Come coltivare la scarpetta di Venere, l’orchidea più affascinante e rara d’Italia

Scopriamo la Cypripedium calceolus: conosciuta come Scarpetta di Venere, è un'orchidea tra le più conosciute ed apprezzate

La cypripedium calceolus, comunemente conosciuta come scarpetta di Venere ed appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, è considerata l’orchidea terrestre più affascinante e conosciuta d’Europa.

Un tempo ampiamente diffusa nel continente, oggi è una rarità che resiste in alcune regioni montuose di Francia, Germania, Austria, Svizzera e Italia, mentre in diversi paesi, come ad esempio Inghilterra e Belgio, la pianta è quasi estinta, vittima della raccolta indiscriminata e dell’estirpazione.

Crescendo nei climi temperati, dove gli inverni sono freddi e le estati miti, la cypripedium calceolus è estremamente resistente e non teme le gelide temperature invernali.
Oggi, grazie alla coltura in vitro, questa meravigliosa pianta può essere coltivata come ornamentale, funzione che svolge in modo eccellente vista la bellezza e la particolarità della fioritura.

Caratteristiche della pianta e origini

La cypripedium calceolus è caratterizzata da un rizoma sotterraneo spesso e lungo, che si sviluppa e si divide man mano che aumentano i germogli, mentre le radici della pianta penetrano profondamente nel terreno, assicurando una buona stabilità. Gli steli emergono tra aprile e maggio, raggiungendo un’altezza compresa tra 20 e 70 cm, ed ogni stelo presenta da 3 a 5 foglie di forma ovale o lanceolata, lunghe da 12 a 18 cm, con nervature parallele ben definite.

I fiori, che si sviluppano in cima agli steli, possono essere solitari o in coppie, più raramente in gruppi di tre. Questi fiori sono grandi e appariscenti, con un labello a forma di scarpetta di un vivace giallo, mentre i petali e i sepali sono bruno violacei, talvolta verdi. Il sepalo dorsale è lungo da 4 a 5 cm e ben dritto, mentre i petali laterali, più sottili e spesso ritorti, misurano da 4 a 6 cm. Il particolare design del fiore intrappola una piccola ape nel labello, obbligandola a effettuare un’impollinazione crociata per liberarsi.

scarpetta di venere

Come coltivare la Scarpetta di Venere

Prima di acquistare una cypripedium calceolus, è essenziale assicurarsi che la pianta sia stata coltivata e non prelevata dal suo habitat naturale. Le piante selvatiche hanno meno probabilità di adattarsi alla coltivazione e sono spesso protette da leggi severe.
Una pianta coltivata in vitro si distingue per rizomi giovani, corti e in buono stato, mentre quelle prelevate dalla natura presentano rizomi lunghi, spessi e spesso danneggiati.

Quando piantare la Scarpetta di Venere

Per piantare la scarpetta di Venere, il momento ideale è l’autunno. Il rizoma, esposto in superficie, dovrebbe essere circondato da ghiaia molto porosa e pietra pomice, che evitano la formazione di marciumi.

Dove posizionare la Scarpetta di Venere

La pianta predilige posizioni che vanno dalla mezz’ombra all’ombra luminosa, e non tollera assolutamente l’esposizione al sole diretto durante le ore più calde della giornata, preferendo invece il sole del mattino o zone d’ombra diffusa.

Quale terreno utilizzare per la Scarpetta di Venere

La cypripedium calceolus necessita di un terreno ricco di humus, fresco e ben drenato, pertanto il substrato ideale dovrebbe essere neutro o tendente al calcareo. È fondamentale che il terreno rimanga fresco e non si asciughi completamente durante l’estate.

Coloro i quali riescano a mantenere la pianta nel tempo dovranno rinvasarla: preparate un mix di pomice, sabbia, argilla espansa, corteccia e terriccio nelle proporzioni di 3, 2, 1, 1 e 1, e cosi facendo potrete garantire un drenaggio efficiente, prevenendo i soliti ristagni d’acqua ed i marciumi radicali.

Clima e temperatura ideali per la Scarpetta di Venere

La cypripedium calceolus non tollera il caldo eccessivo, specialmente se secco, e dovrebbe essere mantenuta in un ambiente fresco, con temperature intorno ai 15°C (una veranda parzialmente riscaldata è un esempio di ambiente ideale).
La scarpetta di Venere è estremamente resistente e può sopportare temperature fino a -30°C, caratteristica che la rende adatta ai climi freddi, dove altre piante potrebbero non sopravvivere.

scarpetta di venere 2

Come irrigare la Scarpetta di Venere

Abituata ai boschi umidi di latifoglie, la scarpetta di Venere ha bisogno di essere annaffiata regolarmente con acqua dolce e vaporizzata quotidianamente per prolungare la fioritura. L’acqua piovana è l’ideale, poiché previene l’accumulo di sali che possono danneggiare i rizomi, rendendo necessario il trapianto annuale.

Come concimare la Scarpetta di Venere

L’utilizzo di un substrato organico può eliminare la necessità di fertilizzare. Tuttavia, se si opta per un substrato minerale, è necessario fertilizzare ogni dieci giorni con un prodotto specifico per orchidee.

Quando fiorisce la Scarpetta di Venere

scarpetta di Venere

Scarpetta di venere al Giardino Botanico di Paradisia @Simona Falasca/GreenMe.it

Fiorisce tra maggio e giugno, periodo durante il quale produce fiori dai colori brillanti: i petali e i sepali sono bruno violacei, mentre il labello ha un caratteristico colore giallo striato.

Come riprodurre la Scarpetta di Venere

La Cypripedium calceolus si riproduce per seme, con l’impollinazione facilitata da piccoli imenotteri del genere Andrena.

Curiosità sulla Scarpetta di Venere

Chi si imbatte nella Scarpetta di Venere durante un’escursione in montagna è davvero fortunato: stiamo parlando di un’orchidea rara e preziosa, un vero e proprio un gioiello della natura che non si incontra facilmente.

Il nome deriva dalla caratteristica forma a pantofola del fiore, che richiama immediatamente l’immagine di una scarpetta. Conosciuta anche come “scarpetta della Madonna”, la cypripedium calceolus ha ispirato due affascinanti leggende che ne celebrano la bellezza.

La prima leggenda racconta di Venere e Adone, sorpresi da un violento temporale durante una passeggiata. I due innamorati si rifugiarono in una grotta, felici di stare vicini, e nella corsa per trovare riparo, Venere perse una delle sue scarpette. Quando la tempesta finì, la coppia cercò ovunque la scarpetta perduta, senza successo: un mortale l’aveva trovata, e questa si trasformò in un bellissimo fiore, in onore dell’amore tra i due.

Un’altra leggenda ci porta a Napoli, durante una notte d’estate. Bernardino, il sagrestano della chiesa di Piedigrotta, stava come ogni sera controllando che tutto fosse in ordine, quando scoprì che la statua della Madonna era scomparsa. Disperato, gridò al sacrilegio e pianse, finché il vento cessò di soffiare e il portone della chiesa si spalancò, inondando l’interno di una luce fortissima. Era la Vergine Maria, fradicia d’acqua. Bernardino, inginocchiato, le chiese dove fosse stata. Maria, avanzando verso l’altare senza parlare, si chinò a metà della navata, tolse la “pianella” che indossava e la scosse, facendo uscire la sabbia. Solo allora spiegò: «Hai sentito la tempesta? Il mare era in burrasca e una nave stava affondando. Dovevo salvare dei marinai in pericolo». Bernardino corse a raccontare l’accaduto al vescovo, ma al loro ritorno la statua della Madonna era al suo posto, con il mantello asciutto. Tuttavia, una scarpetta mancava e, proprio a metà della navata, era spuntato un fiore bellissimo: la scarpetta della “Madonna”.

Se durante le vostre escursioni dovesse capitare di incontrare questa meraviglia della natura, non raccoglietela! La Scarpetta di Venere è una specie fuori dall’ordinario, da ammirare con rispetto e lasciare intatta nel suo ambiente naturale.

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