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Indice
Il noce da frutto o noce bianco è sicuramente il rappresentante più conosciuto e più importante del suo genere: conosciuto anche come “noce comune” o “noce reale”, ed il cui nome scientifico è Juglans regia, è un albero appartenente alla famiglia Juglandaceae, la stessa del noce americano (Carya), del noce pecan (Apocarya) e del noce del Caucaso (Pterocarya fraxinifolia).
Il noce è un albero imponente, caratterizzato da un tronco robusto e un portamento maestoso che può raggiungere i 30 metri di altezza, le sue foglie sono grandi e verdi, di forma ellittico-ovale e disposte in modo alternato lungo i rami, le radici sono estensive e fittonanti, mentre il fusto si presenta eretto e la corteccia ha una tonalità grigiastra.
Si tratta di una pianta monoica, con fiori maschili riuniti in amenti penduli e fiori femminili che si schiudono dopo quelli maschili, ed il frutto è una drupa, con un mallo carnoso e un guscio legnoso che racchiude il seme, detto gheriglio, che rappresenta la noce vera e propria.
Origini e diffusione del noce
La storia del noce è molto antica e risale agli albori dell’umanità: esistono reperti archeologici che testimoniano come il noce fosse utilizzato come alimento già 9000 anni fa, mentre le prime menzioni scritte risalgono a Plinio il Vecchio e a Columella. Le relazioni di Plinio, nella sua Naturalis historia, documentano l’importazione del noce in Europa dall’Asia minore, da parte dei coloni greci tra il VII e il V secolo a.C.
Il noce è dunque presente in Europa sin dal Cenozoico (dai 65 ai 2 milioni di anni fa), soprattutto dopo le glaciazioni, quando alcuni esemplari riuscirono a raggiungere il bacino del Mediterraneo. In quel periodo, l’areale del noce si estendeva dalla penisola balcanica fino all’Asia centrale, ed ancora oggi, caratteristici boschi di noce sono presenti in Kirghizistan, nelle montagne della catena Tien Shan.
Come già osservato, il noce è stato introdotto in Europa tra il VII e il V secolo a.C., mentre in America è arrivato nel XVII secolo grazie ai coloni inglesi.
Sebbene sia diffuso in molte regioni temperate di Europa, Asia ed Americhe, la sua distribuzione originaria si limita alla Penisola balcanica meridionale e all’Asia centrale, mentre in Italia è coltivato soprattutto in Campania, anche se è possibile trovare impianti specializzati in tutta la penisola, soprattutto nella pianura padana e nel centro Italia.
Dove piantare un albero di noci?
Il noce prospera in zone caratterizzate da bassa umidità e da una frequenza limitata di gelate primaverili, che potrebbero compromettere il processo di fioritura, è in grado di crescere efficacemente anche in zone montane, fino a un’altitudine di circa 800 metri, ma predilige climi temperati con temperature moderate che non superino i suoi limiti di tolleranza.
La messa in dimora del noce dovrebbe essere eseguita durante i mesi invernali, utilizzando piante giovani di età compresa tra 1 e 3 anni.
Tuttavia, poiché il noce reagisce male ai trapianti a causa del suo fittonante apparato radicale, è consigliabile adottare precauzioni, come l’utilizzo di piante giovani e la manipolazione delle radici avvolte nel pane di terra durante il trapianto.
Quale terreno utilizzare per il noce
Il noce prospera meglio in terreni freschi, arricchiti di sostanza organica e con un pH tendenzialmente neutro, compreso tra 6,5 e 7,5, mentre dimostra una crescita difficoltosa nei suoli eccessivamente argillosi, poiché non tollera il ristagno idrico comune in tali tipi di terreno: in presenza di un’elevata concentrazione di argilla, il noce rischia di subire danni significativi a causa del ristagno idrico che spesso caratterizza questi terreni, ed anche un breve periodo di ristagno idrico (sono sufficienti 5-6 giorni) può causare danni alle radici e ostacolare la crescita della pianta. In condizioni di umidità eccessiva, le radici possono subire asfissia, compromettendo gravemente lo sviluppo della pianta e portando alla sua morte.
Pertanto, è importante assicurarsi che il terreno sia ben drenato e che non si formino ristagni idrici, specialmente durante i periodi di precipitazioni abbondanti o di terreno saturato: una corretta gestione del drenaggio del terreno può contribuire a garantire una crescita sana e vigorosa del noce, consentendo alle radici di ricevere l’ossigeno e l’umidità necessari per prosperare.
Come potare il noce
La potatura regolare del noce è relativamente semplice e consiste principalmente nel diradare la chioma e nell’eliminare i rami secchi.
Bisogna però notare che la pianta non tollera bene i tagli drastici, quindi è consigliabile limitare le operazioni di potatura al minimo indispensabile, limitandosi a pochi e mirati interventi.
Come concimare il noce
Per ottenere una vegetazione rigogliosa, una lignificazione robusta ed un elevato numero di fruttificazioni, è fondamentale effettuare una concimazione adeguata all’inizio della primavera e durante l’estate.
Grazie a questo procedimento sarà possibile assicurare alle piante la nutrizione necessaria per affrontare le fasi di crescita e di produzione dei frutti in modo ottimale.
In situazioni di stress ambientali, come le gelate tardive, è consigliabile intervenire con un concime arricchito di aminoacidi e microelementi, azione che aiuterà le piante a superare periodi difficili mantenendo un buono stato nutritivo e favorendo una ripresa rapida e vigorosa.
Prestare attenzione alla salute delle piante e fornire loro il supporto nutrizionale necessario contribuirà a garantire una produzione di noce di qualità e una buona salute delle piante nel lungo periodo.
Quanto tempo ci vuole per crescere un albero di noce?
Il noce presenta un ciclo di crescita più lento rispetto ad altre piante da frutto, caratterizzato da tre fasi distintive:
- Fase improduttiva – Nei primi 4-5 anni dopo l’impianto, e talvolta anche per un periodo più lungo, la pianta si dedica esclusivamente allo sviluppo degli organi vegetativi, come foglie, fusto e radici.
- Fase produttiva in aumento – Dopo circa 4-5 anni dall’impianto, la produzione inizia a crescere e raggiunge il suo apice quando la pianta ha circa 10-12 anni di vita. Questo livello di produzione rimane stabile per molti anni, fino a quando la pianta ha circa 25-30 anni.
- Fase produttiva in declino – Intorno ai 25-30 anni dall’impianto, inizia gradualmente il declino della produzione. Questo calo di solito avviene lentamente, tranne che in alcune varietà di origine californiana. Di conseguenza, spesso è necessario attendere diversi anni prima di procedere con la rimozione della pianta, nota come “espianto”.
Il momento ideale per eseguire l’espianto varia da caso a caso e dipende principalmente dalla varietà e dalle condizioni specifiche della pianta, anche se dobbiamo considerare il fatto che la temperatura ottimale per la crescita del noce è compresa tra i 18 e i 20°C, mentre la massima tollerata si attesta tra i 28 e i 30°C.: questi parametri ambientali giocano un ruolo fondamentale nella salute e nella produttività della pianta, pertanto bisognerà cercare di rispettarli.
In che periodo si piantano le noci?
Il momento ottimale per l’impianto del noceto è l’autunno, in particolare tra l’inizio di ottobre e la fine di novembre, tenendo conto delle condizioni climatiche specifiche della zona di coltivazione.
Tuttavia, se l’inverno dovesse essere particolarmente rigido, si potrebbe ritardare l’impianto ed optare per la primavera, appena le temperature notturne si mantengono costantemente sopra i 3-4°C.
Assicuratevi che le condizioni atmosferiche siano favorevoli prima di procedere con l’operazione: in questo modo potrete garantirvi una migliore riuscita ed un maggior successo della coltivazione.
Quando si raccolgono le noci?
La raccolta delle noci avviene in autunno, solitamente nel mese di settembre: in condizioni ottimali, una pianta adulta può produrre fino a un quintale di noci all’anno, confermando il suo valore sia come risorsa alimentare che come fonte di reddito per gli agricoltori.
Dopo la raccolta, è importante procedere con l’estrazione delle noci dal mallo, un’operazione conosciuta come smaltatura, da eseguire con un coltellino apposito.
Successivamente, le noci devono essere lasciate ad essiccare al sole per un periodo adeguato, oppure si può utilizzare un essiccatoio per accelerare il processo di essiccazione in un ambiente controllato.
Queste fasi sono cruciali per garantire la conservazione ottimale delle noci e mantenerne la qualità durante il periodo di conservazione, visto che una corretta essiccazione corretta aiuta a ridurre il contenuto di umidità nelle noci, prevenendo la formazione di muffe e preservando sia il sapore che la freschezza del frutto.
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