravvivere è l’energia solare. Ogni altra cosa là dentro è stata riciclata. È fantastico“, commenta il garden designer e presentatore tv Chris Beardshaw, durante una trasmissione.
Se vi state chiedendo come ha fatto a sopravvivere senza acqua, è perché essa è stata autonomamente ricavata dalle radici delle piante: viene rilasciata nell’aria durante la traspirazione, condensa in basso e il ciclo ricomincia. La fotosintesi crea ossigeno e immette a sua volta umidità nell’aria, che si accumula all’interno della bottiglia e ‘piove’ sulle piante.
COME FARE UN GIARDINO IN BOTTIGLIA. Realizzare un giardino bottiglia è come creare un mondo in un microcosmo, che avrà un proprio habitat speciale, richiedendo poca manutenzione. Prima di tutto bisogna scegliere un contenitore di vetro. Avrà bisogno di un collo largo per un facile accesso, come una vaschetta per pesci rossi, o un grande barattolo di marmellata. Serviranno anche un po’ di terriccio, della ghiaia di buona qualità e, naturalmente, delle piante. Con l’aiuto di un cucchiaio, bisogna inserire uno strato di sabbia nel vaso e coprirla con il compost, che sarà abbastanza profonda per ospitare le radici delle piante. Infine, introdurre le piante. Dovranno essere poche e molto piccole, a meno che abbiate scelto un contenitore enorme. Spostate ogni pianta delicatamente in posizione, usando un bastone o pinze da cucina fino. Aggiungete un ultimo strato di ghiaia dopo la piantagione terrà il compost in basso e farà il vostro micro-giardino più bello. Annaffiate con estrema cura e posizionate in un luogo ben illuminato, ma lontano dal caldo.
Roberta Ragni
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