Come piantare le rose a partire-dal seme o dal “falso frutto”

Rose, regine del giardino, ma come e quando seminarle? Come piantare il seme o il cinorrodo e come prendersene cura fino alla germogliatura

Rose, regine del giardino, ma come e quando seminarle? Come piantare il seme o il cinorrodo e come prendersene cura fino alla germogliatura

La rosa non ha bisogno di presentazioni. È in assoluto uno dei fiori più belli e amati, in tutte le epoche e a qualsiasi latitudine. Eleganza, delicatezza e grazia splendidamente combinate, perfettamente fuse su uno stelo di spine a sprigionare un profumo inconfondibile e riempire gli occhi di meraviglia.

È il fiore che più di ogni altro, con i suoi differenti colori, rappresenta l’amore in tutte le sue forme : da quello romantico alla purezza del sentimento, dall’amore passionale a quello offuscato dalla gelosia. Ecco perché coltivare le rose in vaso o in giardino e prendersene cura è un’attività gratificante, che appaga i sensi e rinfranca lo spirito. (Leggi anche: Tempo di potare le rose! Tecniche e consigli per farlo nel modo giusto)

Rose da seme

La maggior parte delle rose che troviamo nei vivai è ottenuta attraverso riproduzione vegetativa, vale a dire tramite innesto o talea. Ma soltanto col ricorso alla riproduzione per seme si possono ottenere varietà uniche, che si distinguono da tutte le altre per forma, colore, portamento, profumo e rifiorenza.

Per piantare le rose, la prima operazione da compiere ovviamente consiste nel procurarsi i semi.

Tenete presente che esistono anche varietà di rose non fertili. Quelle ottenute tramite diverse ibridazioni, infatti, generalmente non producono seme. Pertanto occorre cercare le rose selvatiche (come ad esempio la rugosa o la rosa canina).

Seminare le rose: il cinorrodo o “falso frutto”

I semi delle rose sono contenuti nel cinorrodo, il cosiddetto “falso frutto”, una piccola bacca che compare dopo la sfioritura. Innanzitutto quindi occorre procurarsi il cinorrodo. Quando non è ancora matura, questa bacca è di colore verde, per poi assumere una tonalità arancio, rosso o viola. Quando si secca, invece, il colore del falso frutto vira al marrone, ma a quel punto i semi che contiene potrebbero essere già morti.

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@Sandra Schwarzwald/Shutterstock

Se già possediamo una pianta di rose, il nostro compito sarà più agevole. Altrimenti potremo acquistare i semi nei vivai e nei centri specializzati.

Il periodo migliore per reperire i semi è l’autunno, quando le bacche sono mature e si va incontro a un abbassamento delle temperature. Come vedremo, i semi delle rosa hanno bisogno di freddo per poter germinare.

Una volta individuato il cinorrodo, bisogna aprirlo per estrarne i semi di rosa che andremo a piantare.

Il consiglio è di recidere la sommità della bacca con un coltello e quindi effettuare due incisioni opposte in senso longitudinale. Non tutti i cinorrodi sono uguali: alcuni contengono pochi semi, altri ne portano alcune dozzine.

Per avere maggiori possibilità di successo, si raccomanda di utilizzare il maggior numero possibile di semi, magari dopo un’attenta cernita che ci consentirà di scartare quelli che anche a occhio nudo appaiono secchi o poco turgidi.

Un metodo che a volte viene consigliato per verificare la fertilità di un seme consiste nell’immergerlo in un bicchiere d’acqua. L’eventuale galleggiamento sarebbe un chiaro indizio di infertilità. In realtà questo metodo non è molto attendibile. Ci sono alcune specie di rose, infatti, i cui semi galleggiano in ogni caso.

Una volta estratti i semi, per farli germinare è necessaria la loro stratificazione, effettuata a freddo attraverso un processo definito “vernalizzazione“, messa in atto anche dai professionisti del settore.

Se invece i semi sono stati acquistati in vivaio, è importante accertarsi dell’avvenuta stratificazione,e, in caso, passare direttamente alla fase della semina.

Semi di rosa: le condizioni per farli germinare

Per far fiorire le rose, infatti, non basta piantare i relativi semi nella terra e attendere che spuntino i primi boccioli. Sono necessarie alcune precise condizioni. Nello specifico, affinché attecchiscano, i semi di rosa hanno bisogno di:

  • vernalizzazione: i semi di rosa si trovano in uno stato di dormienza, che può essere interrotto soltanto ricreando le condizioni climatiche tipiche dell’inverno. Da qui , il nome vernalizzazione. Se necessario, il freddo dev’essere riprodotto artificialmente, attraverso serre dedicate o nel frigorifero di casa.
  • temperatura: temperature piuttosto basse, comprese tra i 4 e i 10 gradi centigradi, sono in grado di risvegliare i semi, rompendo il loro involucro esterno e facendoli germinare
  • umidità: oltre al freddo, i semi di rosa necessitano di un terreno che sia mantenuto costantemente umido, evitando comunque i ristagni idrici
  • ossigeno: per poter germinare, i semi non hanno bisogno di luce. Occorre però che il substrato in cui vengono interrati sia capace di far circolare l’ossigeno. In commercio, esistono terricci appositi. In alternativa, possiamo comporlo mescolando torba e sabbia.

Prima della stratificazione vera e propria, si consiglia di eliminare l’eventuale polpa in eccesso dei semi, ponendoli in un colino o in un piccolo setaccio e sciacquandoli sotto l’acqua corrente.

A questo punto si può effettuare un ammollo preventivo contro le muffe, immergendo i semi in acqua e varechina o acqua addizionata con bicarbonato.

La stratificazione a freddo (vernalizzazione) dei semi di rosa

Adesso i nostri semi sono pronti per la stratificazione, che può essere effettuata in vari modi. I professionisti li ripongono in un semenzaio, collocato a sua volta in una serra dove la temperatura viene mantenuta fredda e costante.

Noi dovremo adattarci a metodi più casalinghi, ma non per questo meno efficaci. La tecnica più semplice consiste nell’utilizzare dei fogli di carta tipo scottex, preferibilmente privi di decorazioni per evitare la trasmissione dei pigmenti coloranti ai semi.

Questi fogli vanno imbevuti d’acqua, riempiti con i semi e inseriti in sacchetti di plastica per alimenti. A questo punto i semi, collocati tra 2 fogli di carta bagnata per mantenere la giusta umidità, avranno bisogno di una temperatura che simuli quella invernale.

Andranno quindi sistemati in frigorifero, magari nel cassetto destinato alla verdura, isolandoli comunque da altri alimenti onde evitare contaminazioni.

Ogni tanto andremo a controllare che ci sia la necessaria umidità e che i semi non producano muffe. In caso si siano formate, i semi andranno rimossi e sciacquati sotto l’acqua corrente prima di essere nuovamente riposti in frigorifero.

La stratificazione può essere effettuata anche ponendo i fogli di carta imbottiti di semi in un contenitore per alimenti o in un barattolo di vetro. La carta imbevuta può essere sostituita anche da uno strato di sabbia o di segatura umida, sul quale adagiare i semi. Quindi la sabbia o la segatura andranno sistemate all’interno delle bustine di plastica per alimenti o in barattoli di vetro.

Tutte queste tecniche si equivalgono, purché i semi vengano mantenuti a una bassa temperatura e sottoposti a un’umidità costante. Quindi, qualsiasi sia il metodo che scegliate, ricordatevi di mettere i semi in frigorifero e di verificare costantemente il livello di umidità.

La semina delle rose

Il procedimento summenzionato ha lo scopo di vernalizzare i semi, facendoli germogliare e preparandoli per la messa a dimora. Trascorsi un paio di mesi, infatti, vedremo spuntare una radichetta dai nostri semi. È il momento di metterli a dimora, interrandoli in piccoli vasi, a 2-3 centimetri di profondità e ponendoli a una distanza di circa 5 centimetri l’uno dall’altro.

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@jehsomwang/Shutterstock

Il substrato dev’essere composto preferibilmente da torba e poco terriccio, cosicché la piantina, cercando le sostanze nutritive, sia costretta a radicarsi in profondità. Dopo poche settimane spunteranno i cotiledoni, cioè le prime due foglioline embrionali, seguite a breve distanza dalle foglie vere e proprie.

Dopo lo sviluppo delle foglie, cui si accompagna generalmente una buona crescita dell’apparato radicale, le piantine possono essere trapiantate in piena terra o in vasi più grandi.

Rinvaso delle piantine di rosa

Quest’operazione va effettuata in inverno, trascorsa l’ultima gelata, o in primavera, evitando comunque il periodo vegetativo. A volte occorre tempo prima che il trapianto possa essere effettuato. Possono trascorrere anche uno o due anni prima che la rosa inizi a germinare.

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@taveesak srisomthavil/Shutterstock

Nel frattempo, il terriccio va mantenuto umido, evitando ristagni del terreno, che possono essere molto nocivi per la pianta.

Le rose, inoltre, hanno bisogno di godere della luce del sole per circa 6 ore al giorno e di una temperatura compresa tra i 16 e i 21 gradi.

Per il rinvaso, bisogna scavare una buca nella sede prescelta che sia grande abbastanza grande da accogliere l’arato radicale. La buca va riempita con della terra da invaso e innaffiata subito dopo aver effettuato il trapianto.

Quando le piantine avranno attecchito, dovranno essere curate e innaffiate regolarmente, magari fertilizzandole con un po’ di concime a lenta cessione.

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