Vi spieghiamo tutti i passaggi per far "risuscitare" una pianta di orchidea data per spacciata, usando oggetti che si hanno già in casa
L’orchidea è una pianta meravigliosa, caratterizzata da fiori di colore rosa o violaceo. È possibile coltivare questa pianta anche in casa, ma è necessario avere le giuste attenzioni per non rischiare di farla morire: infatti, una scarsa esposizione alla luce, poca acqua e un terreno povero di nutrienti possono determinare la fine della nostra piantina.
Ma attendiamo un attimo a buttare ciò che resta dell’orchidea nel contenitore dell’umido: forse la pianta non è del tutto morta ed è possibile, con un po’ di attenzione e con i giusti passaggi, farla rifiorire. Tutto quello di cui abbiamo bisogno è:
- un paio di forbicine
- cannella in polvere
- una bottiglia di plastica
- una spugna per la pulizia dei piatti (anche già usata)
- un sacchetto di plastica (di quelli usati per confezionare i panini)
- un vaso per le piante
- della corteccia
- un vaporizzatore per l’acqua.
Leggi anche: Orchidea: come curarla e mantenerla in fiore (VIDEO)
Come far rifiorire l’orchidea
- Togliamo la piantina morente dal vaso e procediamo con una accurata pulizia della pianta per togliere tutte le parti ammalorate, secche, o marce: foglie, radici, rametti secchi o morti. In questa fase procediamo con le mani o aiutiamoci con un paio di forbicine di cui avremo sterilizzato le lame.
- Dopo aver tagliato tutte le parti secche e marce della pianta, cospargiamo il nucleo dell’orchidea con della cannella in polvere: i tagli “a vivo” che abbiamo creato alla pianta possono essere molto pericolosi per la sua sopravvivenza, poiché possono rappresentare la via d’accesso per funghi e muffe. La cannella, una spezia dal forte potere cicatrizzante, ci aiuterà a chiuderli e farli seccare, bloccando l’ingresso a microrganismi patogeni.
- Dopo le operazioni di pulizia, la pianta deve essere lasciata riposare in un ambiente asciutto e sterile per 48 ore: questo periodo di riposo permetterà ai tagli vivi della pianta di asciugarsi bene. Per farlo, appoggiamo la pianta su un panno di cotone ben pulito.
- Trascorsi i due giorni, è arrivato il momento di rinvasare la pianta. Procuriamoci una bottiglia di plastica vuota e, partendo dalla base, pratichiamo un taglio orizzontale in modo da ottenere il contenitore che ospiterà la pianta. Ricordiamo di praticare qualche piccolo foro alla base della bottiglia per permettere all’acqua in eccesso di defluire.
- Come base per la crescita della pianta, possiamo usare una comune spugna da cucina, di quelle che si usano per lavare i piatti: possiamo scegliere anche una spugna già usata – a patto che sia stata opportunamente sterilizzata. Vaporizziamo dell’acqua sulla spugna e poi inseriamola alla base della bottiglia che abbiamo preparato prima, poi appoggiamoci sopra la piantina di orchidea.
- Ora prendiamo un sacchetto di plastica pulito e inseriamo al suo interno il vasetto con la pianta. Chiudiamo bene con un nodo o un laccetto metallico: in questo modo, all’interno del sacchetto si creerà un vero e proprio microclima e la pianta troverà le condizioni ideali per potersi “riprendere”. Posizioniamo il sacchetto con il vaso in un luogo luminoso (ma non a diretto contatto con i raggi del sole) e aspettiamo che le nostre attenzioni diano risultati.
- Dopo un paio di mesi, dovremmo notare la presenza di nuove radici – a dimostrazione che la pianta, malgrado le sue condizioni critiche, è ancora vitale e sta “lottando” per sopravvivere. A questo punto, trasferiamo la piantina in un nuovo vaso, nel quale avremo inserito della corteccia (la si può acquistare da un fioraio o in un negozio di articoli di giardinaggio, oltre che online). In questa fare facciamo attenzione a non rompere le nuove radici.
- Da questo momento in poi, occupiamoci della pianta come siamo abituati a fare, innaffiandola di tanto in tanto e tenendola in un luogo luminoso della casa. Se abbiamo lavorato bene, dopo alcuni mesi torneremo a veder fiorire splendide orchidee!
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